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Ci sono almeno due buone notizie nella giornata romana di Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese. La prima risponde al nome di Stefano Patuanelli, titolare dello Sviluppo Economico, la seconda a quello di Roberto Gualtieri, omologo di Le Maire. La giornata era partita con un invito caldo, caldissimo, di Le Maire all’Italia affinché sottoscriva la riforma del Mes (che non implica l’automatica richiesta dei fondi) in vista dell’Ecofin di lunedì (la maggioranza giallorossa è ancora divisa, qui l’articolo di Formiche.net). Un invito che, a onor della cronaca, Matteo Salvini però ha prontamente respinto al mittente, consigliando alla Francia di non mettere il naso in questioni italiane.

LE SINTONIE DI LE MAIRE

Eppure, a leggere le dichiarazioni di Patuanelli e Gualtieri, la sintonia sembra esserci stata. “Sulla base di relazioni economiche già molto strette e articolate”, ha scritto il Mise al termine del bilaterale, “è stato pienamente confermato come i due Paesi intendano rafforzare la loro cooperazione sul versante industriale, a livello sia bilaterale che europeo, come peraltro già ribadito dal presidente del Consiglio e dal presidente della Repubblica francese al Vertice di Napoli del 27 febbraio 2020”.

Di più. “Nell’ambito del piano europeo di ripresa e resilienza, Patuanelli e Le Maire hanno concordato di coordinare da vicino i rispettivi piani strategici nazionali di ripresa, in modo da sviluppare economie più verdi, digitali e resilienti”. Parole che ben si inseriscono nel contesto di progressivo avvicinamento industriale tra i due Paesi, in atto da diversi mesi (da Fca-Psa a Luxottica-Essilor passando per il Creval e Borsa-Euronext).

I due ministri hanno poi “accolto favorevolmente gli importanti progetti di interesse comune europeo (Ipcei) già avviati con successo nel settore delle batterie, a cui partecipano aziende di entrambi i Paesi e che necessitano di approfondimento e ulteriori sviluppi”, concordando anche di cooperare “investendo insieme in nuovi progetti nei settori del futuro: idrogeno, microelettronica, cloud ed economia digitale. Questi investimenti comuni si iscrivono nella volontà di promuovere un’ambiziosa strategia industriale europea, che affermi la sovranità e l’autonomia tecnologica della Ue”. A tal proposito, i due ministri hanno accolto con favore l’annuncio della Commissione europea di proporre una rinnovata strategia industriale nel 2021. Essi sperano che possa riuscire a mobilitare gli investimenti necessari alle sfide della transizione ecologica e digitale, in linea con gli obiettivi fissati”.

L’ASSE CON GUALTIERI

Lasciato il Mise, un chilometro in linea d’aria più in là, Le Maire ha fatto visita a Gualtieri (che proprio domani dovrebbe riferire alla Camera, in commissione, sulla riforma del Mes). Anche qui, stesso copione, ma con qualche sfumatura in più. “Francia e Italia sono strettissime alleate, sono nazioni amiche, sono state a fianco nelle scelte importanti assunte a livello europeo negli ultimi mesi, a partire dal Next Generation Ue. Oggi c’è stato un proficuo scambio di vedute su numerosi dossier”.

“Abbiamo”, per esempio, “condiviso la necessità di lanciare una proposta comune, a livello europeo, per avere nuovo supporto economico comune per i settori più impattati, che saranno più impattati anche nei prossimi mesi, a partire dalle vacanze di Natale: stazioni sciistiche, bar e ristoranti, settore del turismo. Occorre anche da questo punto di vista un ulteriore impegno comune a livello europeo”.

IL FRONTE DIGITALE

La saldatura italo-francese passa anche per la digital tax, la tassa che l’Europa ha voluto a tutti i costi sui big del web (ma con la concessione di una tregua fino a metà 2021, in attesa di un accordo con i colossi). “Abbiamo discusso di un altro problema importante, a livello globale ed europeo, che è quello della tassazione. Innanzitutto della digital tax e del livello effettivo di tassazione minima, i due pilastri su cui siamo impegnati in uno sforzo, in una battaglia comune, per raggiungere un accordo a livello globale che, naturalmente, come presidenza italiana del G20 vogliamo rilanciare su entrambi i pilastri”.

LA SALDATURA SUL RECOVERY PLAN

Non poteva mancare il Recovery Plan, madre di tutte le battaglie europee. Proprio oggi il ministro italiano per gli Affari Europei, Enzo Amendola, ha nuovamente sottolineato l’inaccettabile veto posto da Ungheria e Polonia sul bilancio Ue, rilanciando la necessità di sostenere a tutti i costi Ursula von der Leyen, che ieri ha invitato i due Paesi disallineati a perorare la loro causa dinnanzi alla Corte di Giustizia Ue, per metterli alla prova.

Un terreno, quello del piano da 750 miliardi, su cui Francia e Italia convergono, nella consapevolezza che tanto Parigi quanto Roma hanno bisogno degli aiuti. “Siamo anche convinti che l’Unione europea debba essere protagonista, auspicabilmente, per tradurre un accordo che vogliamo raggiungere nei primi mesi del 2021 concretamente in legislazione europea, ma anche se necessario da intraprendere con autonome iniziative”, ha concluso Gualtieri. “Abbiamo discusso della profonda collaborazione e sinergia anche rispetto all’implementazione del Recovery Plan. Stiamo lavorando entrambi per finalizzare il Recovery Plan e crediamo che sia importante che, in questa cornice, vi sia una forte cooperazione su molti temi di politica industriale relativi all’innovazione, alla sostenibilità ambientale”.

Web tax, Recovery Fund ed energia. Le saldature tra Italia e Francia (via Le Maire)

Italia e Francia vicine, non solo nell’industria. Nella sua giornata romana il ministro dell’Economia francese incassa il sostegno del titolare dello Sviluppo e del responsabile del Mef. E con via XX Settembre scatta subito il feeling sulla tassazione digitale e sulla necessità di portare a casa i 750 miliardi di aiuti

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