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In occasione del vertice francese dei capi di Stato e di governo dell’Ue alla Reggia di Versailles non si parlerà solo della diversificazione dell’approvvigionamento energetico per i Paesi membri, ma anche di strategie comuni alla voce difesa. Si ragionerà sull’ipotesi di fornire assistenza Ue, così come accade per la Nato e l’articolo 5, in caso di attacco a uno dei suoi membri. Sarebbe il primo passo verso la difesa comune europea, stimolata proprio della crisi ucraina che sembra aver risvegliato una coscienza di sicurezza europea.

Verso Versailles

Al di là delle dichiarazioni incendiarie cinesi sulla paternità del conflitto in Ucraina (“Usa e Nato responsabili della guerra”) a Versailles si materializza l’occasione che gli stati membri attendevano da anni: la possibilità di una unità di intenti formale oltre che sostanziale, con il principio Nato applicato all’Ue, ovvero quella solidarietà tra membri il cui peso specifico è tornato di grande interesse nella guerra in corso. La Nato conta ora 30 membri, 28 europei e due nordamericani, l’Ue 27 con il possibile ingresso di alcuni paesi del costone balcanico, passaggio che ha creato più di un malumore a Mosca.

Sovranità europea

Per questa ragione nella lettera di invito al vertice vergata da Charles Michel si legge che il vertice intende “rafforzare le nostre capacità di difesa; ridurre la nostra dipendenza energetica, in particolare dal gas, dal petrolio e dal carbone russi, e costruire una base economica più solida”. E mette l’accento sul fatto che è più urgente che mai compiere passi decisivi verso la costruzione della sovranità europea, come anticamera ad un nuovo modello di crescita e di investimento.

Mutuo soccorso

In verità accordi di mutuo soccorso nell’ultimo periodo sono già finiti nel cono di interesse di Paesi specifici, alla luce di esigenze specifiche. È il caso di quello siglato tra Francia e Grecia, in concomitanza della crisi con la Turchia, che ha ripetutamente minacciato le isole greche di Kos e Kastellorizo (perché connesse allo sfruttamento energetico sottomarino) oltre che le pretese sui giacimenti presenti copiosi a Cipro. Nel luglio 2020 c’è stato uno scontro sulla piccola isola greca di Kastellorizo al largo della costa meridionale della Turchia, ed è stato solo grazie all’intervento di Berlino che la guerra è stata scongiurata.

Anche per questa ragione la Francia ha venduto alla Grecia 18 caccia Rafale e tre fregate, oltre a prevedere un intervento diretto nell’Egeo a tutela della Grecia in caso di necessità. È questa una clausola contenuta nel patto di difesa ellino-francese del valore di circa 3 miliardi di euro siglato lo scorso anno.

Il caso turco

Qualcuno inizia a ragionare sul fatto che il passo compiuto a Versailles possa essere cemento per una nuova consapevolezza europea, in un frangente in cui, al di là del caso ucraino, non c’è stato rispetto dell’istituzione Ue in sé. Come accaduto nel recentissimo passato in Turchia: il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha ufficialmente avviato una procedura d’infrazione contro la Turchia per il suo rifiuto di rilasciare il filantropo Osman Kavala dopo la sua detenzione nell’ottobre 2017. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha deciso per il suo rilascio nel dicembre 2019, ma questo è stato ignorato dalla Turchia. Erdogan ha anche dichiarato di considerare le decisioni dell’Ue al riguardo “nulle e non valide”.

Atene vs Mosca

Tra l’altro proprio le relazioni russo-greche sono peggiorate da quando la Grecia ha inviato mezzi a Kiev, come due carichi di fucili Kalashnikov e munizioni. Lo ha detto in Parlamento il premier Kyriakos Mitsotakis che ha definito l’invasione dell’Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin una “chiara violazione” della Carta delle Nazioni Unite nel tentativo di “abolire la libertà di un altro Paese”. L’ambasciata russa in Grecia su Twitter ha invitato i “politici molto anziani” a “tornare in sé” e “fermare la propaganda anti-russa”.

@FDepalo

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