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Malumori nel Movimento 5 Stelle, critiche da Italia Viva, ripensamenti nel Pd, problemi in Leu. La attuale maggioranza è bersagliata da forti venti di crisi di governo, che solo in parte nascono dai problemi sulla prescrizione e sulla riforma del processo penale.
Ma quale può essere la soluzione di queste ennesime tensioni sul governo?

Teoricamente ci possono essere quattro vie di uscita:

a) Lo scioglimento anticipato delle Camere, con voto entro i prossimi 2/3 mesi;
b) La formazione di un governo tecnico, che guidi l’Italia in una politica di risanamento e sviluppo;
c) La individuazione di un componimento interno all’attuale governo, così da far proseguire il Conte II;
d) La nascita di una nuova maggioranza politica.

Le prime due soluzioni mi paiono al momento poco praticabili. Per gli attuali parlamentari il voto è soprattutto una minaccia e la fluidità interna ai partiti consiglia di attendere piuttosto che andare a votare. In termini più chiari, il voto non conviene a nessuno, ora: né a Salvini, né al Pd, né a Renzi, né ai pezzi di Forza Italia e tanto meno ai 5 Stelle.

Il governo tecnico, cioè un governo guidato e formato da esponenti non politici potrebbe essere una buona soluzione per avviare una politica di rigore e di serie riforme. Ma dopo l’esperienza del governo Monti, il solo evocare un governo tecnico si configura come una sventura apocalittica, per cui mi pare che nessun partito sia pronto ad appoggiarlo.

L’idea di una iniziazione di fiducia interna al governo Conte mi pare altrettanto complessa. La attuale maggioranza sembra da mesi molto lacerata, pur mancando ancora tre anni alla fine della legislatura, tanto che nessuno pensa possa durare più di tanto, malgrado gli sforzi da “ricamatore” di Conte. Forse si può pensare ad un rimpasto, con la sostituzione di Italia Viva con onorevoli di Forza Italia. Ma, a ben vedere, ne servirebbero alcune decine e comunque sarebbero da subito chiamati ad appoggiare un provvedimento da sempre indigesto a Forza Italia come la prescrizione, per cui anche questa soluzione mi pare difficile.

Allora non resta che un nuovo governo? Mi pare possibile, anzi probabile che la difficile XVIII legislatura prosegua con una compagine governativa differente.

Ma con quale governo? Qui le possibilità non sono molte. O si mantiene lo stesso schema attuale, sostituendo il presidente del Consiglio e quel paio di ministri oggi più discussi. Oppure si tentano innesti chirurgici di onorevoli del gruppo misto in un governo comunque a guida PD-5 Stelle. Del resto, mi pare arduo un ulteriore “ribaltone”, nel senso di passare ad un governo a guida centrodestra con appoggio di pezzi di 5 Stelle fuoriusciti, per quanto il centrodestra sia stata la coalizione di maggioranza relativa nelle elezioni del 2018.

E allora? Che succederà?

Forse in questo momento è più facile prevedere chi vincerà lo scudetto fra Juve, Inter e Lazio e non capire come proseguirà la nostra legislatura.

Le quattro vie d'uscita del governo secondo Celotto

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