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Arrivano i nuovi bandi per il settore dell’aerospazio. È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale venerdì scorso il decreto del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli dedicato al finanziamento di progetti aerospaziali di ricerca e sviluppo “essenziali per la sicurezza nazionale”. Disciplina il regime d’aiuto che il Mise gestisce in favore del comparto sulla base della legge 808 del 1985, rifinanziata dalla legge di bilancio, e ora utilizzata specificatamente per progetti in favore della sicurezza nazionale.

L’ANNUNCIO

Il primo annuncio sul documento era arrivato un anno fa da Luigi Di Maio, allora al vertice del Mise, che nella sua Pomigliano d’Arco, in visita agli stabilimenti della divisione Aerostrutture di Leonardo, aveva siglato il più generale decreto per i progetti aerospaziali annunciando lo sblocco di “1 miliardo” nell’ambito della legge 808. Già allora la notizia veniva accolta con soddisfazione dal comparto, che da sempre utilizza la normativa del 1985 per lo sviluppo di programmi innovativi e di ricerca. Tra l’altro, venerdì prossimo, Di Maio e Patuanelli sono attesi negli stessi stabilimenti di Pomigliano, insieme ai colleghi di Università e Affari europei Gaetano Manfredi ed Enzo Amendola.

DA DRONI A SATELLITI

Il nuovo decreto del Mise si rivolge ai progetti caratterizzati “da sostanziali innovazioni di prodotto ed essenziali per le esigenze di sicurezza nazionale”, con riferimento alla normativa dell’Unione europea. È l’articolo 346 del Trattato sul funzionamento dell’Ue a lasciare a ogni Stato la possibilità di “adottare le misure che ritenga necessarie alla tutela degli interessi essenziali della propria sicurezza e che si riferiscano alla produzione o al commercio di armi, munizioni e materiale bellico”. In tal senso, il regime del Mise individua molteplici aree tecnologiche per cui sono ammissibili finanziamenti. Si va dai velivoli a pilotaggio remoto (anche da combattimento) ai sistemi satellitari, dai radar alle capacità di guerra elettronica, dalla crittografica agli elicotteri, fino ai sistemi per il contrasto agli ordigni esplosivi improvvisati, una delle minacce maggiori per i contingenti che operano negli scenari operativi.

SOGGETTI E PROGETTI AMMISSIBILI

Potranno beneficiare dei finanziamenti le imprese “prevalentemente” impegnate in attività aerospaziali, che abbiano cioè registrato nel biennio precedente un parte importante di fatturato (almeno il 50% i big; 25% le Pmi) dalla costruzione di velivoli, motori, sistemi aerospaziali, meccanici ed elettronici. Per quanto riguarda i progetti ammissibili, dovranno avere un costo non inferiore ai 5 milioni di euro (che salgono a 7 se presentati da imprese associate) e una durata compresa tra due e cinque anni. Con appositi bandi, si terrà conto della fattibilità tecnica, del piano vendite e della funzionalità rispetto alla sicurezza nazionale, in una valutazione delle proposte che coinvolge anche il dicastero della Difesa e palazzo Chigi (in virtù della direttiva del presidente del Consiglio del 2014 che fornisce orientamenti per il ricorso del suddetto articolo 346 del Tfue).

FINANZIAMENTI E RESTITUZIONI

Da notare ci sono le condizioni più agevolate per i finanziamenti in questione rispetto a quelle previste dal decreto del 2019 sui progetti che non sono specifici per la sicurezza nazionale. Si prevede difatti che i finanziamenti del Mise saranno a tasso zero e copriranno fino al 90% dei costi (dieci punti in più rispetto ai progetti aerospaziali generici). La copertura può inoltre aumentare di un altro 5% per le grandi industrie e del 10% per le Pmi nel caso di associazioni di imprese, a condizione che nessuno dei partecipanti sostenga più dell’80% delle spese. Rispetto al decreto generale del 2019, si abbassano (di venti punti) le quote dell’importo erogato da restituire: il 60% dei finanziamenti liquidati per le grandi e il 50% per le piccole e medie, con possibili riduzioni in caso di accorciamento del periodo di restituzione rispetto ai quindici anni di termine massimo.

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