Skip to main content

Soltanto nel 2020, l’ultimo anno di presidenza di Donald Trump, l’amministrazione statunitense ha messo in piedi 159 provvedimenti legati alla Cina. Axios.com ha fatto i conti e la lista è lunga: va dall’abbandono dell’Organizzazione mondiale della sanità alle restrizioni ai giornalisti cinesi negli Stati Uniti, dalle sanzioni contro Huawei a quelle legate ai diritti umani e allo sfruttamento del lavoro forzato nello Xinjiang.

Un’eredità pesantissima per il futuro presidente, Joe Biden, chiamato a decidere i termini dell’eventuale re-engagement ma anche a valutare quali misure messe in piedi dal predecessore per contenere la minaccia cinese (a partire dagli executive order in ambito tecnologico) lasciare intatte. Diversi analisti suggeriscono che il futuro inquilino della Casa Bianca possa smorzare i toni, ma non la sostanza, rispetto al predecessore: anzi, c’è chi evidenzia che il confronto commerciale e tecnologico possa diventare anche ideologico.

IL LASCIATO DI POMPEO

Tra i lasciti ci sarà anche un documento dell’Office of Policy Planning del dipartimento di Stato guidato da Mike Pompeo in cui si delinea la risposta americana all’ascesa cinese come superpotenza autoritaria. Axios.com ha ottenuto una copia del dossier che verrà presto pubblicato dall’ufficio diretto da Peter Berkowitz: il titolo, The elements of the China challenge, trae ispirazione da un articolo pubblicato nel 1947 dal diplomatico statunitense George Kennan dal quale nacque la dottrina del contenimento come strategia da affrontare l’Unione sovietica durante la Guerra fredda.

Il documento di 74 pagine rappresenta una svolta rispetto al documento preparato l’anno scorso da Kiron Skinner, precedessore di Berkowitz. Il punto centrale è ideologico: un appello agli Stati Uniti affinché “tornino ai fondamentali” elaborando “politiche solide che siano al di sopra delle liti burocratiche e delle battaglie tra agenzie e trascendano i cicli elettorali a breve termine. L’obiettivo generale degli Stati Uniti dovrebbe essere quello di garantire la libertà”, si legge nel dossier (in cui però mancano temi chiave come la politica industriale e quella tecnologica, come ha evidenziato Rush Doshi, direttore del Brookings China Strategy Initiative, citato da Axios.com).

I DIECI COMPITI

Il documento cita “dieci compiti” per gli Stati Uniti (dove, ormai, esiste un forte consenso bipartisan circa la minaccia cinese): promuovere il governo costituzionale e la società civile “a casa”; mantenere l’esercito più forte del mondo; rafforzare l’ordine internazionale basato su regole; rivalutare il sistema di alleanze; rafforzare il sistema di alleanze e creare nuove organizzazioni internazionali per promuovere la democrazia e i diritti umani; cooperare con la Cina quando possibile e limitare Pechino quando opportuno; educare gli americani alla sfida della Cina; formare una nuova generazione di dipendenti pubblici che capiscono la concorrenza tra le grandi potenze con la Cina; riformare il sistema educativo statunitense per aiutare gli studenti a comprendere la responsabilità della cittadinanza nell’era dell’informazione complessa; difendere i principi di libertà nelle parole e nei fatti.

CIÒ CHE MANCA

Come sottolinea Axios.com, il documento, pur enfatizzando valori come la libertà economica e la forza militare, rifiuta unilateralismo e isolazionismo professati da Trump (un aspetto che dimostra la volontà di continuità da parte del dipartimento di Stato). Inoltre, offre una lettura della competizione tra Stati Uniti e Cina come sfida tra civiltà o razza: “La Cina è una sfida a causa della sua condotta”, si legge nella prima pagina.

L’ATTENZIONE ALL’EUROPA

Le pagine 21 e 22 sono dedicate all’impegno cinese in Europa (in particolare nel settore dell’infrastrutture, 5G e nucleare su tutte).

“Il Partito comunista cinese ha visto l’inclusione di Atene” nel formato di dialogo 17+1 “come una vittoria, soprattutto considerando i notevoli investimenti della Cina nel porto del Pireo e il potenziale per un maggiore accesso derivante da altri investimenti nei porti e nelle ferrovie europee”.

E non poteva mancare un riferimento all’Italia, che rischia di ritrovarsi (ancora una volta) nel mezzo di una Guerra fredda: “Con un cenno simbolico all’antica Via della Seta che collegava gli imperi di Han e Roma, l’Italia è diventata recentemente il primo Paese del G7 a firmare un Memorandum d’intesa sulla Via della seta”.

Che Cina sarà? Da Huawei al commercio, tutte le sfide di Biden

Il dipartimento di Stato Usa smorza i toni unilaterali di Trump e indica la strada a Biden: mettere la libertà al primo posto e adottare la dottrina del contenimento, pensata nel 1947 per l’Urss, come strategia per affrontare la Cina. Una nuova guerra fredda all’orizzonte? E l’Italia…

Mattarella e l'unità istituzionale come antivirus

Il discorso del Presidente della Repubblica all’assemblea dell’Anci, l’associazione dei Comuni, contiene segnali inequivocabili: un omaggio agli amministratori locali, primo punto di riferimento e di supporto, e anche a chi ricopre il ruolo di opposizione; l’invito a evitare le polemiche rincorrendo interessi di parte perché invece “si vince insieme”; la consapevolezza che il virus è il nemico comune. L’analisi di Stefano Vespa

La transizione green di Eni? Ecco cosa ha detto Descalzi all’Atlantic Council

La transizione energetica non è un pranzo di gala. Ospite dell’Atantic Council di Washington DC, l’ad di Eni Claudio Descalzi spiega la strada (in salita) per ridurre a zero le emissioni di CO2. E apre uno scorcio sulla crescita del Cane a sei zampe nella turbolenta area East Med, dalla Libia all’Egitto

Il ricatto sul bilancio Ue? Solo Merkel può sbloccarlo. Parla Nelli Feroci (Iai)

Conversazione di Formiche.net con Ferdinando Nelli Feroci, presidente dello Iai, riguardo lo scontro sul bilancio andato in scena a Bruxelles. Nella migliore delle ipotesi, osserva il diplomatico italiano, vuol dire un ritardo nell’approvazione della programmazione di bilancio e nella peggiore un blocco vero e proprio

Bilancio Ue, niente compromessi con Ungheria e Polonia. La versione di Nannicini

L’economista e deputato dem: il Recovery Fund è molto più di un piano di aiuti, è la base dell’unione fiscale che manca. Se Budapest e Varsavia vogliono fermare il bilancio, escano dal gioco ma non impediscano a chi crede nel sogno europeo di raggiungere l’integrazione su tasse e debito e di ottenere gli aiuti. Cancellare il debito pandemico italiano? Tutto si può fare, ma vanno ridiscussi i trattati. L’Europa è pronta?

Task Force Italia, Web Talk con Valentina Bosetti

Il Web Talk “Rilanciare il potenziale dell’Italia” organizzato da Task Force Italia ospiterà Valentina Bosetti, Presidente di Terna

vaccino

Covid, la tempesta perfetta sul vaccino

La tempesta perfetta è in arrivo. I social network saranno invasi da fake news sul vaccino: andamento apprezzabile già dai primi annunci. Il duro lavoro davanti a noi, tra bufale e campagne di disinformazione

Ritiro Usa dall'Afghanistan? Ecco chi si oppone a Trump

Vertici militari, Nato, governo afghano e persino il leader repubblicano del Senato Mitch McConnell che, tra i pochi, è rimasto al suo fianco. Ecco chi si oppone al piano di Donald Trump per il ritiro completo dall’Afghanistan. Cosa cambierebbe, anche per l’Italia

Perché investire sulla stabilità in Africa. Parla Karima Moual

“La stabilità dell’Africa o del Medio Oriente è l’assicurazione sulla nostra stabilità”. Conversazione con la giornalista Karima Moual sulla contesa del Sahara occidentale

Anche lo humour combatte il Covid. La riflessione di D'Ambrosio

Viviamo tempi molto difficili dal punto di vista sanitario, sociale, economico e politico. Mai, come in tempi di crisi, l’umorismo è medicina indispensabile non solo per non soccombere, ma per esercitare vigile intelligenza, specie verso i tanti falsi e seriosi, spesso buffoni e commedianti da strapazzo, che cavalcano le varie scene. La riflessione di Rocco D’Ambrosio, presbitero della diocesi di Bari, ordinario di Filosofia Politica nella facoltà di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana di Roma

×

Iscriviti alla newsletter