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L’esame del decreto-legge n. 34 del 2020 sulla spinosissima questione dei Genitori che, avendo iscritto i figli alle scuole pubbliche paritarie, per la débacle economica, non hanno più pagato le rette, condannando a sicura morte scuole per 300 mila studenti, ha trovato spazio in Commissione Bilancio della Camera, attraverso l’audizione del 29.05.2020

VIDEO DELLA DIRETTA DALLA COMMISSIONE BILANCIO 

L’incontro si è svolto in un clima di ampia cordialità e accoglienza verso le nostre conferenze che hanno desiderato farsi parte attiva verso il Governo anche attraverso la mobilitazione #NOI SIAMO INVISIBILI A QUESTO GOVERNO.

La commissione Bilancio ha voluto che le fossero illustrati i termini dell’allarme e delle soluzioni proposte.

  1. Si è evidenziata la gratitudine alla classe politica che ha colto il grido di numerosi genitori, docenti, scuole, cittadini e ha stanziato (art. 233 DL Rilancio) 150 milioni di euro, di cui 80 per le scuole del ciclo 0-6 anni (in questa fascia è compreso il servizio socio-educativo, da 0 a 3 anni, che riguarda anche le scuole comunali, asili e nidi) e 70 per le primarie e le secondarie fino ai 16 anni, dando una flebile ed inadeguata risposta, sebbene da noi recepita come un segnale di dialogo, un segno a favore dei lavoratori e delle famiglie. Infatti, sono solo 152,00 euro pro capite per i 524.031 allievi della scuola dell’infanzia e 200,00 euro pro capite per gli allievi degli altri corsi.
  2. E’ stato nuovamente evidenziato che la scuola paritaria non vuole soldi per sé, bensì per la famiglia che, dopo vent’anni dalla legge sulla parità, ha il diritto di vedersi garantito l’esercizio della responsabilità educativa in modo libero, in un pluralismo di offerta educativa. Pertanto tutte le misure di urgenza in tempi di covid-19, seppur destinate alle scuole, andranno presentate nei termini di garanzia per la famiglia. E’ necessario che da questa emergenza se ne esca garantendo il principio di diritto in modo definitivo. E’ necessario che dalle aule parlamentari si lanci questo messaggio chiaro verso le famiglie, i docenti, le scuole tutti gravemente feriti negli anni.
  3. Quindi oggi serve 1 Mld di euro per scongiurare la chiusura del 30% di scuole paritarie, la migrazione di 300 mila allievi nella scuola statale con un costo per i cittadini di 2,4 Mld (studio Istituto Bruno Leoni).

E’ stato illustrato lo studio e le soluzioni, che non rappresentano una spesa cash di 1 Mld di euro; di conseguenza la copertura risulta come segue:

  1. Detrazione delle rette pagate dalle famiglie in tempi di covid-19. Questo rappresenta un minor incasso per imposte o un credito di imposta.
  2. Aumento di 300 Mln di euro del fondo da 80 Mld di euro. I deputati presenti evidenziavano che hanno 800 Mln di manovra, quindi – evidentemente – la copertura c’è, anche evitando spese non urgenti come i monopattini. Da qui l’impegno delle scuole a scontare la retta alle famiglie.
  3. Sconto delle Imposte per le scuole paritarie affinchè scontino la retta
  4. Investimento della DAD come per gli allievi della scuola statale anche per quelli della paritaria
  5. Investimento del piano di risanamento della scuola paritaria come per la statale
  6. Interventi delle Regioni e dei Comuni
  7. Intervento della Cei con 20 mila borse di studio
  8. Supporto della scuola paritaria che continua a fare la sua parte indebitandosi

Occorre una soluzione che sia una rivoluzione copernicana. Abbiamo offerto una semplice tabella excel con delle colonne da compilare, la prima indica il Costo medio studente indicato dal Miur, la seconda i contributi che oggi lo Stato eroga e le colonne da compilare ciascuno per la propria parte, perché sia evidente che si tratta di una operazione di salvataggio della scuola pubblica che sta a cuore a tutti.

Inoltre si è suggerito di coordinarsi con le Regioni e i Comuni affinchè pongano in atto interventi complementari che considerino tutti i Corsi. Ampio margine di azione hanno i comuni sul comparto 0-6 anni; in questo modo si fa ordine e si armonizzano gli interventi.

E’ stata altresì evidenziata la situazione dei docenti precari e anche qui è stata proposto di redigere un censimento fra le cattedre vuote e i docenti disponibili. Si è fatto presente, infatti, che nella confusione si alimenta la discriminazione.

Infine si è chiesto di dare le gambe alla legge 62/2000 rispondendo alla domanda: “Chi paga?”. Si introducano i costi standard, si dia alla famiglia la possibilità di scegliere fra una scuola statale e paritaria, si instauri una sana concorrenza fra le scuole sotto lo sguardo garante dello Stato: ne migliora la qualità e si liberano le risorse dalla morsa dello spreco. Infatti, se a fronte di 8.000/8.500 euro – tanto costa l’allievo della scuola statale – manca spesso la carta igienica, la pulizia non è adeguata, i docenti e la scuola stessa sono come ingessati, c’è qualcosa che non va.

Abbiamo rilanciato i temi autonomia e sussidiarietà accanto alla parità.

E’ stato rilevato un vivo interesse, domande delle forze politiche, oltre ogni schieramento (link), di grande pertinenza, insieme all’assicurazione che nei prossimi giorni ci sarà tutto l’impegno nelle aule del Parlamento di attuare le soluzioni proposte.

Peraltro, l’invito che il ministro dell’economia ha fatto al Parlamento di trovare le soluzioni, e il fatto che le dichiarazioni bipartisan (link) vadano in questa direzione – come hanno dichiarato gli onorevoli Rampelli, Garavaglia e Fassina nei loro interventi – aprono prospettive per le quali dobbiamo essere positivi.

Nei prossimi giorni si riparte dalla Camera dei Deputati per il Dl Scuola e dal Parlamento per intervenire incrementando l’art. 233 del DL Rilancio

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