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Il New York Times ha rivelato che l’Unione europea ha “ammorbidito” il report sulla disinformazione cinese sul coronavirus. Ma secondo Reinhard Bütikofer, eurodeputato tedesco e portavoce dei Verdi europei per la politica estera, non è così: “L’Unione europea non ha ceduto”, spiega in un colloquio telefonico con Formiche.net. “Sono state leggermente cambiate alcune espressioni ma l’Unione europea non si è arresa sulla sostanza. Il New York Times non ha raccontato la sostanza del report. Quindi mi dispiace, ma devo dire che l’articolo del New York Times è unfair.

Secondo Bütikofer il quotidiano della Grande Mela non ha raccontato tutto: “L’articolo non menziona i risultati del report ma accusa l’Unione europea di aver ceduto. Avrebbero dovuto pubblicare le prove e permettere ai lettori di giudicare da sé. Penso che il Servizio europeo per l’azione esterna abbia fatto il suo dovere. 

Qualcosa, però, è cambiato nel rapporto. E, scrive il New York Times non è la prima volta: in passato ci sono stati casi simili, con la Russia: sono stati ammorbiditi alcuni passaggi per evitare incidenti diplomatici. “Io sono un politico, lei è un giornalista così come l’autore del pezzo del New York Times”, continua l’eurodeputato. “E noi abbiamo maggiori libertà sull’utilizzo della lingua rispetto ai diplomatici. Non credo che insistere sia sempre la miglior diplomazia. Pechino non voleva che quel rapporto venisse pubblicato, invece è stato pubblicato. E non ha reagito positivamente”. Come a dire: se davvero l’Unione europea avesse ceduto, la Cina non sarebbe stata così nervosa. E invece, continua Bütikofer, “la comunicazione cinese si è fatto ancora più aggressiva”.

In questi giorni a Bruxelles circola insistentemente una voce: rischia di saltare il summit Ue-Cina che era previsto a marzo e che avrebbe dovuto preparare quello previsto a settembre nella città tedesca di Lipsia. Un evento per il quale è attesa la presenza del presidente cinese Xi Jinping. Il summit, spiega Bütikofer, “era in programma a marzo ma è stato rimandato causa coronavirus. In questo momento non si sta lavorando molto su questo summit”. In questi giorni le diplomazie europee e cinesi parlano di “rinvio” ma il tempo stringe. “Sì, è una possibilità che salti”, ci dice Bütikofer, che però precisa: “il report non c’entra”.

Stati Uniti, Australia e Regno Unito ma anche Francia e Germania: sono i Paesi che hanno chiesto chiarezza a Pechino sul virus. Questa mattina sulla prima pagina del Corriere della Sera campeggiava un editoriale di Paolo Mieli, che partiva da una riflessione proprio sul report europeo sotto accusa: un invito al Partito democratico, come spiegato da Formiche.net, a reagire alla linea impartita dal Movimento 5 stelle alla politica estera del nostro Paese. A proposito, l’europarlamentare Bütikofer ha un messaggio per l’Italia: “L’Unione europea ha bisogno di parlare con una sola voce in politica estera, per essere trattata come un partner dalla Cina. Altrimenti rischiamo di offrire il fianco alle campagne di influenza di Pechino”. 

Pechino continua a respingere ogni origine di laboratorio del coronavirus, ma i dubbi crescono. “Chiedere chiarezza non è un insulto. Anzi è un segnale di disponibilità a cooperare”, conclude Bütikofer.

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