Skip to main content

Una crisi molto annunciata, da tutti “prevista”, che poi però ha colto osservatori e politici alla sprovvista. Nessuno si aspettava una caduta ferragostana del governo giallo-verde, soprattutto nessuno dei numerosi peones in parlamento. Ciò vale per l’M5S che reagisce infatti con rabbia: nel suo caso rischiano non solo i parlamentari semplici ma anche i capi. E vale in un certo modo anche per i gruppi parlamentari del Pd (perlopiù “renziani” che temono di non essere ricandidati) e di Forza Italia nel pieno di una ridefinizione interna. Qui c’è una prima conseguenza: il tentativo in atto (non si tratta di una boutade giornalistica) di una nuova maggioranza temporanea “M5S-Pd renziano-FI allo sbando”, denunciato anche dallo stesso Salvini, che si staglia come ultimo tentativo di salvare la legislatura, con possibilità di successo basse ma da non sottovalutare. Proviamo a ragionarci.

Lo scambio iniziale consisterebbe nel dare al M5S la riforma del taglio dei parlamentari a cui però la segreteria del Pd è da sempre contraria. Ma la strada per consolidare tale primo passo e giungere a un governo di transizione è ardua, tutta da verificare. Dipende da alcuni fattori: sarebbe innanzi tutto necessario garantire che tutti i parlamentari Pd e M5S la approvino e la sostengano nel tempo. Per ora si sa solo che sarebbero d’accordo i renziani e i franceschiniani, ma non tanto gli altri del Pd; da parte CinqueStelle poi non ci si è ancora espressi anche se Beppe Grillo da par suo ha fatto sapere di non volere la fine della legislatura (“non siamo dei kamikaze”).

Servirebbe inoltre certamente l’appoggio di nuovi “responsabili” almeno al Senato: una decina di senatori e un po’ di deputati da altri gruppi (soprattutto da Forza Italia ma qui ci vorrebbe un assenso anche indiretto di Berlusconi che non è scontato). Non basterebbe mettere su un esecutivo che duri alcuni mesi perché lascerebbe intatti tutti i problemi e tutti i sospetti. Solo qualche mese in più fa sospettare alla dirigenza Pd che Renzi cerchi solo il tempo necessario per mettere su la propria formazione politica centrista (di cui da tempo parla ma che ancora non ha messo davvero in cantiere).

Lascerebbe poi all’ipotetico governo di transizione l’onere di una finanziaria che si presenta durissima: tutto combustibile buono per la campagna d Salvini. Quest’ultimo ormai ha un progetto esplicito: fare uscire l’Italia dall’Euro e lasciarla in balia delle onde economiche globali (illudendosi di riutilizzare la vecchia svalutazione competitiva per creare effimera ricchezza). Per questo grida ora al complotto e ad “elezioni subito” ma potrebbe ben accomodarsi di un governo a tempo fatto dagli altri: potrebbe uscirne con una maggioranza ancor più solida a marzo che non a ottobre. Quindi una maggioranza tecnica per un governo di alcuni mesi non esiste perché non troverebbe favorevoli i gruppi dirigenti Pd e probabilmente nemmeno M5S.

Resta dunque il punto più arduo di tale ipotesi: un nuovo patto per un “governo politico” che duri qualche anno e arrivi almeno fino all’elezione del Presidente della Repubblica. È ciò che pensano coloro che sostengono il tentativo, perché sinceramente preoccupati della tenuta della democrazia in Italia, e che vogliono in ogni modo opporsi al vento sovranista. Ma chi potrebbe crearne le condizioni? Come spingere Pd e M5S verso un nuovo contratto, magari circoscritto? Come costruire fiducia tra due schieramenti che si sono opposti su quasi tutto? Per ora Zingaretti non crede seriamente possibile tale eventualità e non si può dargli torto.

Per riuscire in questa ardua operazione servirebbero fatti politici nuovi ed importanti che per ora non appaiono all’orizzonte. Chi in Parlamento è davvero preoccupato di consegnare a breve il paese a un “nuovo Orban”, deve dimostrare di avere carte solide in mano o di possedere una capacità politica di sintesi superiore al mero tatticismo. Solo in questo modo si potrebbe immaginare una nuova maggioranza politica (anche a tempo) che regga l’urto violento dei sovranisti per alcuni anni e sia in grado di non dividersi al primo battibecco. Non è cosa semplice. In generale si dice che “il potere unisce” e che “il tempo lenisce”, ma Salvini ha appena dimostrato il contrario: ha spremuto tutto ciò che gli serviva dagli ingenui CinqueStelle e poi li ha gettati via in nome del suo solo interesse. Ma è anche vero che questo è un buon argomento per opporsi alla sua politica in ogni modo possibile.

Mario Giro spiega perché salvare la legislatura è arduo ma...

Una crisi molto annunciata, da tutti “prevista”, che poi però ha colto osservatori e politici alla sprovvista. Nessuno si aspettava una caduta ferragostana del governo giallo-verde, soprattutto nessuno dei numerosi peones in parlamento. Ciò vale per l’M5S che reagisce infatti con rabbia: nel suo caso rischiano non solo i parlamentari semplici ma anche i capi. E vale in un certo…

Perché papa Francesco ha paura dei sovranismi (Salvini incluso)

Quando un papa avverte il bisogno di mettere in guardia gli europei dal rischio di tornare alle guerre del passato con i sovranismi che parlano sempre di “prima noi. Noi, noi...” e fanno riecheggiare parole che ricordano quelli di Hitler, è non solo sbagliato, ma molto riduttivo leggere queste parole come riferite al singolo caso italiano. Francesco ovviamente afferma che…

F-35 e non solo. Ora i partiti prendano posizione (chiara) sulla politica estera

Non è compito di un reporter che si occupa di Esteri delineare uno scenario futuro (fortunatamente! La politica italiana riserva sempre troppe sorprese inaspettate, nda), ma che sia voto o nuovo esecutivo, resta chiaro che c'è un obiettivo che serve come l'ossigeno per questo Paese. Darsi una collocazione internazionale. Chiara. Decisa. Forte. E darsela nel senso giusto, ossia quello diretto verso Occidente. Le…

Manovra con il nuovo governo. Senza aumento Iva (e senza flat tax). Parla Baretta

Già, la manovra e quella crisi che rischia di mutarne la natura. La fine del governo gialloverde rischia di trasformare la prossima sessione di bilancio in una delle più difficili di sempre. Poco spazio, pochi soldi, tempi stretti. Ce ne è abbastanza per essere preoccupati, anche se non tutti sembrano esserlo. Tra chi lo è c'è Pierpaolo Baretta, ex sottosegretario…

(Grande) coalizione Ursula? Alle elezioni no. Ma in Parlamento...

Bruxelles continua a tormentare il sonno di Matteo Salvini. Tra il leghista e le urne rischia di frapporsi un ostacolo che non aveva messo in conto. La “coalizione Ursula”, Pd, M5s, Fi, quella che ha votato compatta alla presidenza della Commissione Europea la tedesca Ursula von der Leyen isolando il Carroccio, potrebbe risorgere nei prossimi giorni, a Roma. Nelle dichiarazioni…

Hong Kong come Tienanmen? La Cina traballa e da la colpa agli Usa. Italia non pervenuta

Per gli Stati Uniti il colpo basso con cui la Cina ha diffuso informazioni personali su una diplomatica americana del consolato di Hong Kong, rea di aver incontrato alcuni leader delle proteste, è stato un affronto. Dopo le rimostranza feroci di ieri, anche oggi (nella notte ora italiana) la portavoce del dipartimento di Stato è tornata sull’argomento. “I resoconti dei media…

Incidenti e proteste. Il momento peggiore di Putin dopo vent’anni di pieni poteri

Momento delicatissimo per il presidente Vladimir Putin, con la Russia funestata da incidenti militari, proteste in piazza e gli incendi in Siberia. Situazioni che mettono a dura prova il Cremlino e su cui Putin deve misurare il suo ruolo di leadership in un momento in cui i consensi del suo partito (Russia Unita) sono in calo così come la percentuale…

Ecco come Pechino paga i media di Taiwan per diffondere la propaganda cinese

La Reuters ha raccolto informazioni su come il governo cinese stia foraggiando i media di Taiwan in un momento in cui Taipei si prepara a delicatissime elezioni presidenziali. Ne hanno parlato con l’agenzia una decina di reporter e manager di svariati gruppi delle comunicazioni, mostrando anche documenti riservati che testimoniano contratti passati dall’Ufficio per gli affari di Taiwan, quello che monitora…

Così Ferrovie darà la spinta (da 58 miliardi) all'economia

Ferrovie dello Stato è pronta a farsi fulcro della crescita in Italia nei prossimi anni. Parola del ceo di Piazza della Croce Rossa, Gianfranco Battisti, che in un'intervista al Corriere ha dato la cifra dell'impegno che Fs vuole assumere nei confronti della nostra economia. Le cifre snocciolate da Battisti e contenute anche nell'ultimo piano industriale aggiornato al 2023 raccontano un…

Passaggio storico il Costo Standard: coinvolge il centrosinistra e il centrodestra

     Il buon senso c"era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune (A. Manzoni) Nel 2017, la Ministra Valeria Fedeli costituì “il gruppo di lavoro per la definizione del costo standard di sostenibilità per studente”, nel cui Decreto istitutivo si citano gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione, così come il ben noto articolo 33,…

×

Iscriviti alla newsletter