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Uno non vale più uno, i migranti sono una risorsa e l’ambiente sempre al centro. Il Movimento 5 Stelle riparte da una ricerca intitolata “Cultura politica del Movimento 5 Stelle dopo il Coronavirus” di quasi 300 pagine condotta dal sociologo Domenico De Masi che questa mattina, con una conferenza stampa di poco più di mezz’ora in Senato, ne ha presentato in via generale i risultati. A introdurlo, la senatrice Barbara Floridia e a sancire la rilevanza del lavoro la presenza, seppure in video, dell’attuale Capo politico Vito Crimi. E proprio Crimi ha sottolineato però un aspetto: la ricerca di De Masi è uno dei tanti contributi che arrivano sulla sua scrivania in questi giorni, anche se il lavoro del sociologo più che proporre, fotografa la situazione interna al Movimento.

Ma bisogna partire dall’inizio: la ricerca, ha spiegato la senatrice Floridia, è stata commissionata al professore proprio nei mesi in cui il Movimento 5 Stelle ha affrontato, in quanto forza di governo, la crisi pandemica del coronavirus. In quel contesto, ha aggiunto la senatrice, “ho pensato che fosse doveroso per una forza politica giovane ma alla guida di un Paese, non soltanto gestire un emergenza ma anche fermarsi a riflettere. Non bastava gestire l’emergenza, ma bisognava immaginare un modello di società nuova, ed è quello che ha sempre fatto il Movimento”.

E è così che il prof. De Masi ha introdotto la ricerca condotta col metodo Delphi, sottolinea, interrogando 15 componenti del Movimento 5 Stelle: parlamentari (deputati e senatori), ministri, facilitatori, nuovi militanti e veterani, soggetti eterogenei per genere ed età, così come per competenze. I 15 intervistati hanno dato origine a un lungo documento che però, spiega il sociologo, ha mostrato che il gruppo “nella sua eterogeneità ha una fortissima convergenza sulle tematiche di fondo”.

Il Movimento, ha aggiunto il professore, è internamente in “pieno accordo” su salute, finanza, migrazione, equilibrio geopolitico, intelligenza artificiale, bioetica, sostenibilità, questioni di genere. Ma l’evoluzione di M5S è forse più forte lì dove alcuni dei motti che ne caratterizzavano l’approccio alla politica mancano completamente: “Non ritrovo da nessuna parte ‘l’uno vale uno anzi i termini che tornano più volte sono competenza e meritocrazia, oltre a onestà, trasparenza ed empatia che continuano ad essere punti fondamentali del M5S”. Inoltre, resta la fiducia nel progresso tecnologico.

A restare nel dna del Movimento, però, anche l’identificazione con la cosiddetta “Terza via”: dall’indagine di De Masi, si scopre che il Movimento 5 Stelle si identifica ancora come una forza né di destra né di sinistra, che punta a un’economia sana (niente più decrescita felice) e con uno sguardo privilegiato all’economia reale che “si prende la rivincita sull’economia finanziaria”.

“Gli Stati Generali – ha poi detto in conclusione di conferenza stampa Vito Crimi – sono un altro passaggio di grande maturità: il Movimento guarda al futuro, al cambiamento, non solo di sé stesso ma finalizzando il suo percorso a un’agenda politica per il Paese”. Insomma, conclude Crimi, “questo documento parte da scenari di realtà e dice come il Movimento 5 Stelle vuole contribuire alle nuove sfide che abbiamo davanti”.

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