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È “davvero paradossale” che, mentre Russia e Stati Uniti discutono di “di un ritorno alla diplomazia, al dialogo, delle possibili vie per una risoluzione delle divergenze”, l’Unione europea cerchi “di metterci i bastoni tra le ruote” e fa “di tutto per ostacolare il processo di pace”. A parlare è Alexey Paramonov, ambasciatore russo in Italia, nel suo intervento, nei gironi scorsi, alla Conferenza delle associazioni per la promozione dell’amicizia tra la Russia e l’Italia. E ancora: “Il programma di riarmo promosso dai vertici dell’Unione europea rischia di impoverire i cittadini europei e di trasformarsi in un riarmo incontrollato della Germania, la quale, come ben ricordiamo, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso si tramutò nel Terzo Reich. Oggi è ancora possibile che si ripeta una cosa del genere? Sì, è del tutto possibile”.

Nel mirino della diplomazia russa, anche in Italia, dunque, è finita l’Unione europea, considerata il principale ostacolo alla sicurezza di Mosca e alle sue ambizioni regionali. Le parole di Paramonov sembrano confermare che oggi l’obiettivo principale del Cremlino nel processo creato da Washington sull’Ucraina è quello di usare gli Stati Uniti come una clava contro l’Europa.

Collegato a questo ragionamento, nel discorso c’è stato poi un passaggio sulla Russia potenza regionale, come l’aveva definito nel 2014 l’allora presidente statunitense Barack Obama. Evidentemente, ancora un nervo scoperto. “L’intenzione”, ha detto Paramonov, “è quella di insidiare, nelle menti e nei cuori degli europei, l’idea secondo cui la Russia sarebbe una ‘potenza di seconda categoria, che non ha il diritto di dettare all’Europa le sue condizioni’. E tutto questo viene affiancato dai continui tentativi di falsificare la storia”. Il diplomatico ha poi affermato qualcosa di molto lontano dalla realtà: “Le menti delle giovani generazioni sono sottoposte a un martellamento continuo, con il quale si vuole inculcare in loro l’idea che ‘Mosca non ha mai sconfitto il nazismo nella Seconda guerra mondiale’”.

Il riferimento implicito è alle parole di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, finito nel mirino della diplomazia russa nelle scorse settimana dopo aver paragonato l’invasione russa dell’Ucraina alle azioni della Germania nazista. E parlando sempre delle parole del capo dello Stato, l’ambasciatore ha lodato Vincenzo Lorusso, giornalista (non iscritto all’Ordine dei giornalisti italiani) che fa da megafono alla propaganda russa e che, per usare le parole del diplomatico “di recente ha indetto una petizione nella quale venivano condannate le esecrabili dichiarazioni” di Mattarella. Paramonov ha dimenticato di sottolineare che tra le 10.000 firme consegnate da Lorusso a Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, c’erano anche quelle di Ciolanka Sbilenka, Vagina Quasinova e Galina Kocilova – visibili prima che lo stesso si accorgesse della burla e disabilitasse la possibilità di leggere l’elenco dei firmatari.

Quanto all’Italia in generale, sì “è stata inserita nella lista dei Paesi ostili alla Russia” ed è “proprio in questa luce” che Mosca vede il governo italiano. Ma “non esistono, e non possono esistere, popoli che a priori siano ostili nei confronti dei russi”, ha detto Paramonov citando il suo capo, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.

Nel suo intervento, il diplomatico ha anche ringraziato le varie associazioni per la promozione dell’amicizia tra la Russia e l’Italia. Tra queste l’Associazione Conoscere Eurasia di Antonio Fallico è “senza dubbio” la “campionessa”. È la promotrice del Forum economico eurasiatico di Verona, che da tre edizioni si svolge fuori da Verona, dall’Italia e dall’Unione europea per permettere la partecipazione degli oligarchi russi (come Igor Sechin, uno dei fedelissimi del presidente russo Vladimir Putin e amministratore delegato del colosso petrolifero Rosneft): dopo Baku, in Azerbaijan, nel 2022 e Samarcanda, in Uzbekistan, nel 2023, l’anno scorso si è tenuto a Ras Al Khaimah, negli Emirati Arabi Uniti. “Ci auguriamo” che il forum “possa tornare presto a svolgersi in Italia”, ha detto Paramonov auspicando, dunque, la rimozione delle sanzioni europee (considerato che l’organizzazione non sembra voler rinunciare agli ospiti russi). Lodi anche alla Rete italiana pace e disarmo che nell’aprile del 2023 aveva indetto una raccolta firme contro l’invio di armamenti italiani all’Ucraina.

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