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Cinque anni per sviluppare una forza d’intervento nazionale multi-dominio, autonoma o integrata nelle alleanze di riferimento. È questo l’obiettivo della spinta alla Difesa targata Lorenzo Guerini, che oggi si è presentato di fronte alle commissioni Difesa di Senato e Camera per illustrare il Documento programmatico pluriennale (Dpp) per il triennio 2021-2023, pubblicato lo scorso agosto. In tutto sono previsti ulteriori 85 programmi che saranno avviati da oggi fino al 2023, di cui sette particolarmente strategici. Questa serie si aggiunge agli oltre cento progetti facenti parte della pianificazione precedente. Il ministro ha anche ricordato la coerenza del governo nel settore della Difesa: “Coerenza che ha visto nella legge di Bilancio 2021 l’introduzione di uno strumento di finanziamento che ci consentirà di salvaguardare e ammodernare lo strumento militare”, ribadendo anche la necessità che il fondo stanziato assuma un carattere strutturale, venendo rifinanziato in maniera adeguata.

IL CONTRIBUTO ALLA RIPRESA

Gli investimenti previsti, del resto, non coinvolgono esclusivamente il settore militare, fungendo da importante volano per tutto il settore industriale nazionale e giocando un ruolo di primo piano nel processo di ripresa economica del Paese dagli effetti della pandemia da coronavirus. Solo i nuovi programmi previsti dal Dpp 21-23 raggiungono il valore di 26 miliardi e mezzo di euro: “Abbiamo destinato più dell’80% degli investimenti all’industria nazionale, un valore che ci poniamo l’obiettivo di incrementare ulteriormente”, ha precisato Guerini. Sette di questi programmi sono considerati prioritari, perché ad alta valenza tecnologica e il cui apporto strategico è cruciale per gli scenari del futuro. Tra questi il ministro ha citato il programma Tempest, il sistema aereo a cui l’Italia collabora con il Regno Unito, il radar per sistemi missilistici e il nuovo progetto per i cacciatorpediniere Ddx, destinati a sostituire gli attuali classe Luigi Durand de la Penne.

I PROGRAMMI

Ma è la dimensione terrestre quella in cui serve di più un salto di qualità, per cui è essenziale il mantenimento di un forte presidio nazionale sulle competenze terrestri dell’industria italiana. A titolo di esempio positivo, il ministro Guerini ha ricordato il successo del blindato anfibio SuperAV realizzato da Iveco Defence Vehicles, adottato anche dal corpo dei Marines degli Stati Uniti. “Resta ancora molto da fare – ha detto Guerini – e il carro leggero previsto dal Dpp ci dà l’opportunità di lavorare in questa direzione”. Parlando invece dei programmi europei, il ministro ha ricordato l’impegno dell’Italia sulle European patrol corvette, da affiancare agli Offshore patrol vessel di produzione nazionale. Il ministro ha definito il piano delle corvette europee “Il programma di maggiore potenziale dal punto di vista navale” per cui è necessario perseguirlo con convinzione perché in grado di intercettare i fondi europei. La vera sfida sarà, però, sulla dimensione cibernetica, definita da Guerini un “super-dominio”, data la sua trasversalità a tutti gli altri domini operativi, per cui è assolutamente ineludibile intervenire e investire. “Questo tema deve essere al centro delle nostre attenzioni” ha aggiunto il ministro, sottolineando anche la necessità e l’importanza di cooperazione a livello internazionale.

LA SFIDA TECNOLOGICA

Secondo Guerini, il rafforzamento della base tecnologica industriale è anche alla base dell’autonomia strategica europea: “Ci troviamo in una stagione geopolitica” ha ricordato il ministro, per cui diventa imprescindibile dotarsi di un’industria della difesa solida e non vulnerabile ai tentativi di influenza straniera che sia a presidio della superiorità tecnologica nazionale. Per questo, nel programma presentato oggi è previsto un ulteriore slancio per rafforzare le sinergie tra mondo dell’industria e della difesa. “L’industria italiana della difesa dovrà sentirsi supportata e incentivata, ma anche responsabilizzata”, ha osservato Guerini, evidenziando il valore propulsivo del comparto per l’economia del Paese. In questo senso sarà cruciale che il Parlamento sostenga i fondi per la Difesa e prosegua il positivo trend di crescita graduale degli investimenti. Il rafforzamento della base tecnologica e industriale nazionale è importante anche dal punto di vista europeo, in quanto prerequisito necessario per il raggiungimento di quella autonomia tecnologica strategica continentale ormai improcrastinabile.

IL SUPPORTO ALL’EXPORT

Accanto agli investimenti diretti all’industria, particolare attenzione è stata riservata al mondo delle esportazioni, con l’importanza crescente degli accordi intergovernativi tramite lo strumento del “government to government” (G2G). Proprio quest’ultimo vedrà la sua prima applicazione a breve con gli accordi con la Slovenia e l’Austria, accanto ai quali sono state avviate le prime interlocuzioni con la Serbia e la Macedonia del Nord. “Si tratta di uno strumento la cui introduzione riscuote grandissimo interesse in tutti gli interlocutori e ritengo che diventerà una delle principali modalità di azione nel prossimo futuro”, ha commentato Guerini.

NATO E DIFESA EUROPEA

Per quanto riguarda i temi attuali delle alleanze internazionali, Guerini ha sottolineato come: “La Nato è e resta il nostro imprescindibile punto di riferimento in termini di valori condivisi, dissuasione, deterrenza e difesa”. L’Italia ha intenzione di lavorare a 360 gradi con l’Alleanza Atlantica, tenendo conto di tutte le minacce in ogni dominio, con particolare attenzione per quanto attiene al fianco sud, che del resto coincide con quel Mediterraneo allargato, la principale area di interesse strategico nazionale. Confermando la fiducia nell’impegno Usa nell’aerea euroatlantica, il ministro ha ricordato come sia richiesto un ruolo più centrale dell’Europa nella difesa e sicurezza, che dove posare necessariamente “su una chiara volontà politica e da un adeguato livello di autonomia strategica” con un conseguente impiego di tutti gli strumenti a nostra disposizione. Secondo Guerini, dunque: “La difesa è un tassello fondamentale per un’Europa più politica e in grado di perseguire l’autonomia strategica”. Altrettanto importante sarà il lavoro dell’Unione sulla bussola strategica e nella cooperazione rafforzata, la cosiddetta Pesco 4 con tra Italia, Francia, Spagna e Germania.

LA TABELLA DI MARCIA

Per Guerini la bussola strategica deve essere il vero salto di qualità della difesa europea, accanto alla quale, tuttavia, si dovrà lavorare anche alla dichiarazione congiunta tra Ue e Nato. Tutto questo dovrà concludersi durante la presidenza di turno francese del Consiglio dell’Ue. I temi centrali indicati dal ministro per il confronto europeo dovranno essere l’articolo 44 del Trattato dell’Ue sulle disposizioni di politica di sicurezza e di difesa comune, la politica industriale dell’Ue e la Pesco 4, il cui ruolo di traino potrà avere una valenza politica importante nella discussione. L’aspetto tecnico è infatti, secondo Guerini, meno rilevante rispetto alla questione politica. La creazione di una forza di intervento rapido europeo è essenzialmente un tema politico. Fondamentale sarà l’analisi condivisa della minaccia, anche per affrontare il principale punto di divergenza tra i Paesi dell’Ue, con quelli dell’Europa meridionale, come l’Italia, più attenti al fianco sud e quelli dell’Europa orientale maggiormente proiettati verso est.

Una Difesa pronta all'azione. Gli obiettivi di Guerini

Di fronte alle commissioni Difesa di Senato e Camera il ministro Lorenzo Guerini ha illustrato il documento programmatico pluriennale 2021-2023. Ci sono nuovi 85 programmi, sette dei quali “strategici”, come il Tempest e i nuovi cacciatorpediniere. Si punta a una forza d’intervento multi-dominio

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