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“Annunciamo al mondo che è iniziata la seconda Marquetalia (in riferimento al luogo dove è nata l’organizzazione Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), nel marchio del diritto universale di tutti i popoli del mondo a sollevarsi contro l’oppressione”. L’avviso di una ripresa delle armi da parte delle Farc è arrivato con un video-messaggio di ex leader Iván Márquez. Ad accompagnarlo gli ex “comandanti” Seuxis Paucias Hernandez, alias “Jesús Santrich” e Hernan Dario Velásquez, alias “El Paisa“, tutti ricercati dalla giustizia colombiana.

La scelta di riprendere il conflitto armato nel Paese sudamericano risponde a quello che considerano un “tradimento” da parte dello Stato dell’accordo di pace de La Habana, secondo la spiegazione di Márquez. Lui insieme ad altri rappresentanti delle Farc fece parte delle negoziazioni nell’isola di Cuba. Un’intesa che è stata bocciata dai cittadini il 2 ottobre del 2016, ma che è stata portata avanti lo stesso dal governo colombiano, permettendo agli ex membri delle Farc di presentarsi alle elezioni con un omonimo partito politico.

I LEGAMI CON MADURO

Secondo il presidente della Colombia, Iván Duque, la decisione di riprendere le armi non sarebbe una rinascita dei guerrigliere delle Farc, ma la prova concreta del loro sostegno al regime di Nicolás Maduro in Venezuela. Una “minaccia criminale”, che comporta rischi per la sicurezza dell’intera regione. “I colombiani devono avere chiaro che non siamo dinanzi alla nascita di una nuova guerriglia – ha detto il capo dello Stato colombiano -, ma di fronte alle minacce criminali di una banda di narcoterroristi che conta sull’ospitalità e l’appoggio della dittatura di Nicolás Maduro. […] Non dobbiamo cadere nella trappola di chi intende oggi nascondersi dietro falsi vestiti ideologici per portare avanti i suoi percorsi criminali”.

LA DENUNCIA DI CARVAJAL

È risaputo il rapporto stretto tra il regime venezuelano e diverse organizzazioni terroristiche, tra cui Hezbollah e, appunto, le Farc. Hugo Carvajal, ex direttore dell’intelligence del Venezuela, in esilio in Spagna, ha confermato che la riunificazione dell’organizzazione terroristica colombiana è sponsorizzata dal governo di Maduro con il sostegno di Cuba per colpire la stabilità delle istituzioni colombiane. “Si tratta di un tema molto serio per la Colombia – ha spiegato Carvajal in un’intervista all’agenzia Reuters -. L’attivazione di questo meccanismo dimostra la grande preoccupazione che c’è nel madurismo. Sanno che sono contro il muro”. L’ex capo dell’intelligence venezuelana durante il governo di Chávez sostiene che i leader delle Farc, Iván Márquez e Jesús Santrich, si trovano in territorio venezuelano con la protezione di Maduro.

CONTRO IL NARCOTERRORISMO

Il rappresentante del governo ad interim di Juan Guaidó negli Stati Uniti, Carlos Vecchio, responsabilizzò Maduro del ritorno delle Farc per minacciare la sicurezza della Colombia e dell’intera regione, al contempo che ha chiesto ai governi democratici dell’America latina di lottare insieme contro il terrorismo: “Meno di un mese fa l’usurpatore Nicolás Maduro si riferiva agli ex Farc come ‘leader della pace’. Colombia e Venezuela devono lavorare insieme per sconfiggere il terrorismo”, ha scritto su Twitter Vecchio. Lui e il rappresentante di Guaidó in Colombia, Francisco Pacho Santos, avevano denunciato nel mese di luglio nel Congresso degli Stati Uniti il sostegno, protezione e finanziamento del regime di Maduro a gruppi di narcotrafficanti e terroristi internazionali, presenti in 13 regioni del Venezuela.

LA REAZIONE DELL’ONU

La rinascita delle Farc è stata subito condannata dalle Nazioni Unite. Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale, António Guterres, ha dichiarato che “non ci sono giustificazioni per riprendere le armi. […] La decisione di lasciare le armi e cercare i loro obiettivi attraverso i mezzi democratici è stata una scelta corretta ed storica, e noi continuano a sostenere gli sforzi del governo della Colombia e di tutte le parti a favore del processo di pace e per superare tutti gli ostacoli che servono”.

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