Skip to main content

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha chiesto una “rapida de-escalation” del conflitto libico in una chiamata con l‘omogo turco, Recep Tayyip Erdogan, dopo che i recenti guadagni delle forze del governo di Tripoli sostenute dalla Turchia hanno provocato minacce di ritorsioni, ha detto la Casa Bianca.

La telefonata a Erdogan è l’ultimo di una serie di contatti che gli Stati Uniti hanno avuto attorno alla Libia. Nei giorni passati il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha chiamato il presidente del Consiglio presidenziale, il premier Fayez Serraj, e il consigliere alla Sicurezza nazionale, Robert O’Brien, ha parlato di Libia con Ibrahim Kalin, il portavoce del presidente libico.

L’interessamento americano segue un obiettivo generale: evitare escalation in una fase molto delicata come quella attuale, con il miliziano ribelle dell’Est, Khalifa Haftar, che sta perdendo terreno nella sua campagna per conquistare Tripoli. Sconfitte arrivate anche grazie all’appoggio fornito dalla Turchia al Governo di accordo nazionale (l’esecutivo di ispirazione onusiana internazionale riconosciuto).

Contemporaneamente, uno degli sponsor esterni che sostiene Haftar, la Russia, ha aumentato il proprio livello di coinvolgimento inviando caccia dalla Siria. Un elemento – il palesarsi russo dietro al signore della guerra della Cirenaica – che è fattore di attenzione particolare per gli Usa, come già dimostrato nel novembre scorso quando contractor militari russi del gruppo Wagner erano stati segnalati attivi sul fronte haftariano.

Nella serata di sabato, per il saluto dell’Eid al Fitr, Haftar ha diffuso un messaggio per ravvivare le sue demotivate truppe: “La guerra santa totale, si concluderà con la vittoria”, ha detto. Haftar ha anche definito “traditori e obiettivi legittimi” i turchi che combattono al fianco delle forze di Tripoli. La Turchia “non si inchinerà alle minacce di Haftar o di chiunque altro”, ha risposto a stretto giro il portavoce presidenziale turco Kalin in un’intervista su NTV.

“La comunità internazionale deve prendere una posizione contro Haftar. Dobbiamo tornare al tavolo al più presto per una soluzione politica”, ha detto Kalin.

Libia. Trump chiama Erdogan e chiede una rapida de-escalation

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha chiesto una "rapida de-escalation" del conflitto libico in una chiamata con l‘omogo turco, Recep Tayyip Erdogan, dopo che i recenti guadagni delle forze del governo di Tripoli sostenute dalla Turchia hanno provocato minacce di ritorsioni, ha detto la Casa Bianca. La telefonata a Erdogan è l'ultimo di una serie di contatti che…

Contro la mafia vince l'educazione. L'eredità di Falcone secondo don Naro

Sono trascorsi ventotto anni dall’assassinio di Giovanni Falcone, di sua moglie e degli agenti che componevano la sua scorta, un tempo ormai abbastanza lungo. Se si sente il bisogno di commemorarlo ancora – assieme a tante altre vittime di mafia – è certamente per la stima e la riconoscenza che tanti, nel nostro Paese, gli conservano. Ma forse anche perché,…

Cosa non dimentico di Giovanni Falcone. Il ricordo di Vincenzo Scotti

Erano passate più di dodici ore dalla strage di Capaci e i corpi di Giovanni Falcone, della moglie e degli agenti di scorta entravano nel Palazzo di Giustizia. Ero con Claudio Martelli e Gerardo Chiaromonte. Eravamo arrivati in una Palermo avvolta da una cappa di afa e con un silenzio insolito, interrotto solo dalle sirene delle forze dell'ordine. Erano ormai…

L'alternativa Usa alla Via della Seta c'è (ed è trasparente). Parla Dezenski (Fdd)

Attraverso la Via della Seta, “la Cina non esporta solo acciaio e cemento, ma anche corruzione, opacità e sprechi”. È la conclusione a cui arriva in un colloquio con Formiche.net Elaine K. Dezenski, membro del consiglio direttivo del Center on Economic and Financial Power della Foundation for Defense of Democracies di Washington, think tank che si occupa di sicurezza nazionale…

Basta lockdown. Il desiderio di libertà degli italiani nell’analisi di Kratesis

“Non è tempo di movida” ha ribadito in Parlamento Giuseppe Conte nel tentativo di tenere a freno la voglia di socialità che dai Navigli al lungomare di Bari attraversa l’Italia intera. Istantanee di assembramenti che hanno fatto il giro del web scatenando reazioni contrastanti: per alcuni si tratta di un atteggiamento irresponsabile che ci farà ripiombare nel baratro dei mesi…

Meno decreti, più interesse nazionale. Le sollecitazioni di Volpi e Gianni Letta

Guardare in là, oltre l’incasso immediato. Sporcarsi le mani con le necessità dell’oggi, senza rinunciare a immaginare la politica di domani. Questo sarebbe il compito di un leader alle prese con una crisi epocale come il Covid-19, dice Gianni Letta. Il condizionale è d’obbligo, perché, in Italia, così non è. “La politica manca di idee, quelle che servono per uscire…

Infrastrutture, ideologia o buonsenso? Il dilemma di M5S e Pd. Scrive Cianciotta

Le grandi infrastrutture e i dossier gestiti dal Mise (energia e idrocarburi in primis) hanno costituito un nodo cruciale nella continua dialettica politica tra la Lega e il M5S (Salvini non a caso ha aperto la crisi dopo la spaccatura in Parlamento sulla Tav), perché alla base dei diversi valori politici dei due partiti che avevano dato vita al contratto…

Condannare Israele per le annessioni? Il solito strabismo dice Malan (FI)

Settanta parlamentari del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle hanno firmato una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiedendogli di “condannare” lo Stato di Israele per l’annessione di alcuni territori della Cisgiordania e di “adoperarsi attivamente, prima della data dell’1 luglio, in tutte le sedi europee e internazionali, per scongiurarne la realizzazione”. Le conseguenze, dicono, “potrebbero essere devastanti…

Crisi economica e responsabilità politica. La versione di Pilati

Di Antonio Pilati

La pandemia conclude nel dolore e nell’incertezza il secondo decennio del XXI secolo, un periodo drammatico che ha modificato, anzi sconvolto, il mondo ottimista che, dopo la fine dell’impero sovietico, si lanciava verso grandi traguardi di progresso: rivoluzione digitale condotta a passo di carica con la nascita dall’oggi al domani di grandi imprese-piattaforme che accelerano e ottimizzano la vita di…

Referendum ed elezioni regionali. Perché l’accorpamento sarebbe un errore

Di Andrea Pruiti Ciarello

Abbiamo assistito, per tutta la Fase 1 dell’emergenza Covid-19, ad una straordinaria limitazione dei diritti costituzionali, riconosciuti in capo a ciascuno direttamente dalla Costituzione. Queste limitazioni sono state imposte con atti amministrativi del presidente del Consiglio dei ministri e di alcuni ministri. Abbiamo assistito, pertanto, ad un sostanziale annichilimento del Parlamento con corrispondente accrescimento dei poteri dell’esecutivo. Tutto ciò è…

×

Iscriviti alla newsletter