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Yes we can. Non è per scomodare il celebre slogan di Barack Obama ma l’Italia di Mario Draghi è sulla buona strada. La scommessa del Recovery Plan si può vincere. Nel giorno in cui il premier detterà la linea alla Camera (e poi al Senato) per poi spedire il piano italiano a Bruxelles, da Credit Suisse, una delle principali banche d’affari in Europa, arrivano rassicurazioni non scontate sul futuro del Paese. L’economia può rinascere, la campagna di vaccinazione sta finalmente ingranando e i mercati non danno segni di nervosismo verso l’Italia. Tradotto, lo spread Btp/Bund rimarrà basso.

“Le prospettive italiane sono migliorate negli ultimi mesi”, è la premessa del report dedicato all’Italia. “I progressi sulla vaccinazione significano che il governo inizierà gradualmente a riaprire il Paese nelle prossime settimane. Per coincidenza, il nuovo premier italiano Draghi, sta approfittando della deroga alle regole del Patto di stabilità per spendere di più”, spiegano gli economisti della banca elvetica. “Il governo ora si aspetta che il deficit di bilancio aumenti all’11,8% nel 2021, dopo il 9,5% nel 2020, il più alto della zona euro. Di conseguenza il debito salirà probabilmente al 163% del Pil nel 2021, dal 157% del 2020”.

Altro capitolo, la tenuta dei conti pubblici. Ma anche qui si respira un certo ottimismo. “La sostenibilità del debito non è un problema in questa fase. Prospettive di crescita più alte, combinate con condizioni finanziarie molto accomodanti, aiuteranno il Paese a rispettare i futuri obblighi di pagamento”. Musica per un Paese con il terzo debito mondiale. Ma c’è di più. “L’Italia sarà anche il più grande beneficiario del Recovery Fund: i fondi, spesi su un orizzonte di sei anni, saranno fondamentali per la futura traiettoria di crescita del Paese. Il coinvolgimento di Draghi nel processo di allocazione dovrebbe fornire ulteriori garanzie che i fondi saranno spesi in modo efficiente. Dal nostro punto di vista, le migliori prospettive di crescita potrebbero portare a un miglioramento del rating quest’anno, che a sua volta potrebbe attirare più investitori”.

Tutto questo non può che rassicurare i mercati, che prestano all’Italia 400 miliardi di euro all’anno. “Nel complesso, le prospettive favorevoli per l’Italia giustificano un’ulteriore riduzione del premio di rischio collegato ai Btp e, a nostro avviso, dovrebbero portare a una compressione degli spread rispetto al resto dell’Europa. Con questo in mente, la nostra analisi tecnica ribadisce la visione di restringimento dello spread sia per lo spread Italia/Germania a 10 anni che per lo spread Italia/Spagna a 10 anni”. Un buon programma.

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