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Caso Cipro: Usa capofila (non da oggi) della sollevazione internazionale contro Ankara che continua a spingere per i due Stati e per la decisione unilaterale di aprire la città assediata di Varosha. Gli Stati Uniti chiedono una “forte reazione” da parte del ONU, ma si apre il dibattito sul perché delle mosse turche. Un mese fa in occasione dei vertici Nato in Ue, Erdogan aveva chinato il capo dinanzi alle richieste di Joe Biden di trovare soluzioni diplomatiche e incorniciate nel diritto internazionale (e nel buon senso). Oggi però il dossier cipriota sembra essere legato a doppia mandata alle macro aspirazioni turche in Afghanistan e Libia, ma con molti rischi connessi.

VAROSHA

La parte turca ha annunciato, all’inizio della settimana in corso, che avrebbe smilitarizzato il 3,5% dell’area recintata di Varosha per trasformarla in un’area residenziale da sfruttare commercialmente: per questa ragione ha invitato i rifugiati a presentare le loro richieste sulle loro proprietà attraverso la commissione per gli immobili. Rifugiati però, lessicalmente parlando, non sono i turco-ciprioti, ma i greco ciprioti sfollati dai loro territori sin dal 1974.

Una fuga in avanti rispetto ai principi del diritto internazionale che non concedono tale opzione, in quanto territorio conteso e frutto di una invasione, di cui pochi giorni fa è stato ricordato il 47mo anniversario alla presenza di una folta delegazione americana. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato martedì durante una visita nella Cipro occupata che gli sforzi delle Nazioni Unite per trovare una soluzione e porre fine alla divisione dell’isola sono falliti, quindi ha affermato che “deve esserci una soluzione” (al netto degli incidenti del passato).

QUI ONU

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, assieme a tutti i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha espresso forte preoccupazione per gli sviluppi su Varosha dopo che Elisabeth Spehar, il rappresentante speciale del Segretario generale a Cipro, ha informato i membri del consiglio sulle intenzioni turche (già note in verità da tempo).

Particolarmente veementi le proteste dei rappresentanti americani, irlandesi, cinesi e indiani. Le parole di Spehar sono state nette: non sembra esserci una via d’uscita nei negoziati. Non sono mancate le pressioni inglesi per far approvare una bozza di accordo prima delle deliberazioni, ma la mossa non è stata per ora accettata dagli altri. Durante le discussioni Guterres ha ripetutamente invitato tutte le parti ad astenersi da azioni unilaterali che provocano tensioni e potrebbero compromettere gli sforzi in corso, anche perché la posizione delle Nazioni Unite su Varosha rimane invariata ed è guidata dalle relative risoluzioni del Consiglio di sicurezza.

QUI TURCHIA

Perché Erdogan, dopo le rassicurazioni avanzate al presidente Usa Joe Biden in occasione degli incontri Nato, ricomincia con le consuete provocazioni? Alcuni analisti avanzano l’ipotesi che Cipro copra solo altre partite, in cui la Turchia vorrebbe giocare un ruolo primario, come l’Afghanistan e la Libia. Nel Mediterraneo orientale, complice la crisi dell’economia sul Bosforo, Erdogan continua a non voler retrocedere dallo sfruttamento dei giacimenti marini di gas. A Kabul punta a recitare un copione che lo vedrebbe protagonista al tavolo della ricostruzione. A Tripoli vuole essere l’ombra dietro il nuovo governo che dovrebbe uscire dalle elezioni del prossimo dicembre. Non mancano le variabili, come il cronoprogramma di Wasghinton nei tre temi, le strategie sull’energia che toccano il gasdotto Eastmed, le proiezioni militari Usa in Grecia che si stanno rafforzando anche in chiave di controllo delle attività turche e gli intrecci con gli altri super players come Russia, Cina e Iran.

QUI USA

Anche il Segretario di Stato americano ha condannato l’azione turca: ha definito l’annuncio su Varosha “provocatorio” e “inaccettabile”. Blinken ha affermato che “gli Stati Uniti stanno lavorando con partner che la pensano allo stesso modo per riferire questa situazione preoccupante al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e solleciteranno una risposta forte”.

Intervenendo alla 36ma conferenza annuale su Cipro assieme ad una serie di autorità internazionali (il ministro degli Esteri di Cipro Nikos Christodoulides, il presidente della Camera Nancy Pelosi, il membro democratico della Camera Gregory Meeks, il premier greco Kyriakos Mitsotakis, l’amministratore delegato dell’American Jewish Committee David Harris e l’Arcivescovo d’America Elpidophoros), il senatore americano Bob Menendez ha sostenuto apertamente il presidente cipriota Nicos Anastasiades, che ha respinto a priori la partizione permanente e il riconoscimento del territorio occupato (soluzione caldeggiata unilateralmente dalla Turchia).

“Dico che sotto diverse amministrazioni, a mio avviso, siamo stati piuttosto passivi su questo impegno e tutto ciò che vediamo è che Erdogan continua a invadere la zona economica esclusiva non solo di Cipro, ma anche in Grecia – ha affermato Menendez – La Turchia ha svolto un ruolo nefasto in una varietà di aspetti nella regione e, a meno che non assumiamo un ruolo deciso, ci troveremo di fronte a una sfida significativa”.

@FDepalo

Cosa c'entra il colpo di mano su Cipro con l'influenza turca in Afghanistan e Libia

Il Segretario di Stato Blinken ha definito l’annuncio sull’occupazione del territorio conteso di Varosha “provocatorio” e “inaccettabile”. Il senatore Bob Menendez: “La Turchia ha svolto un ruolo nefasto in una varietà di aspetti nella regione e, a meno che non assumiamo un ruolo deciso, ci troveremo di fronte a una sfida significativa”

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