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La Russia, oggi, è la prima minaccia strategica per gli Stati Uniti d’America. Da Washington Dc arriva un messaggio netto per chi crede che la nuova Guerra Fredda con la Cina abbia messo in sordina una volta per tutte la rivalità con il Cremlino. Non è così, anzi.

Lo ricorda il Dipartimento di Stato guidato da Mike Pompeo, con un documento del Global engagement center (Gec), “I pilastri della disinformazione russa e dell’ecosistema della propaganda”. Una lunga disamina delle tecniche di disinformazione di Mosca, e di come, soprattutto durante la pandemia, agenzie e media della Piazza Rossa siano passate dalla teoria alla pratica, anche in Italia.

Il Gec, che per Foggy Bottom guida le campagne di contrasto alla disinformazione, non usa giri di parole: “La Russia continua ad essere una minaccia prioritaria”. Obiettivo del nuovo report: “Esporre le tattiche russe” in modo tale che “partner e governi alleati” possano “aumentare la loro resilienza collettiva contro la disinformazione e la propaganda”.

I riflettori della diplomazia Usa sono puntati contro la Russia e la propaganda tutt’oggi in corso negli ecosistemi mediatici degli alleati europei. Italia in testa: il documento cita più di un caso di disinformazione russa nel Belpaese.

Come quella del popolare sito Katheon, che in un recente articolo ha sostenuto come “l’Italia sia punita dalla Commissione europea per supportare valori tradizionali, e che l’Ue ha radici naziste”. Gli fa eco un altro contributo, di Geopolitica.ru, che commenta così la partita per la ripresa a Bruxelles: “I valori di un’Ue dominata dalla Germania non sono i valori del popolo italiano”.

Quando si parla di Russia, e in questi giorni, oltreoceano, se ne parla molto, l’Italia è sempre un case-study. Il Gec, ad esempio, riaccende i riflettori su un personaggio finito in sordina nelle cronache internazionali ma ben presente (e da qualcuno ben accolto) nel panorama politico italiano: Alexander Dugin, filosofo e attivista di estrema destra, padre del movimento eurasiatico caduto in disgrazia presso Vladimir Putin, che un tempo lo ascoltava affascinato.

Il Dipartimento di Stato racconta i sogni di gloria di questo filosofo che vuole fare di Mosca una “nuova Roma”, e fra quei sogni cita la Lega di Matteo Salvini. Dugin, si legge nel rapporto, ha predetto che la “fazione della Nuova destra – formata da partiti come il Fronte nazionale francese, il Freedom party austriaco, la Lega Nord italiana, e Afd, sarebbe stato il partner ideale per la Russia”.

La citazione, evidentemente, si riferisce ad alcuni anni fa, ma dimostra come la diplomazia americana non dimentichi facilmente i partiti dei Paesi alleati europei che, volenti o no, sono stati definiti “partner ideali” della Russia di Putin.

Le ultime da Washington Dc, in effetti, dovrebbero suonare un campanello d’allarme per chi, in Italia, è convinto che per gli americani oggi esista solo un “problema cinese”.

Non a caso William Evanina, il direttore del National Counterintelligence and Security Center (Ncsc), l’agenzia di controspionaggio statunitense, questo venerdì ha messo la Russia in cima alle minacce di interferenze nelle elezioni presidenziali, in una conferenza stampa che farà parlare di sé ancora a lungo. “Figure legate al Cremlino” sono impegnate a “promuovere la candidatura di Trump sui social media e la televisione russa”, ha detto ai cronisti.

Chi in queste settimane, in Italia, ha pensato di indossare la veste dell’“anticinese” senza riporre nell’armadio quella del “filorusso” pensando di guadagnarsi le grazie del governo americano, rischia di aver preso una tremenda cantonata…

I fan italiani di Putin sono avvisati. Gli Usa non dimenticano la Russia..

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