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Politica, economia, sanità e cultura, assieme a molti altri. Sono pochi i settori che non dovranno fare i conti con le opportunità e i rischi di tecnologie come le reti mobili di nuova generazione, il 5G, e l’intelligenza artificiale. A raccontarlo a Formiche.net è Enrico Prati, ricercatore presso il Cnr di Milano, docente di Quantum Artificial Intelligence al Politecnico di Milano e autore del saggio Mente artificiale (Egea editore), sentito a margine di una conferenza svoltasi al Centro Studi Americani di Roma.

Professor Prati, si discute molto di 5G e intelligenza artificiale. Ma come procedono il loro sviluppo e implementazione e quali saranno i veri punti di forza di queste innovazioni?

Pensando ora all’intelligenza artificiale, essa può utilizzare algoritmi che non richiedono conoscenza a priori. Nonostante questa mancanza di conoscenza, sono in grado di ottimizzare la gestione di risorse molto complesse e conseguire gli obiettivi che le vengono posti, semplicemente valutando autonomamente il sistema. Le reti 5G traggono vantaggio dal fatto che nonostante gli esseri umani forniscono solo le regole del gioco, sarà proprio l’IA, con la sua capacità di ricreare un ambiente operativo senza conoscenze a priori, che riuscirà a farli funzionare in modo ottimale. Questi sono aspetti particolarmente importanti delle innovazioni di cui parliamo. Un altro punto di forza, è la prospettiva di trarre vantaggio dall’IA nella creazione di medicine su misura, anche per scoprire le cause delle malattie genetiche. Per trarre beneficio dall’intelligenza artificiale a questi livelli serviranno ancora cinque o dieci anni di ulteriore sviluppo, ma si parla di vantaggi davvero importanti per la nostra vita. Infine, questi strumenti non toglieranno lavoro, anzi ne creeranno parallelamente facendosi loro strumenti in più nelle mani chi già lavora.

Come si legano queste due tecnologie?

Già le reti attuali hanno una complessità estremamente elevata per quanto concerne la gestione a livello sistemico. La rete 5G consente in tal senso maggiore flessibilità e maggiore dinamismo, visto che sarà ancora più complessa di quella attuale. Si tratta di una struttura a rete di rete che è più complessa addirittura rispetto alle nostre stesse capacità di gestione, e allo stesso tempo solo l’intelligenza artificiale può permetterci di poter gestire questa mole di dati. Nei prossimi cinque, dieci anni vedremo un incremento di queste tecnologie, reti di reti che faranno capo sia al 5G sia all’IA.

Che tipo di servizi sarà in grado di abilitare il 5G?

Mi aspetto che le maggiori novità siano quelle che al momento si stanno pubblicizzando di meno. Ad esempio pensiamo alla chirurgia da remoto, e alla diminuzione del rischio connesso alla latenza ridotta della rete. Certo tutti i servizi saranno potenziati, ma mi piace concentrarmi su quelli più dietro le quinte che daranno più beneficio alla collettività.

In che modo queste innovazioni incideranno sulla massiccia diffusione di oggetti connessi, ovvero la cosiddetta Internet of Things?

Sicuramente uno dei limiti principali di queste tecnologie è la banda insufficiente. Noi ci aspettiamo che con le reti 5G l’affidabilità aumenti, questo significa gestione pervasiva ma livello di attenzione ancora più alto. Non vogliamo che qualcuno ci faccia esplodere la pentola a pressione sul fuoco o che prenda il comando dell’automobile e si schianti su un muro. L’Iot, così come tutti gli oggetti connessi, richiedono la presenza di altrettanti dispositivi che prevengano il controllo malevolo dall’esterno e i danni che ne possono conseguire.

In questo momento, soprattutto negli Stati Uniti, si parla molto anche dei potenziali problemi di sicurezza legati alle tecnologie emergenti. Come li valuta?

Per quanto concerne l’hardware 5G, è necessario che i componenti con cui sono costruiti questi elementi siano conosciuti nei minimi dettagli. Questo vale anche per i software di gestione. Per quello che riguarda l’intelligenza artificiale i rischi sono connessi al tentativo da parte degli hacker di usare la potenza di quest’ultima per trovare le vulnerabilità informatiche che gestiscono le reti. Da questo punto di vista occorre dotarsi di strumenti completamente nuovi di identificazione delle minacce.

Questa evoluzione che rischi comporta per la sicurezza nazionale?

A livello di sicurezza nazionale occorre esercitare un potere di controllo sulle tecnologie per valutare tutti quello che sono i rischi connessi alle vulnerabilità degli apprati, alle nuovi utilizzi della rete, ma anche le nuove caratteristiche. Semplificando, la prima risulta la maggiore velocità di trasmissione, la quale significa però anche maggiore velocità negli attacchi.

Intelligenza artificiale e 5G ci cambieranno la vita. Ma occhio alla sicurezza spiega il prof. Prati

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