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“Non è una storia d’amore: è una messinscena”. Altro che asse Russia-Cina. Edward Luttwak, stratega militare con un passato al Pentagono e alla Casa Bianca, è convinto che l’intesa anti-Nato sbocciata alle Olimpiadi di Pechino tra Vladimir Putin e Xi Jinping sia “solo teatro”.

Perché?

Le racconto un aneddoto così capisce.

Prego.

A ottobre ero nel principale hotel di Nuova Dehli con un’enorme delegazione dell’industria militare russa e l’ambasciatore di Mosca. Volevano vendere le loro tecnologie all’avanguardia agli indiani. Fanno lo stesso con il Vietnam, cui vendono sottomarini di ultima generazione che poi vengono piazzati nel golfo di Tonchino di fronte alla principale base cinese dell’area. Sa chi sono i due Paesi che combattono la Cina più di tutti, ogni giorno?

Ce lo dica lei…

India e Vietnam.

Scusi, ma cosa c’entra con le Olimpiadi? Cina e Russia hanno firmato un duro comunicato congiunto contro la Nato e le sue richieste per risolvere la crisi in Ucraina. Non è un’intesa questa?

No, è pura farsa. Si baciano in pubblico, si tradiscono alle spalle. Glielo dimostro. A Vladivostok c’è la sede dell’Università della Marina russa, che studia le frontiere cinesi e dichiara ufficialmente che le pretese territoriali di Pechino sono semplicemente “dormant”, “dormienti”. In Siberia la città russa di Blagoveshchensk e quella cinese di Heihe sono separate solo da un ponte, sul fiume Amur. I cinesi minacciano l’integrità territoriale russa e i russi non lo dimenticano mai, neanche quando dormono.

Insomma, la Russia in verità teme la Cina?

La Russia è realista. Sa benissimo che non può sopravvivere in un mondo dove la Cina è la prima superpotenza. Gli abbracci e le strette di mano sono commedie per un pubblico naïve.

Sarà, ma con l’Europa e l’Occidente i rapporti sono ai minimi storici. Crede che la Russia invaderà l’Ucraina?

Sta scherzando? Per invadere l’Ucraina la Russia ha bisogno di un esercito, e invece si ritrova uno spauracchio. Entrare con centocinquantamila uomini è come invadere Milano con tre bambini.

Uno scenario?

O li invia tutti a Kiev, e comincia una guerriglia senza fine. O prova a controllare il Paese e si disperdono al punto da subire attacchi continui in qualsiasi località. Un Paese come l’Ucraina si invade con 700.000 uomini, 500.000 ad esser stretti.

Non si può dire che la Russia abbia le armi spuntate. La crisi del gas tiene l’Europa col fiato sospeso da mesi…

Chiedete perché al governo tedesco. La Germania in questi anni ha fatto zero per costruire nuovi terminali del gas e ampliare i fornitori. Hanno preferito avere un solo tubo, il Nord Stream 2, e ora si lamentano che non possono fare un tubo. La riprova di una mia convinzione sulla Germania.

Quale?

Un Paese che eccelle in tutto: industria, tecnologia, economia. Tranne che nella strategia: se può fare una scelta strategica sbagliata, non perde occasione. E qui aggiungo una nota sull’Italia.

Poteva fare di più?

L’Italia non esiste sulla mappa. Aveva solo una chance: mettere a disposizione le sue risorse militari. Avrebbe grandi depositi di armi leggere e anticarro, ma negli anni ha drasticamente ridotto le dimensioni del suo esercito. Ha preferito andare dietro alla Germania, come in passato. E anche questa volta non finirà bene.

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