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Prima Adolf Hitler, ora Vladimir Putin. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è pronto ad apporre la firma sul Lend-Lease, la legge che può cambiare le sorti della guerra russa in Ucraina. Nella notte è arrivato il via libera del Senato americano: a Kiev arriveranno 40 miliardi di dollari in aiuti, di cui 20 miliardi in forniture militari dal Pentagono.

Il provvedimento, che nel nome richiama una simile legge passata dal Congresso nel 1941 e firmata dal presidente Franklin Delano Roosevelt contro la Germania nazista, darà a Biden maggiori poteri per stipulare accordi con il governo ucraino e gli alleati in Est-Europa. Lend e Lease: gli Stati Uniti potranno “prestare” e “affittare” con una procedura semplificata armi ed equipaggiamento bellico per fermare l’invasione russa in Ucraina.

Al Senato la legge ha incassato un’ampia maggioranza – 81 voti a favore e 11 contro – grazie a un sostegno corale dei Repubblicani all’iniziativa, che fornirà alla resistenza di Kiev il triplo dei fondi stanziati da quando è iniziata la guerra. Una cifra che non è mai stata stanziata in nessun anno della guerra in Iraq o Afghanistan. Nei 20 miliardi del Pentagono saranno inclusi, oltre alle armi pesanti, strumenti di intelligence e nuovo addestramento militare, altri 14 miliardi invece saranno stanziati dal Dipartimento di Stato per forniture alimentari, assistenza ai rifugiati e altre iniziative diplomatiche.

Per settimane era rimasta congelata nel Comitato per le appropriazioni del Senato per l’ostruzionismo del senatore repubblicano Rand Paul, reduce da una vittoria schiacciante alle primarie del partito nel Kentucky e contrario allo stanziamento di fondi pubblici per la causa ucraina. Arrivato in aula, il provvedimento ha trovato un fronte bipartisan a favore.

Una lettera congiunta dei segretari di Stato e della Difesa americana Antony Blinken e Lloyd Austin – entrambi avevano promesso a Volodymyr Zelensky l’approvazione del Lend-Lease durante la visita a Kiev – aveva chiesto al Congresso di accelerare i tempi. L’impasse è stato sbloccato dalla comune intesa dei leader di democratici e repubblicani al Senato, Chuck Schumer e Mitch McConnell, a dimostrazione di quello che l’Economist chiama un “silenzioso consenso ucraino” nella politica americana.

Non ancora sufficiente a soddisfare tutte le richieste che da Kiev arrivano alla Casa Bianca. Come l’invio di missili a lunga gittata Mrls (Multiple launch rocket system), sistemi che permettono di sparare più missili a lungo raggio contemporaneamente e di spostarsi velocemente, come il modello M270, sperimentato dall’esercito americano nei primi anni ’80. Il governo ucraino li chiede da mesi, ma a Washington DC tentennano: la resistenza ucraina potrebbe usarli per colpire il territorio russo e il Cremlino potrebbe leggervi un’escalation nel conflitto.

Nel frattempo però potrebbe essere sbloccata un’altra fornitura militare decisiva per le sorti della guerra. Secondo Reuters il Pentagono è pronto a inviare all’Ucraina missili anti-nave con l’obiettivo di rompere il blocco navale intorno ai porti ucraini e di conseguenza interrompere lo stallo che sta causando una crisi alimentare su scala globale per l’impossibilità di esportare il grano. Sul piatto, riferisce l’agenzia americana, ci sono i missili Harpoon prodotti da Boeing e i Naval Strike Missile fabbricati da Kongsberg e  Raytheon Technologies. Quanto basta secondo gli analisti a colpire le principali navi della marina russa e convincere Mosca a cambiare idea.

Putin come Hitler. Biden cala il Lend-Lease

Nella notte il Senato americano ha approvato con ampia maggioranza la legge Lend-Lease: gli Stati Uniti invieranno a Kiev rapidamente 40 miliardi di aiuti di cui 20 militari, non era mai successo né in Iraq né in Afghanistan. Dai missili alle altre forniture, perché può cambiare le sorti della guerra

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