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La tensione è altissima. L’ultimo miglio del mandato esplorativo di Roberto Fico molto probabilmente sarà condito da dissidi pesanti. La tappa successiva  è al Quirinale e “le prossime ore saranno decisive, sebbene lo scenario sia ancora apertissimo”. Ci dicono così da Italia Viva. Forti di un leader che non ha nessuna intenzione di cedere terreno. Il Pd ha una posizione attendista, che in un certo senso rispecchia la figura del segretario Zingaretti. “Qualche battaglia il Pd dovrebbe portarla avanti in modo più incisivo e invece….ciao alla prossima”. La conversazione con gli esponenti renziani a questo punto si interrompe bruscamente.

Un punto però è assodato: a cucire la lacerazione tra IV e i 5 Stelle sul tema Giustizia ci ha provato il vicesegretario dem Andrea Orlando. E’ è subito scontro. Più che tra titani, coi renziani. “Ma non personalizziamo – ammoniscono da Iv – quello che ha proposto Orlando non era neanche malaccio, però non era assolutamente esauriente”. Il dem ha proposto un “lodo” sulla prescrizione su cui c’è stata una apertura da parte di M5s. Ma le truppe del senatore fiorentino non arretrano.

“C’è ancora una distanza abissale sui contenuti: la giustizia è una cosa seria”. Loro vorrebbero “la riforma del processo penale, sulle intercettazioni e sulla prescrizione”. Tra le altre cose, chi ha buona memoria, ricorderà che “il testo sulla Giustizia uscito dal Cdm inerente il processo penale – dicono i parlamentari di Italia Viva – non lo abbiamo votato. Questo testo, per quanto ci riguarda, va emendato profondamente”. Con una punta di ironia amara i renziani constatano che non trattandosi di una battaglia riconducibile a slogan “quello della Giustizia è una tema sul quale i grillini non ci vendono incontro”.

A proposito di acronimi pare che, pur essendo ancora uno tra i temi più insidiosi, quello del Mes sia in fase di definizione. “Anche perché – specificano da Iv – noi non abbiamo mai detto ‘O Mes o morte”. A chiedere il ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilità “è perfino Bruno Tabacci, oltre che i parlamentari del Partito Democratico”. D’altro canto, fanno notare i parlamentari più avveduti, “è singolare che nel nuovo gruppo di europeisti che si è costituito, ci sia una buona parte di coloro che votarono contro al Mes”. Figuriamoci fossero stati euroscettici. L’aria è pesantissima, dicevamo in premessa.

E l’ironia tagliente di alcuni deputati renziani fa presagire che, comunque, anche se si trovasse una quadra per creare un Esecutivo formato nell’ambito dell’attuale perimetro politico delle forze di maggioranza, i rapporti saranno tesi. “Siamo sull’orlo del precipizio – dicono infatti – e c’è il concreto rischio che il presidente Fico si trovi dinnanzi a una delegazione di Italia Viva ancora ben salda sulle sue posizioni”. “Noi vorremo arrivare a una forte discontinuità sui temi – riprende un parlamentare di Iv – ma il Pd non sta facendo questa parte”.

Probabilmente perché, specie in questa fase così delicata (nella quale comunque il Movimento 5 Stelle rimane numericamente forte) è preferibile stare acquattati. O meglio dirigersi inesorabili verso l’operazione di miscellanea con i grillini orchestrata dal Richelieu della politica italiana (già, pare, in odore di salire al Colle e non da turista ma da papabile inquilino) Dario Franceschini. Rimane comunque aperta l’ipotesi di un Governo istituzionale. “E’ chiaro però che se il centrodestra continua unicamente a considerare come unica soluzione quella di tornare alle urne, si può fare ben poco”. La strizzata d’occhio a Forza Italia era già nell’aria. Forse adesso è proprio un’avance.

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