Skip to main content

Il rapporto di Benedetto XVI con le Chiese ortodosse si è posto in continuità con la linea seguita da Giovanni Paolo II, ma allo stesso tempo ha marcato delle differenze. Wojtyła era animato da una passione evidente nei confronti del mondo ortodosso, carica di valenze molteplici, intrise anche di motivi biografici, connessi alla storia e alla cultura della Polonia.
La misura dello status dei rapporti tra Roma e l’ortodossia è senza dubbio data dalla condizione delle relazioni con l’universo ortodosso di maggior peso, ovvero quello russo. L’eredità di Giovanni Paolo II, come è noto, in questo delicato e decisivo scenario, dove non ha fatto mancare occasioni di attrito tra le due Chiese, era controversa. Il pontificato di Benedetto XVI ha segnato un cambiamento di paradigma nelle relazioni tra le due Chiese, nel segno di un significativo allentamento delle tensioni, e di una certa “simpatia” fra il patriarcato ortodosso e Ratzinger, con un riconoscimento dei meriti del papa emerito anche dopo la storica rinuncia.
In questa cornice interpretativa si inserisce “Vaticano e Russia nell’era Ratzinger” (Tau editrice) del giornalista e storico Nico Spuntoni, impreziosito dalle prefazioni dell’ex nunzio apostolico in Russia, monsignor Antonio Mennini, e padre Igor Vizhanov, ex responsabile dell’ufficio relazioni estere del Patriarcato di Mosca.
Il volume ripercorre le diverse fasi che hanno portato alla nascita di un’intesa prima impensabile tra Roma e Mosca.
Fin dalle prime pagine, il lettore è indotto a riflettere sulla struttura bidimensionale – politica ed ecumenica – della diplomazia della Santa Sede e, in particolare, della natura degli interessi geopolitici del pontificato ratzingeriano.

Nel 2005, l’interrogativo naturale era se il successore di Giovanni Paolo II sarebbe stato in grado, e come, di mantenere il papato al centro della scena mondiale.

Il tedesco Joseph Ratzinger proseguì nel solco tracciato, ma con un passo proprio e originale. Anche sul teatro della politica internazionale, con un riassestamento delle direttrici della politica estera vaticana per riaffermare il senso del cristianesimo in Europa e nell’Occidente, chiedendo l’ancoraggio alla trascendenza in un Occidente secolarizzato.
La pubblicazione dell’enciclica “Caritas in veritate” – racconta Mennini – fu uno dei principali vettori della rinnovata intesa fra le due Chiese.

Tale situazione ha favorito la realizzazione di un evento di grande valore storico e geopolitico con la visita del patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, in Polonia, nell’agosto del 2012, e la firma di un importante documento congiunto con la Chiesa cattolica polacca. L’elezione di Kirill, nel febbraio 2009, la più significativa di una serie di successioni ai vertici delle Chiese ortodosse che si sono verificate nel corso del pontificato di Ratzinger, ha posto Roma e il mondo cristiano di fronte a una personalità di rilievo, che si è qualificata come un interlocutore dotato di una visione articolata del presente e del futuro del cristianesimo, con cui condividere la consapevolezza della necessità della rivivificazione del rapporto tra cristianesimo ed Europa.

Alla rinuncia di Benedetto XVI, cita Spuntoni, Kirill scrisse parole di una incredibile profondità: “In un momento in cui l’ideologia del permissivismo e del relativismo morale, cerca di sloggiare dalla vita delle persone i valori morali, Voi avete coraggiosamente alzato la voce in difesa degli ideali del Vangelo, l’alta dignità dell’uomo e la sua vocazione alla libertà dal peccato. (…) Negli anni del vostro ministero il rapporto tra le nostre Chiese ha ricevuto un impulso positivo, per la testimonianza comune di Cristo crocifisso e risorto nel mondo moderno”.

L’eredità di Benedetto XVI nel dialogo con la Russia non si è interrotta con la sua elezione: l’incontro all’aeroporto di Cuba del 2016 tra papa Francesco e Kirill ha dato inizio al riavvicinamento di quel che il Grande scisma del 1054 aveva diviso.
Il libro di Spuntoni aiuta a scoprire un’inedita facciata della proiezione geopolitica della Santa Sede, di cui riscoprire l’attualità del messaggio di pace – l’“ecumenismo dell’amore” – a fronte dell’acuirsi delle tensioni in Medio Oriente e nell’Europa orientale.

Perché leggere "Vaticano e Russia nell'era Ratzinger" di Nico Spuntoni

Il rapporto di Benedetto XVI con le Chiese ortodosse si è posto in continuità con la linea seguita da Giovanni Paolo II, ma allo stesso tempo ha marcato delle differenze. Wojtyła era animato da una passione evidente nei confronti del mondo ortodosso, carica di valenze molteplici, intrise anche di motivi biografici, connessi alla storia e alla cultura della Polonia. La…

L’addio di AstroSamantha all’Aeronautica? In salsa agrodolce. Ecco perché

Un saluto in "reciproca cordialità e senza polemiche", nonostante il "disaccordo su alcune situazioni". Così Samantha Cristoforetti spiega via Twitter il congedo dall'Aeronautica militare, diradando le nubi di fratture astronautiche sulla Penisola. In mattinata, AstroSamantha "ha salutato la Bandiera di Guerra del suo reparto, il 51° Stormo”, spiegava la stessa Forza armata, dando così il suo saluto all'astronauta dell'Agenzia spaziale europea (Esa)…

Perché Erdogan alla fine dovrà trattare con tutti. Parla Abdullah Bozturk

Un voto dal valore simbolico enorme, un presidente che sta operando per se stesso e non per gli interessi del Paese. Abdullah Bozturk, giornalista turco fuggito per scampare alle purghe post golpe di Erdogan ha spiegato a Formiche.net cosa c'è dietro la fretta di Ankara a mandare le proprie truppe in Libia e quali potrebbero essere le conseguenze di questo…

Così l'Iran (non gli Usa) manipola l'Iraq. Parla il prof. Pischedda

Non ci sarà in Iraq, per il momento, un nuovo impegno militare da parte degli Stati Uniti, anche se l’assedio delle milizie filo-iraniane all’ambasciata americana a Baghdad certifica un’escalation che potrebbe presto sfociare in uno scontro diretto, spiega a Formiche.net Costantino Pischedda, professore di Relazioni Internazionali all’Università di Miami. Un attacco frontale all’ambasciata americana a Baghdad. Siamo a un punto…

Conte, il Pd e il M5S di domani. A lezione dal prof. Ignazi

La chiave di volta per decrittare il futuro prossimo di questo governo non è tanto negli equilibri del Pd, ma nei movimenti ideali e programmatici che interesseranno il M5S. Ne è convinto Piero Ignazi, uno dei più noti politologi italiani, che in questa conversazione con Formiche.net riflette su leader e partiti. Giuseppe Conte è il leader che manca al Pd?…

NOTTE DI SAN SILVESTRO: PIAZZA DEL CAMPO INCANTATA DA RUFFINI

Il capodanno in piazza mi è sempre piaciuto perché ha quel sapore di libertà e di scoperta tipico della giovane età. Quest’anno sono stata in piazza del Campo a Siena, per me una delle piazze più belle del mondo, con la sua inconfondibile forma a conchiglia, i palazzi maestosi, la Torre del Mangia, la fonte Gaia, per vedere lo spettacolo…

Salvini e il sentiero stretto verso Palazzo Chigi. La versione di Ocone

Il 2020 sarà per Matteo Salvini un anno cruciale. Non si finirà mai di riconoscere all’uomo la capacità di aver saputo intercettare sentimenti diffusi e del tutto ignorati o sottovalutati dalla classe politica. Tanto che gli italiani lo hanno abbondantemente premiato, facendo sì che la Lega raddoppiasse i consensi in un anno di governo e diventasse di gran lunga il…

Meloni pigliatutto. Il Times la incorona e in Europa va più forte di Salvini

C’è la giovane principessa di Spagna, la quattordicenne Leonor, e il temibile generale Qasem Solemaini, guida dell’iraniana Quds Force che si è conquistato il soprannome di “Machiavelli del Medio Oriente”. Ci sono tecnici, aspiranti premier, rivoluzionari e star della musica mondiale. Poi c’è lei, Giorgia Meloni, leader e fondatrice di Fratelli d’Italia, la destra italiana che fino a pochi mesi…

Di Battista torna in campo, ma per difendere Paragone

“Gianluigi è infinitamente più grillino di molti che si professano tale. Non c’è mai stata una volta che non fossi d’accordo con lui. Vi esorto a leggere ciò che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell’ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei”. Non sono…

Parte Eastmed. Cosa c'è dietro la più grande partita geopolitica del Mediterraneo

Oggi ad Atene i leader di Israele, Grecia e Cipro firmano l'accordo intergovernativo sul gasdotto che influenzerà la geopolitica del gas nel Mediterraneo orientale. La consapevolezza di cui ormai tutte le parti in causa hanno preso coscienza, è che l'Eastmed di fatto trasformerà rapporti, influenze e direttrici di marcia di due quadranti strategici come quello euromediterraneo e quello mediorientale. Un…

×

Iscriviti alla newsletter