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“Questa soluzione tecnologica ci consente di portare la nostra rete ovunque: allarghiamo il ventaglio della nostra offerta anche nei luoghi più inaccessibili del Paese”. È il senso dell’accordo con Telespazio spiegato dall’amministratore delegato di Open Fiber, Elisabetta Ripa, per un’intesa che punta a portare connettività a banda larga fin nei più remoti e isolati angoli del nostro Paese, dalle baite di montagna alle piccole isole nel Mediterraneo. Sarà possibile grazie a una piccola antenna e, soprattutto, ad avanzate tecnologie spaziali. Lo stesso concetto è d’altra parte al centro di un’altra recente intesa, tra Tim e EutelSat, azienda francese di telecomunicazioni via satellite. In tal senso, ci ha spiegato Marcello Spagnulo, quella di Telespazio e Open Fiber “sembra segnare un posizionamento competitivo e alternativo”.

L’ACCESSO A INTERNET PASSA PER I SATELLITI

Lo scopo della nuova collaborazione tra la joint venture di Leonardo e Open Fiber è contribuire a ridurre il digital divide che caratterizza in negativo il nostro Paese, promuovendo al contempo la digitalizzazione diffusa. Grazie alla tecnologia satellitare messa a disposizione da questa partnership, sarà possibile per One Fiber abilitare l’accesso a internet ad una platea più vasta di utenti, sfruttando i servizi a banda larga High throughput satellite (Hts) resi disponibili dalle piattaforme satellitari di Telespazio, con prestazioni definite “completamente paragonabili a quelle convenzionali terrestri”. Grazie a questa soluzione, anche case isolate, piccole isole e aree impervie potranno essere raggiunte dai servizi digitali, dallo streaming on-line alle piattaforme per lo smart working e la didattica a distanza.

IL RUOLO DI TELESPAZIO

“La tecnologia satellitare offerta da Telespazio costituisce la soluzione complementare che mancava per raggiungere gli obiettivi strategici di copertura in banda ultralarga del nostro Paese”, ha spiegato il coordinatore delle attività spaziali di Leonardo e amministratore delegato di Telespazio, Luigi Pasquali. “Questa iniziativa – ha aggiunto – si inserisce in un più ampio progetto di Leonardo per la coesione territoriale che mira a ridurre il gap di connettività assicurando la piena cittadinanza digitale a milioni di italiani”. Il focus si inserisce nel piano strategico Be Tomorrow 2030, di cui l’azienda si è dotata già prima della pandemia avvertendo “l’urgenza di un balzo in avanti nella digitalizzaione del Paese e del ripensamento, in senso più ampio, del concetto di sicurezza e resilienza”, spiegava in una recente intervista l’ad di Leonardo Alessandro Profumo.

L’ACCORDO

Con l’intesa odierna, Open Fiber acquista il servizio di accesso a Internet Satellite to the home (Stth) da Telespazio. Nel dettaglio, il segnale potrà essere trasmesso in maniera continuativa tramite link satellitare e ricevuto da una piccola antenna installata e configurata a casa dall’utente. Telespazio, spiega una nota congiunta, ha garantito a Open Fiber la migliore tecnologia attualmente disponibile, con prestazioni basate sui satelliti Hts. L’accordo consentirà, in futuro, di accedere a prestazioni ancora superiori grazie ai prossimi satelliti Very high throughput satellite (Vhts), in funzione dell’evoluzione del mercato e delle esigenze dei clienti. I servizi così ottenuti completano l’offerta di Open Fiber, aggiungendosi a Fiber to the home (Ftth), la fibra fino a casa, e al Fixed wireless access (Fwa).

UN SERVIZIO PER IL PAESE

Grazie al sistema satellitare di Telespazio, la connessione arriverà anche a una parte delle cosiddette “aree bianchissime”, cioè quelle zone del Paese prive di qualsiasi forma di connettività, sia fissa che mobile. Per queste aree Open Fiber ha avviato un piano ad hoc su impulso del ministero dell’Innovazione in circa 200 comuni italiani definiti “bianchissimi” dall’Agcom, nei quali cioè sono maggiori i disagi legati alla connettività. Le finalità dell’accordo sono coerenti con la mission di Open Fiber, che sta realizzando una rete ultrabroadband (Ubb) in tutto il Paese, ivi comprese le aree più isolate.

LE PUNTATE PRECEDENTI

Insieme al player di Stato, nella partita per la rete unica c’è anche Tim. A metà novembre, il gruppo telefonico guidato da Luigi Gubitosi ha siglato un accordo da 150 milioni con la francese Eutelsat, fondata alla fine degli anni 70 e oggi tra i maggiori operatori di comunicazioni satellitare al mondo (gestisce circa 40 satelliti). L’obiettivo, spiegava la nota, è “ampliare l’offerta di servizi in banda ultra-larga attraverso la tecnologia satellitare in linea con l’obiettivo di chiudere progressivamente il digital divide in Italia a partire dal 2021 e coprire in questo modo anche le zone più isolate e remote del Paese”. In base all’accordo (qui spiegato da Marcello Spagnulo), Tim acquisterà per i prossimi anni l’intera capacità trasmissiva per l’Italia sui due nuovi satelliti ad altissime prestazioni che Eutelsat ha attivato e attiverà nei prossimi mesi. E cioè il satellite Konnect per la distribuzione della banda ultra-larga satellitare e, successivamente, il satellite Konnect Vhts, che, una volta entrato in funzione, grazie alla sua maggiore capacità, consentirà di offrire connessioni ancora più performanti e a un numero maggiore di clienti.

NUOVE OPPORTUNITÀ 

Ora, l’intesa tra Open Fiber e Telespazio pare una risposta alternativa. “Ma il mercato è ampio – segnala ancora Spagnulo – e l’offerta si può diversificare; non per forza ci deve essere un unico fornitore”. Anche sul territorio nazionale “abbiamo un mercato in evoluzione e ci sono più competitor, ma è giusto che sia così”. Piuttosto, conclude l’esperto, “c’è da segnalare come entrambi i servizi fanno, con tutta probabilità, riferimento a un unico provider wholesales di banda satellitare, verosimilmente proprio EutelSat.

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