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Quanto avvenuto negli Stati Uniti ha lasciato tutti sgomenti, la più potente democrazia compromessa in immagine e credibilità in diretta mondiale.

Ma le scelte errate di Donald Trump, un presidente che di certo non definisce propriamente i valori di una destra moderata e cristiana, sono briciole in confronto a quanto avvenuto tramite social network.

Mark Zuckerberg con un “semplice click” ha dimostrato di essere più potente e “influente” (per usare un termine caro di questi tempi) del presidente degli Stati Uniti d’America.

Questo devo far riflettere le economie e le democrazie mondiali, perché il populismo, che ha trovato sul web un ampio megafono di propaganda è stato silenziato in pochi minuti.

Da chi? Da un privato. Dirò la mia opinione senza mezza termini e forse in controtendenza con l’opinione di chi ha inneggiato alla “censura”: è pericoloso che si silenzi a prescindere dalle idee e dalle scelte politiche un esponente di spicco del potere mondiale.

Mi spiego, condanno fermamente le scelte fatte da Trump, condanno la violenza in qualsiasi forma, condanno le immagini vergognose di Capitol Hill ma nel mondo, via social network, ci sono presidenti (vedi Maduro ed Erdogan) e organizzazioni terroristiche che lanciano messaggi di odio, minacciano, inneggiano al fondamentalismo islamico, alla distruzione dell’Europa e dell’Occidente. Se allora si intraprende la strada della censura che sia tout court e non parziale.

Un tempo la democrazia si proteggeva con la Costituzione, oggi con la censura via social network. Bisogna avviare una riflessione perché in gioco c’è la libertà di tutti, che non può essere manipolata a discrezione dei singoli.

Trump, i social e la censura in un click. Scrive Perego (Fi)

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