Skip to main content

Il previsto incontro tra il vicepresidente americano JD Vance e alti esponenti della Santa Sede, probabilmente il Papa e il segretario di Stato Pietro Parolin, sarà un punto importante della diplomazia internazionale in questi giorni. Avverrà all’indomani di una ondata senza precedenti di dazi americani destinati a cambiare il commercio, l’economia e quindi la politica mondiale.

Il Vaticano è un centro nevralgico di un soft power tanto più importante quanto le recenti politiche del presidente Usa Donald Trump stanno indebolendo il soft power americano. La Santa Sede è sempre stato, e particolarmente adesso con Papa Francesco, un faro di libertà, di diritti e democrazia.

Allo stesso tempo, però proprio Papa Francesco ha sottolineato l’importanza del dialogo e dei canali di comunicazione con governi autoritari. Celebri e controverse sono le relazioni tra Santa Sede e Cina ma altrettanto importanti sono state in questi ultimi tre anni i canali che la Santa Sede ha mantenuto con la Russia in guerra scegliendo di non schierarsi totalmente con l’Ucraina, seppure in maggioranza cattolica.

In questo senso, allora sarà importante vedere cosa il Papa sceglierà di dire all’amministrazione Trump, colpevole secondo molti critici di restringere la libertà e i margini di democrazia negli Stati Uniti. D’altro canto, proprio nello spirito del dialogo con tutti è improbabile pensare a una condanna netta da parte della Santa Sede verso l’amministrazione americana.

Altro elemento importante è la questione della pace. Il ventilato ritiro americano dagli impegni di sicurezza in Europa e in Asia potrebbe innescare una corsa al riarmo nucleare senza precedenti. Sarebbe qui importante riaffermare gli impegni di sicurezza degli Stati Uniti proprio per evitare una deriva incontrollabile.

Infine, c’è la questione del futuro della Chiesa e del futuro degli Stati Uniti. La malattia del Papa pone un punto di domanda sulla possibilità che Francesco riesca a essere in vita per tutto il quadriennio della presidenza Trump.

L’elezione del prossimo Papa, quindi, potrebbe avvenire all’ombra di questa amministrazione. Al di là dell’equilibrio trovato attualmente da Francesco, il prossimo pontefice potrebbe scegliere una linea diversa. Naturalmente gli Stati uniti sono interessati al percorso della Santa Sede e viceversa.

Per la Santa Sede poi, che pensa in termini secolari, è cruciale capire come vorrà scegliere di porsi gli Stati Uniti oggi fulcro dell’ordine geopolitico mondiale. Se gli Stati Uniti decidono di cambiare unilateralmente tale ordine naturalmente la Santa Sede non può che considerare questo punto.

Ultimo elemento l’Asia. Stati Uniti e Santa Sede concordano nel vedere l’Asia come il vero centro strategico futuro. Qui uno scambio di opinioni su cosa si possa voler fare in Asia da entrambe le parti diventa importante sia per ciascuna parte sia per tutto il mondo.

(Articolo pubblicato in lingua inglese qui)

Vi spiego l'importanza della visita di Vance in Vaticano. Scrive Sisci

L’incontro tra il vicepresidente Usa JD Vance e alti esponenti della Santa Sede, tra cui il Papa e il segretario di Stato Pietro Parolin, sarà cruciale per la diplomazia internazionale. Avviene dopo nuovi dazi americani che influenzeranno commercio e politica mondiale. Il dialogo col Vaticano, che sotto Papa Francesco è un faro di libertà e diritti, ha un’importanza cruciale grazie al dialogo mantenuto con governi autoritari come Cina e Russia. Il punto di Francesco Sisci

Serve un nuovo preambolo anti populista. Il commento di Merlo

Esiste oggi la forza, il coraggio e la volontà politica e culturale dei partiti – e in particolare dei partiti centristi e di governo – per arginare la malapianta del populismo demagogico e anti politico nel nostro Paese?

Maxi multa per X. Così l'Ue va avanti su Musk sfidando Trump

Secondo il New York Times, a Bruxelles starebbero ragionando su una cifra monstre in risposta alle violazioni del Dma da parte di X. La piattaforma avrebbe contribuito alla disinformazione e ai discorsi d’odio pubblicati dai suoi utenti. Il caso arriva in un momento di forte tensione con l’America e potrebbe peggiorarlo ancor di più visto che la Casa Bianca aveva espressamente richiesto di non mettere sotto torchio le sue aziende

Perché è tempo di una diplomazia climatica. Appunti dal Quaderno di Med-Or

Il Quaderno di Med-Or indaga l’impatto del climate change sulla stabilità geopolitica, con uno sguardo strategico sul Mediterraneo. Ecco cosa si è detto alla presentazione di “Cambiamenti climatici e sicurezza: una sfida globale”

La Cina vuole la fiducia del mercato. Ma senza onorare i suoi debiti

Da quando i colossi del mattone hanno cominciato a barcollare, per poi cadere, gli obbligazionisti hanno ottenuto solo l’1% del dovuto, nonostante decine di accordi di ristrutturazione e concordati. E ora le banche del Dragone battono di nuovo cassa

Con la sentenza della corte in Corea finisce definitivamente l'era Yoon

La Corte Costituzionale ha confermato all’unanimità l’impeachment votato dal Parlamento verso l’oramai ex-presidente dopo il tentativo fallito di imporre la legge marziale. Adesso, Yoon dovrà affrontare un processo per insurrezione

Con i dazi di Trump rischiamo di perdere 11 miliardi di export verso gli Usa. L'allarme di Granelli (Confartigianato)

I dazi imposti dagli Stati Uniti avranno un impatto significativo sull’economia italiana, in particolare per le micro e piccole imprese che esportano verso gli Usa. Le esportazioni italiane verso gli Usa, che attualmente ammontano a 64,8 miliardi di euro, potrebbero subire una riduzione di oltre 11 miliardi. I posti di lavoro a rischio sono 33 mila. Ora la reazione deve essere di sistema. Conversazione con il presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli

Phisikk du role - Addio Mario Nanni. Ricordo di un giornalista vero

Mario Nanni era un uomo buono, un professionista serio, un padre di famiglia amorevole. Un “signore”, capace di ironia, non di sarcasmo vetrificato, ma di benevola ironia. Che resta sempre un segno di intelligenza viva. Il ricordo di Pino Pisicchio

Dazi, Difesa e Ucraina. Il diario della giornata dei vertici

Riunione informale del Consiglio Ue formato Difesa che si è tenuta a Varsavia, poi ministeriale Nato a Bruxelles. Per finire, il vertice a Palazzo Chigi per parlare dei dazi americani. Ecco cosa si è detto

Difesa europea, la Polonia rilancia e annuncia investimenti al 5% nel 2026

Dal palco di Varsavia, la Polonia annuncia che nel 2026 raggiungerà il 5% del Pil investito nella Difesa per contrastare la minaccia russa. Nel frattempo proseguono i colloqui tra gli Stati membri per definire il futuro della difesa europea, con il commissario Kubilius che avverte “se qualcuno non investe abbastanza nella propria difesa, deve capire che sta indebolendo anche gli altri”

×

Iscriviti alla newsletter