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Disturbatrice della Russia in Ucraina e centro nevralgico per le imminenti trattative afghane. Il nuovo ruolo della Turchia nella geopolitica euromediterranea è focalizzato anche su questi due aspetti, oltre che su Libia e Siria. Un paese che punta a farsi “utile” (anche agli occhi degli Usa) in chiave geopolitica in due dossier altamente strategici e attraversati da continue tensioni. Sullo sfondo il rapporto che resta controverso con Mosca, al netto degli affari che permangono solidi sull’asse Moscova-Bosforo.

AFGHANISTAN

“E’ giunto il momento per le truppe dispiegate in Afghanistan di tornare nei loro paesi e gli Stati Uniti lavoreranno con i loro alleati per un ritiro coordinato da quel paese”. L’annuncio del Segretario di Stato americano Anthony Blinken presso la sede della NATO ha anche un punto di caduta temporale, probabilmente l’11 settembre. Ragion per cui il processo di pace entrerà nella sua fase decisiva.

La Turchia ospiterà a Istanbul l’incontro di pace per l’Afghanistan dal 24 aprile al 4 maggio, convocato assieme a Qatar e Nazioni Unite. L’obiettivo è sostenere un Afghanistan sovrano, indipendente e unificato, meta a cui si giungerà tramite l’integrazione dei negoziati intra-afghani in corso a Doha. Per cui al termine della conferenza verrà predisposta una tabella di marcia per la fine del conflitto oltre a un percorso di possibile normalizzazione istituzionale.

La vulgata in seno al governo turco è circoscritta al potenziale che Ankara può sprigionare nel dossier: la Turchia intende così intensificare il processo di pace in Afghanistan tramite un iniziale cessate il fuoco, per poi favorire un accordo su una pace equa e sostenibile. Il tutto si inserisce all’interno del centenario delle relazioni diplomatiche turco-afghane. Fonti diplomatiche ricordano che in Afghanistan ogni afghano si considera anche un po’ turco per via di legami e relazioni storiche.

DONBASS

Tra Russia e Ucraina il governo turco ufficialmente si augura la fine delle tensioni. Le parole del ministro della Difesa turco Hulusi Akar vanno in questa direzione: “Come abbiamo sempre detto, siamo favorevoli a una fine pacifica della tensione tra Russia e Ucraina nel rispetto dell’integrità territoriale nel quadro del diritto internazionale”. La convinzione del governo è che l’Ucraina è un alleato strategico della Turchia a cui offrire “ogni tipo di supporto per risolvere questo problema con mezzi pacifici garantendo il dialogo”.

Il ministro della Difesa ha citato le dichiarazioni del presidente Recep Tayyip Erdogan sul sostegno della Turchia alla sovranità ucraina, dopo aver ricevuto sabato scorso a Istanbul il presidente ucraino Volodomyr Zelensky. Dal 2014 la Turchia ha rifiutato l’annessione della penisola di Crimea da parte della Russia ma in quei giorni non appoggiò le sanzioni occidentali contro la Russia. Di contro Ankara e Kiev da un biennio a questa parte hanno intensificato le relazioni, passaggio che ha sollevato perplessità a Mosca. Due giorni fa sul punto è intervenuto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che ha fortemente criticato il sostegno militare turco all’Ucraina.

VOLI

Tra le crescenti tensioni sul dossier ucraino, si registra la sospensione dei voli aerei fra Russia e Turchia, una destinazione popolare per milioni di turisti russi. Ufficialmente la motivazione riguarda l’aumento dei casi da coronavirus, ma il tutto va letto in “ottica Donbass”. Al momento la decisione riguarda la limitazione dei voli dal 15 aprile al 1 giugno, anche se verranno mantenuti due voli a settimana tra Mosca e Istanbul. Un colpo anche al turismo, visto che almeno mezzo milione di russi aveva già prenotato in Turchia, per un ammontare di circa 400 milioni di dollari.

twitter@FDepalo

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