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“In un mondo ricco d’informazione, l’abbondanza di questa significa che manca altro: la scarsità che l’informazione consuma. Che non è altro che l’attenzione dei ricevitori. Pertanto, la ricchezza dell’informazione genera povertà di attenzione e una necessità di collocare efficientemente quest’attenzione tra la sovrabbondanza di fonti di informazione che possono consumarla”. Questa è una riflessione fatta più di 50 anni fa dall’economista e psicologo Herbert A. Simons, prima di ricevere il Nobel per le scienze economiche nel 1978.

Così, un bene intangibile chiamato attenzione acquisisce un alto valore e diventa ambìto per molte imprese. È per questo che le condivisioni, le visualizzazioni e i “mi piace” sono monetizzabili in un mondo in cui le piattaforme digitali riuniscono miliardi di persone.

Un paper intitolato “Paying Attention: The Attention Economy” della Berkeley Economic Review, ricorda che Simon aveva ipotizzato l’attenzione come il “collo di bottiglia del pensiero umano”, che limita ciò che possiamo percepire in ambienti stimolanti.

Anni dopo, nel 1997, il fisico Micheal Goldhaber ha avvertito come il sistema economico si è spostato verso un’economia basata sull’attenzione, sviluppando carriere che si basano sulla cosiddetta “economia dell’informazione”.  E mentre l’informazione non è scarsa, l’attenzione può esserlo eccome.

“Denaro e attenzione sono distinti – si legge sulla Berkeley Economic Review –. Il denaro segue l’attenzione, mentre il contrario non è necessariamente vero. Man mano che la nostra economia diventa più dipendente dall’attenzione, il mezzo di scambio fluisce dai detentori del primo ai detentori della seconda”.

È importante ricordare che la nostra attenzione è ed è sempre stata limitata, preziosa e scarsa. Ma i progressi tecnologici hanno reso disponibile una quantità enorme di informazioni, pensata proprio per catturare l’attenzione.

E, grazie ai social network, non è mai stato così facile farlo. Piattaforme digitali di condivisione e diffusione che hanno ben saputo sfruttare l’ex presidente americano Donald Trump. La sua strategia è stata quella di minimizzare le classiche conferenze stampa, e usare Twitter per comunicare questioni anche di molta rilevanza.

L’articolo “After Trump, the attention economy deflates” su Axios analizza la deflazione dell’economia dell’attenzione nell’era post- Trump, e come il resto del mondo si cerca di adeguare al fenomeno.

Trump aveva abituato gli americani ad usare i social network per “provocare e distrarre”, mettendo a dura prova il sistema nervoso del paese e diminuendo il valore di ogni singolo ciclo di notizie. “Ora capiremo se i nostri circuiti collettivi possono riprendersi”, si legge nell’analisi.

I numeri però svelano una controtendenza. Secondo i dati di Keyhole ripresi da Axios, durante le prime due settimane di febbraio ci sono stati 13,8 milioni di post sui social media sul presidente Biden; ovvero, circa un ottavo dei 104 milioni di post su Trump nelle prime due settimane di gennaio.

Lo stile di Biden è molto diverso. “Gli annunci di Biden emergono in modo pianificato e ordinato – scrive Rosenberg -. Svela gli appuntamenti dopo serie deliberazioni, non in un tweet. Le sue politiche arrivano con dettagli arricchiti. Questo stile di comunicazione può offrire rassicurazione agli americani le cui ghiandole adrenaliniche hanno bisogno di riposo. Naturalmente, corre anche il rischio di annoiare”.

Fuori dalla scena politica, molti imprenditori scommettono sul sovraccarico di informazioni, che pensano continuerà a segnare la società americana. Uno di loro è il fondatore e ceo di Tesla, Elon Musk, che ha fatto schizzare il prezzo del bitcoin con un tweet.

“L’economia dell’attenzione si è spostata solo in una direzione, verso la velocità e l’ubiquità – conclude l’articolo -. Chiunque pensi che possa essere invertito – che la deflazione dell’attenzione possa durare – scommette contro una tendenza lunga un secolo”.

La vita dopo Trump e il crollo dell’economia dell’attenzione

Abituati ai fiumi di tweet e attività social dell’ex presidente, con l’arrivo di Biden alla Casa Bianca la dinamica è cambiata. Ma c’è chi scommette ancora sull’economia dell’attenzione, bene intangibile di alto valore

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