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Cambia il mondo e cambia anche il modo di fumare. L’industria del tabacco non può fare meno di intercettare i gusti e le esigenze globali, ridisegnando un poco alla volta un mercato tra i più grandi e complessi al mondo, seguito a ruota dallo Stato che deve accompagnare il cambiamento aggiornando la regolamentazione. Anche quest’anno si è tenuto, ma rigorosamente in streaming, lo Scientific Summit on Tobacco Harm Reduction – Novel products, Research&Policy, organizzato dal Dipartimento di Biochimica-Biotecnologia, insieme al Programma post-laurea di Tossicologia dell’Università della Tessaglia, il Laboratorio di Biologia Molecolare e Immunologia, il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Patrasso e in collaborazione con il Dipartimento di sanità pubblica e comunitaria, con l’Università di Atene, il 2° Dipartimento di cardiologia, l’Ospedale universitario Attikon, Scuola di medicina, Università nazionale e Kapodistrian di Atene.

Tra i relatori della terza edizione, la prima dell’era Covid, David T. Sweanor, Presidente dell’Advisory Board, Center for Health Law, Policy&Ethics, dell’Università di Ottawa. Sweanor insegna Diritto presso l’Università di Ottawa. Si è occupato di questioni relative al tabacco e alla politica sanitaria sin dall’inizio degli anni ’80 e ha ricoperto un ruolo chiave nella creazione di un’ampia gamma di precedenti canadesi e globali.

Come è emerso nel corso dell’intervento di Sweanor, il fumo è considerato in modo diverso rispetto ad altri problemi di salute pubblica che sono stati storicamente affrontati. In altri settori, infatti, è in essere il principio di riduzione del danno che privilegia lo scopo di diminuire gli effetti negativi sul cittadino e sulla società. In questo senso Sweanor ha chiarito che la criticità, nel caso del fumo, risiede nel fatto che spesso il principio di riduzione del danno non è considerato un modello scientifico di tutela della salute pubblica. Ma al contrario, “in materia di sanità pubblica, quando viene identificato un rischio è buona prassi cercare di ridurlo utilizzando e applicando la scienza medica per indagare l’origine delle cause di una malattia e, contestualmente, individuare le politiche necessarie per affrontarla e contrastarne l’insorgere”, ha affermato il Sweanor.

Secondo l’esperto e docente “la politica deve riguardare la modifica delle regole e l’utilizzo della regolamentazione per ridurre i rischi per la salute. Ovvero deve adottare le dovute misure contro i prodotti più pericolosi. A tal proposito, esiste una vasta gamma di esempi in cui le industrie sono state trasformate per garantire maggiore sicurezza”.

E qui si è arrivati al punto. Sweanor, partendo da questo assunto, ha ricordato che vi è la possibilità, per i fumatori che non smettono, di assumere nicotina attraverso altri prodotti meno pericolosi perché non contemplano la presenza di fumo (come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato). “Queste tecnologie esistono già e ci sono esempi virtuosi – in Paesi come Norvegia, Islanda, Giappone – in cui la conversione da prodotti a combustione (sigarette) in prodotti senza combustione è stata ampiamente realizzata “, ha spiegato. Sweanor aveva chiarito già in passato la necessità di spingere i fumatori tradizionali verso prodotti più sicuri. “L’opportunità che abbiamo è di cambiare radicalmente il corso della storia della salute pubblica, relegando le sigarette nel posacenere della storia”.

Una delle leve principali per questa rivoluzione consiste nel prevedere una regolamentazione che tenga ben distinte le sigarette dai prodotti senza combustione, a cominciare dalla tassazione. Secondo Sweanor occorre una tassazione proporzionata al rischio, in modo che i prodotti più pericolosi, come le sigarette, abbiano una tassazione molto più elevata rispetto ai prodotti senza combustione. Più grande è il differenziale, più è probabile che le persone passeranno a prodotti alternativi. “Abbiamo una straordinaria opportunità perché abbiamo ciò che è necessario, comprendiamo il valore della scienza, il mercato e comprendiamo cosa faranno i consumatori; abbiamo la capacità di trasformare il business delle sigarette in qualcosa di completamente diverso in un breve periodo di tempo. In tal modo, abbiamo il potenziale per ottenere una delle più grandi scoperte in materia di salute pubblica mai vista.”

Ed è proprio a questa potenzialità che si ispira la nascita, annunciata in chiusura del Summit, dell’International Association of international expert smoking conmtrol & har eduction (Scohr). La nuova associazione, lanciata da 55 esperti tra medici, scienziati, esperti di politiche pubbliche, accademici e professionisti provenienti da 26 nazioni, si propone come una nuova alleanza per innovare le strategie in grado di aiutare le persone a smettere di fumare e a migliorare le politiche per la riduzione del danno anche attraverso l’uso dei dispositivi a rischio ridotto.

Obiettivo della Scohr sarà quello di generare “più opportunità per informare i decisori politici, i regolatori e la popolazione sui benefici di un nuovo approccio”. L’associazione avrà sede a Bruxelles e vuole essere un punto di riferimento autorevole e indipendente nel dibattito sulle politiche di riduzione del danno e del controllo del tabacco. I fondatori evidenziano che “non accetteranno sponsorizzazioni dall’industria del tabacco” ma l’associazione “sarà disponibile ad accettare studi o ricerche negli eventi della Scohr che arrivano anche mondo delle aziende o delle istituzioni”.

Guarda il video completo

[youtube]https://youtu.be/cA_2egFsUbw[/youtube]

L'industria del tabacco si aggiorna. Ora tocca alla politica

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