Skip to main content

Un giudice federale del Texas ha respinto l’azione legale del deputato repubblicano Louie Gohmert e di altri suoi colleghi per costringere Mike Pence a cambiare i voti del Collegio elettorale, quando, mercoledì 6 gennaio, presiederà la sessione congiunta del Congresso che dovrà ratificare la vittoria di Joe Biden nelle elezioni presidenziali del 3 novembre. Secondo il giudice, i promotori dell’iniziativa non hanno titolo per avviarla.

Lo stesso Pence si era opposto all’istanza: i suoi legali sostenevano che le questioni legali sollevate da Gohmert vanno eventualmente poste alla Camera e al Senato. Secondo la Cnn, ci sono almeno un paio di senatori repubblicani – uno, Josh Hawley, è già uscito allo scoperto – e circa 140 deputati intenzionati a contestare l’esito del voto delle presidenziali in alcuni Stati.

Anche Donald Trump avrebbe sollecitato il suo vice, Pence, a interferire, ribaltando l’esito del voto. Ma per cambiare il voto di uno Stato, occorre il consenso di entrambi i rami del Congresso; e anche ammesso che i repubblicani siano compatti – il che non è –, la Camera è controllata dai democratici.

Il partito appare diviso e se si andasse al voto dovrebbe scegliere tra la fedeltà a Trump e la sacralità del processo elettorale, rischiando una pericolosa lacerazione politica. Il leader dei senatori Mitch McConnell ha scoraggiato i colleghi dal contestare l’esito delle urne ma alla fine lascerà libertà di coscienza. Il senatore del Nebraska Ben Sasse ha invece condannato duramente la mossa del collega Hawley e di quanti intendono sfidare i risultati elettorali.

Pence non sembra quindi volersi prestare al gioco e dopo la sessione a camere riunite partirà per una missione di una settimana oltreatlantico per evitare l’inevitabile ira di The Donald.

Rientrato in anticipo dalla Florida a Washington il 31 dicembre, Trump assicura, su Twitter, che “un’enorme quantità di prove sarà presentata il 6 gennaio” sulle presunte frodi elettorali; e scrive “Abbiamo vinto!”, anche se il suo post viene contrassegnato da Twitter con l’avvertenza che “i responsabili elettorali hanno certificato Biden come vincitore delle presidenziali Usa”.

Il presidente continua, inoltre, a promuovere la “grande manifestazione di protesta” del 6 gennaio a Washington, con lo slogan “Stop the steal!”. Secondo altre fonti invece il presidente vorrebbe farsi trovare pronto nel caso di una vendetta di Teheran nell’anniversario, il 3 gennaio, dell’eliminazione del generale iraniano Qassim Soleimani.

Ieri, nel giorno di Capodanno, il Congresso ha inflitto un’umiliazione senza precedenti a Trump annullando per la prima volta un suo veto, quello sulla legge da 741 miliardi di dollari per la difesa. Dopo la Camera, anche il Senato ha ri-approvato il provvedimento con oltre due terzi dei voti: quindi, ora il testo è legge. Trump vi s’era opposto perché voleva includervi l’abolizione dell’immunità per i social media ed escluderne la possibilità di cambiare i nomi delle basi militari intestate a personaggi confederati.

Con un’altra mossa non gradita al presidente, il capo della maggioranza al Senato Mitch McConnell ha per il momento accantonato un voto sull’aumento da 600 a 2000 dollari del sussidio ai cittadini al di sotto di un certo reddito: l’aumento, richiesto da Trump e condiviso dai democratici, è stato approvato dalla Camera, ma il Senato lo prenderà in considerazione solo insieme ad altre istanze, come la protezione della sicurezza delle elezioni e l’abolizione dell’immunità per i social media.

Nonostante le tensioni politiche, e l’imperversare del coronavirus, la Borsa ha chiuso il 2020 su livelli record, testimoniando, se mai ce ne fosse bisogno, lo iato tra finanza ed economia, che registra milioni di disoccupati e un aumento dei livelli di povertà. Secondo i dati della John’s Hopkins University, alla mezzanotte di ieri sulla East Coast, i contagi nell’Unione superavano i 20.128.000 e i decessi erano quasi 347.800.

Trump e Biden, fine anno ‘difficili’ – Trump ha disertato il tradizionale party di fine anno che organizza da anni nel resort di Mar-a-Lago deludendo i 500 ospiti paganti che confidavano d’incontrarlo e che hanno dovuto accontentarsi di membri della famiglia, mentre Donald e Melania rientravano alla Casa Bianca, dopo un litigio sul nuovo arredamento della loro residenza in Florida, dove si trasferiranno a fine mandato, tra meno di tre settimane. La coppia non ha spiegato il cambio di programma repentino e ha fatto un piccolo veglione casalingo.

Negli auguri su Twitter, Trump ha celebrato i record di Wall Street e il senatore Hawley, senza fare cenno all’epidemia e alle sue vittime, che Biden, invece, vuole onorare con una fiaccolata sul Mall di Washington alla vigilia del suo insediamento.

Un contrattempo ha però turbato gli auguri di Joe e della moglie Jill: al termine di un’intervista in diretta con la Abc, non sono riusciti a lanciare i coriandoli con i quali avrebbero voluto salutare il popolo americano. Le immagini erano trasmesse su schermi giganti allestiti in una semideserta Times Square a New York, chiusa al grande pubblico per le misure anti Covid. Alla fine la futura first lady ha cercato di azionare un contenitore che avrebbe dovuto lanciare in aria i coriandoli, ma non c’è riuscita, e nemmeno l’aiuto del marito ha dato migliori risultati. “Migliore fortuna nel nuovo anno”, ha augurato loro l’intervistatore, Ryan Seacrest, prima di chiudere il collegamento.

www.giampierogramaglia.eu

Ribaltare il voto? Se anche Pence dice no a Trump

Respinta un’azione legale per costringere Pence a cambiare i voti del Collegio elettorale che mercoledì ratificherà la vittoria di Biden. Il vicepresidente già si era opposto all’istanza. E Trump… Il punto di Gramaglia

Il Bilancio della Scuola dell’anno 2020 lancia gli assist di azione dell’anno 2021

  Abbiamo guardato al 2020 come al ventennio della Legge sulla parità. Avevamo programmato quasi tutto: convegni per celebrare il ventennio, sale in prestigiosi teatri per raccontarci che cosa non ha funzionato. Le agende dei padri e delle madri della legge sulla parità erano fitte di eventi celebrativi, autoanalisi: gli articoli della Costituzione sarebbero stati passati al setaccio. In prima…

Russia 2020, l’inizio della transizione? Il bilancio del prof. Savino

L’idea di fondo dell’agire politico di Putin in questi mesi non è cambiata, nonostante tutto, ed è da questo elemento che l’analisi su quando accaduto nel 2020 e su cosa riserva il futuro alla Russia deve partire: la stabilità del sistema e la sua perpetrazione in futuro. L’analisi diGiovanni Savino, senior lecturer presso l’Istituto di scienze sociali dell’Accademia presidenziale russa dell’economia pubblica e del servizio pubblico a Mosca

Il 2020 della politica italiana su Twitter. Ecco il report Utopia (con sorprese)

Un report sull’attività di partiti e leader sul social cinguettante rivela che Matteo Salvini è il leader più presente, ma non il più seguito. E a riuscire a catturare maggiormente l’attenzione degli utenti, a sorpresa, è Roberto Speranza

Conte, Renzi e la partita del Quirinale. Ecco gli scenari secondo Palano

“Sostituire Conte alla guida del governo pare essere l’obiettivo di Renzi”, ma “è fantapolitica”. All’orizzonte un possibile rimpasto, ma il premier è intoccabile. E le opposizioni… Conversazione con Damiano Palano, direttore del dipartimento di Scienze politiche dell’Università Cattolica

Calvino e il secchio vuoto che ci porta nel nuovo anno

La lezione di Calvino ha una conclusione che ben si adatta a chi ha voglia di volare, nonostante tutto (pandemia inclusa): restare leggeri per attraversare tempi e situazioni. La riflessione di Rocco D’Ambrosio

vaccino covid

Vaccini, la lezione tedesca e le mancanze dell’Italia. Parla Varvelli

Roma dovrebbe guardare il modello (eccelso) di Berlino sulla gestione della pandemia e impegnarsi per superare le inefficienze del sistema burocratico. Tutto a beneficio della salute dei cittadini. Conversazione con Arturo Varvelli, direttore dell’ufficio di Roma del think tank European Council on Foreign Relations (ECFR)

La politica estera dell’Italia? Analisi (e consigli) del prof. Parsi

Il politologo Vittorio Emanuele Parsi analizza con Formiche.net i cardini della politica estera italiana alla fine di un anno complesso e davanti alle sfide del futuro. Europa, Mediterraneo, Stati Uniti e Cina: problemi e opportunità per Roma

Così il Quirinale lancia l’anno bianco. No a crisi e (suo) mandato bis

Nel suo messaggio di fine anno, Mattarella mette fretta: non si deve perdere tempo, “non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte”. Ma il Capo dello Stato ha mandato un altro messaggio alla politica: non intende prolungare il suo mandato. La lettura di Stefano Vespa

Brexit, l'interpretazione (non convenzionale) di Balducci

Standard setting e Corte europea di giustizia sono due angolature importanti per valutare l’accordo sulla Brexit e le conseguenze che questo avrà sia nel Regno Unito che sul futuro dell’Unione europea. L’analisi di Massimo Balducci

×

Iscriviti alla newsletter