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Torino è la candidata italiana per ospitare la sede europea della futura struttura del Defence innovation accelerator for the North Atlantic (Diana), la rete federata di centri di sperimentazione e acceleratori d’innovazione con il compito di supportare le start up innovative facilitando la cooperazione tra settore privato e realtà militari. La proposta è stata presentata ufficialmente dal segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, Luciano Portolano, all’assistant secretary general for Emerging security challenges della Nato, David van Weel nel corso di un incontro, ieri presso la sede della regione Piemonte.

LEGAMI TRANSATLANTICI

La candidatura del capoluogo piemontese è dovuta anche alla presenza sul suo territorio di un ecosistema aerospaziale e della Difesa particolarmente solido. Durante la visita in Italia di van Weel, infatti, l’assistant secretary general ha visitato gli stabilimenti della space company italiana Argotec. Come commentato da David Avino, fondatore e amministratore delegato della società: “Ancora una volta, abbiamo avuto l’occasione di mostrare le più avanzate tecnologie che prendono vita nei nostri prodotti, come LiciaCube, l’oggetto italiano ad andare più lontano nello spazio”. Il satellite della società al momento sta viaggiando verso il sistema binario di asteroidi Didymos-Dimorphos, a undici milioni di chilometri dalla Terra, dove riprenderà la fase finale della missione di difesa planetaria della Nasa, Dart. Al di là del valore scientifico, la missione rappresenta il solido legame che unisce i comparti aerospaziali italiano – unico partner internazionale di Dart – e americano.

IL PROGRAMMA DIANA

Il progetto Diana è stato avviato al summit dei capi di Stato e di governo di Bruxelles del giugno 2021. L’obiettivo è garantire all’Alleanza Atlantica e ai Paesi membri il sostegno necessario a preservare la propria superiorità tecnologica. Propedeutica alla creazione della rete di Diana sarà l’identificazione di due uffici regionali, uno in Europa e uno in America settentrionale, che dovranno fungere da hub per l’intera rete di Diana nei rispettivi continenti. La nuova rete della Nato, infatti, intende inserirsi nei vari ecosistemi di innovazione già esistenti, limitandosi a sfruttare le sinergie che potrebbero crearsi in futuro a livello europeo. La logica segue sempre quella di evitare il più possibile duplicazioni e di permettere alla rete di Diana di rimanere agile e in grado di cogliere le opportunità. All’iniziativa si accompagna, inoltre, la creazione di un fondo di capitale di rischio, il Nato innovation fund (Nif), che sosterrà con finanziamenti mirati le start up e gli acceleratori di impresa.

LA CANDIDATURA DI TORINO

In questo quadro, dunque, l’Italia candida il capoluogo piemontese a sede del Regional office europeo di Diana, da istituire presso la Città dell’aerospazio, attualmente in fase di realizzazione, a fianco dei laboratori e degli spazi delle start up e del Business incubation centre dell’Agenzia spaziale europea (Esa). A disposizione del nuovo centro, inoltre, verrà messo l’acceleratore Aerospace and advanced hardware e le capacità del Centro di supporto e sperimentazione navale (Cssn) della Marina militare di La Spezia e del Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira) di Capua.

L’innovazione della Nato a Torino? L'Alleanza ci pensa e visita Argotec

L’Italia candida Torino quale nodo europeo di Diana, l’acceleratore per l’innovazione lanciato dall’Alleanza Atlantica con l’agenda Nato 2030. La proposta è stata ufficializzata dal segretario generale della Difesa, Luciano Portolano, all’assistant secretary general della Nato, David van Weel, che ha toccato con mano il solido ecosistema dell’aerospazio e della Difesa visitando, con l’occasione, gli stabilimenti torinesi della space company Argotec

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