Skip to main content

Tutto ruota attorno alla cosiddetta dottrina della cosiddetta energy dominance. Che succede se Washington decide di esportare più gas in Europa? Le parole del segretario americano all’Energia Rick Perry in occasione del Forum Aspen nella nostra ambasciata confermano scelte e trend.

Obiettivo trattare sul prezzo del gas per fare concorrenza al mercato russo. La mossa rientra nella nuova strategia a stelle e strisce di maggiorare la propria produzione di oil & gas, puntando su nuovi investimenti e su nuovi giacimenti da individuare e sfruttare. E dovrà confrontarsi con i nuovi vettori presenti nel Mediterraneo.

QUI USA

Perry è intervenuto al meeting “Italy, Europe and the Us: facing inevitable change in a smart way”, promosso da Aspen Institute Italia con l’obiettivo di dare voce ai massimi esperti del settore tra cui economisti, politici e personalità dei due Paesi.

Il tema è in cima ai pensieri del presidente Donald Trump con l’obiettivo di rilanciare l’influenza americana nel mondo. I primi numeri confermano le previsioni, con i 12 milioni di barili al giorno prodotti nel marzo 2019, ovvero 1,6 milioni di barili in più rispetto a un anno fa. Altro numero incoraggiante dalle esportazioni di greggio Usa che nel gennaio scorso hanno toccato i 2,5 milioni di barili al giorno, manifestando un incredibile +90% rispetto a dodici mesi prima.

PIU’ GAS

Secondo Perry gli Stati Uniti esportano al momento gas liquefatto in 36 nazioni. “Il nostro obiettivo è quello di espandere il mercato tanto da riuscire a collocare almeno la metà dell’incremento produttivo del 50% di gas Lng previsto al 2030. Al momento undici paesi europei dipendono per il 75% del loro approvvigionamento energetico dal gas russo”.

Una strategia che da un lato deve confrontarsi con l’idea di migliorare la sicurezza energetica dei paesi Ue, rendendoli sempre meno dipendenti dalle forniture russe. E dall’altro con i nuovi vettori che inquietano la Casa Bianca, su tutti il Nord Stream 2 e il Turk Stream.

VETTORI

Sul primo le contrarietà politiche più volte espresse si sono tramutate in semi scontro con Berlino, visto che è stata anche sbandierata la clava delle sanzioni. Secondo il capo dello Stato ucraino Volodymyr Zelensky l’unica soluzione potrà essere data da Trump in persona, dal momento che gli altri leader Ue, come Merkel e Macron, “non fermeranno la costruzione del gasdotto a causa delle pressioni provenienti dagli imprenditori di entrambi i Paesi. Merkel e Macron non possono fare nulla in questa situazione”. E ha ricordato che la sola Danimarca si sta opponendo al progetto.

Ad oggi gli Usa hanno concesso alla Germania la possibilità di costruire il Nord Stream con Mosca solo in cambio di un acquisto di gas americano, ma il quadro è parecchio mutevole anche perché il Turkish Stream in costruzione tra Mosca e Ankara accende un fascio di luce su Ankara, che è il maggiore acquirente di gas russo condividendo tale status con Italia e Germania.

SCENARI

Negli ultimi mesi lo stesso Perry ha invitato l’Ungheria a non guardare ai gasdotti russi come ad una prospettiva edificante, dal momento che Washington li ritiene lo strumento con cui Mosca vuole consolidare il proprio controllo sull’Europa orientale. Proprio l’Ungheria un anno fa ha siglato un accordo con la russa Gazprom per collegare il paese al gasdotto Turkish Stream entro la fine del 2019, a cui Trump risponde con la sua dottrina della cosiddetta energy dominance.

È di tutta evidenza che Ankara è finita nell’occhio del ciclone anche per ciò che concerne il versante energetico: la crisi della lira turca ha offerto a Trump la possibilità di scagliarsi contro il Turkish Stream che lo stesso Perry ha epitetato come “inutile, in quanto aumenterebbe solo una fonte di forniture verso l’Europa, ossia quella russa”.

Più nette e meno diplomatiche le parole di Sandra Oudkirk, sottosegretario di Stato per la diplomazia energetica, che davanti al Congresso Usa ha assicurato che gli Usa si opporranno con forza alla costruzione del Turk Stream.

twitter@FDepalo

Che succede se Washington decide di esportare più gas in Europa?

Tutto ruota attorno alla cosiddetta dottrina della cosiddetta energy dominance. Che succede se Washington decide di esportare più gas in Europa? Le parole del segretario americano all'Energia Rick Perry in occasione del Forum Aspen nella nostra ambasciata confermano scelte e trend. Obiettivo trattare sul prezzo del gas per fare concorrenza al mercato russo. La mossa rientra nella nuova strategia a…

S-400 russi in Turchia. Così Putin ed Erdogan sfidano Usa e Nato

La notizia è da prendere con tutte le cautele del caso. Perché la stampa turca sa essere foriera di anticipazioni come di fake news colossali. Ma, all'atto pratico stavolta sposta davvero poco. Secondo il quotidiano Haberturk, di orientamento filogovernativo, oggi sarebbe iniziata la consegna degli S-400, il sistema missilistico di difesa comprato dalla Russia che ha fatto infuriare Nato e…

Gas e banche, le due spine nel fianco di Erdogan

Un'escalation inaccettabile. Secondo richiamo in un mese dell'alto rappresentante europeo per la politica estera al governo Erdogan, protagonista delle trivellazioni illegali al largo di Cipro, stato membro Ue e titolare della Zona economica esclusiva sotto cui si trova copioso il gas. Una mossa che si è resa indispensabile dopo che Ankara ha raddoppiato i suoi battelli nel Mediterraneo orientale: non…

Vi spiego chi è Murat Uysal, il nuovo governatore della Banca Centrale turca

Quasi a voler fare capire che, nonostante la batosta elettorale presa il 23 giugno scorso, perdendo Istanbul, la Turchia è ancora saldamente nelle sue mani, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha fatto scacco matto e messo le mani sull'ultima istituzione che gli mancava da conquistare: la Merkez Bankasi, ossia la Banca Centrale turca. L'unica che era riuscita a mantenere…

3x2: 6 ganzo!

Ehi, economisti, apologeti dell'Economia della Produzione, prendo di petto un vostro attempato concetto: l'Utilità Marginale di un bene. Cardine della teoria neoclassica del valore in economia, misura l'incremento del livello di utilità, ovvero della soddisfazione, che un individuo trae dal consumo di un bene, ricollegabile ad aumenti marginali nel consumo del bene. Che sia attempata non lo mostra solo il settecentesco Daniel Bernoulli,…

Le offese dell'ambasciatore mettono a rischio la liaison tra Trump e Londra?

I rapporti tra Washington e Londra vivono una fase di tensione, il caso-Darroch si infiamma. Dopo che domenica erano stati pubblicati dal Mail on Sunday dei leak in cui l'ambasciatore inglese negli Stati Uniti forniva dei giudizi molto severi sul presidente Donald Trump – "Non riteniamo che questa amministrazione possa diventare sostanzialmente normale, meno disfunzionale, meno imprevedibile, meno faziosa, meno maldestra…

Lotta al radicalismo e diritti civili. La ricetta (vincente) degli Emirati Arabi

“Sono cresciuto in una casa senza acqua né elettricità. Tutto quello che abbiamo oggi lo abbiamo realizzato negli ultimi quindici anni”. Ali Rashid al Nuaimi non nasconde l'orgoglio per il percorso che ha portato il suo Paese, gli Emirati Arabi Uniti, a diventare uno dei più tolleranti e multiculturali Stati del Golfo persico, regione dove tolleranza e multiculturalismo non sono…

Taiwan è un dossier scomodo per la Cina. E gli Usa continuano il loro pressing

Probabilmente l'aspetto più singolare dell'annuncio della nuova commessa militare che gli Stati Uniti hanno approvato verso Taiwan è che – per ora, va sottolineato – Pechino non ha reagito in modo aggressivo. La Cina ha chiesto agli Stati Uniti di "annullare immediatamente" il progetto di vendita di armi a Taiwan, ma ha mantenuto toni controllati – ieri invece il ministero degli…

Hong Kong. Basterà dichiarare "morta" la legge sull'estradizione?

Ce l’hanno fatta, almeno per ora, i manifestanti che protestano contro la legge di estradizione a Hong Kong. La governatrice della città-Stato sotto il controllo di Pechino, Carrie Lam, ha annunciato la “morte” della polemica proposta che prevedeva il trasferimento degli indagati in Cina. Da settimane, le proteste contro la normativa erano aumentate, degenerando anche in scontri con la polizia.…

Roma affoga nella spazzatura, ma senza impianti non ce la farà. Parla Bratti (Ispra)

Non c'è molto da girarci intorno se la questione è quella dei rifiuti. Quanto visto a Roma in questi giorni, con le strade della capitale ricolme di sacchetti della spazzatura (tolti alla bisogna solo per la visita del presidente russo Vladimir Putin, ma solo nelle vie centrali) ha un'origine ben precisa: assenza di infrastrutture. Per questo la Città Eterna ripiomba…

×

Iscriviti alla newsletter