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Un cambio di paradigma, per dare una marcia in più alle speranze di ripresa industriale del Paese, nel giorno in cui il governo approva lo scostamento di deficit da 40 miliardi e il Documento di economia e finanza. E anche per incentivare chi non ha del tutto smarrito la via del business, sopravvivendo alla pandemia. Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico, sembra esserne più che convinto: gli indennizzi, alias ristori, vanno tarati sulle perdite in bilancio e non sul fatturato. In altre parole, il parametro sono gli utili, al massimo il margine operativo lordo, di un’impresa e non i ricavi.

Come ha spiegato lo stesso responsabile di Via Veneto, “il tentativo è di andare verso un indicatore di risultato di esercizio. Naturalmente però questo sconta un problema: dobbiamo aspettare l’approvazione dei bilanci. E se riusciamo a contemperare l’approvazione dei bilanci ed eventualmente una anticipazione in termini di acconto basata sul fatturato per chiudere poi nei tempi di giugno o luglio sui bilanci e dare una distribuzione equa, avremo realizzato una più equa distribuzione degli indennizzi”.

Serve, dunque, un passo avanti. D’altronde, come chiarito da Giorgetti ieri in occasione di un convegno promosso, tra gli altri, dal Mediocredito centrale (qui l’articolo), il punto di caduta è che da oggi gli indennizzi devono andare a chi ha reali speranze di riprendere la via del business e non a quelle imprese diventate ormai zombie, per usare un’espressione cara al premier Mario Draghi.

Formiche.net ha chiesto un commento a Marco Bentivogli, ex leader della Fim-Cisl e fondatore del movimento Base. “Credo sia utile fare questa revisione, abbandonando il parametro del fatturato per l’erogazione dei ristori”, mette subito in chiaro l’ex sindacalista. “In questo modo si tende a non fare distinzione tra chi ha costi elevati e bassi margini. Da questo punto di vista la proposta di Giorgetti che mira a tarare gli indennizzi sul margine e non sui ricavi rappresenta un parametro più serio di quello precedente. E anche più intelligente se proprio vogliamo dirla tutta. Ovviamente la difficoltà sta nell’analisi dei dati, cioè nell’individuare chi fa utili, quanti ne ha persi e via dicendo, al fine di erogare gli indennizzi. Questa è senza dubbio una difficoltà”.

Bentivogli si spinge anche oltre. “Tale proposta mira a creare una maggiore selezione, evitando di dare i famosi soldi a pioggia. Perché se il parametro è il margine è evidente che già si precludono le aziende considerate zombie, anche se questo è un problema distinto. Quello che serve per portare avanti tale idea, è un’anagrafe tributaria aggiornata che vada oltre i ristori. Serve una mappa dettagliata che possa funzionare anche per le future misure che dovranno essere prese per le imprese. Perché il problema fondamentale fin qui è che sono stati dati pochi soldi a chi ne aveva bisogno e tanti a chi invece non ne aveva titolo. Per questo un cambio di paradigma è necessario”.

Giorgetti ha ragione, sui ristori serve un cambio di marcia. Parola di Bentivogli

Il ministro dello Sviluppo spinge per calibrare gli indennizzi in base ai margini dell’azienda anziché al fatturato. E per l’ex leader della Fim-Cisl e fondatore di Base è un buon modo per smetterla di dare soldi a chi non ne ha bisogno

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