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Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, non molla la presa ed è pronto a fare tutto il necessario prima di dare Istanbul per persa definitivamente. Questa mattina, Omer Celik, uomo di fiducia del presidente e portavoce del partito Akp, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo che detiene il 45% dei voti e la maggioranza in Parlamento, ha fatto sapere di aver fatto ufficialmente ricorso per ricontrollare le schede dichiarate nulle la notte del voto.

“Fare appello per il riconteggio dei voti – ha spiegato Celik – è legittimo e ognuno dovrebbe rispettarlo. Rispetteremo il risultato indipendentemente dal fatto che sia positivo o negativo perché delinea la scelta del nostro popolo”.

Decisamente più battagliero, Binali Yildirim, il sindaco mancato, che la notte delle elezioni aveva dichiarato di aver vinto, salvo poi vedersi sorpassato all’ultimo minuto, e per una manciata di voti, dal candidato repubblicano, Ekrem Imamoglu, che, a dispetto dei modi pacati utilizzati in campagna elettorale, sta tirando fuori una grinta degna di un leone e che in pochi avrebbero sospettato alla vigilia di questa situazione senza precedenti nella storia della megalopoli sul Bosforo.

La battaglia per Istanbul, quindi, sembra ben lungi dall’essere finita e adesso l’antica Costantinopoli si trova nella paradossale situazione di avere ben due sindaci. Entrambi i candidati, infatti, sono convinti di avere vinto. L’Akp, per enfatizzare il messaggio, in alcuni distretti particolarmente conservatori, dove il consenso nei confronti della formazione islamica ha tenuto, ha anche affisso manifesti con scritto “Tesekkuler Istanbul”, grazie Istanbul, cosa che di solito si fa in caso di vittoria.

Imamoglu è stato chiaro: per la legge lui ha vinto e non intende indietreggiare nemmeno di un millimetro. Ma la strada è lunga. La commissione elettorale ha fatto sapere che è in possesso di dati suoi propri, diversi da quelli dell’agenzia di Stato Anadolu, al centro di molte polemiche per la faziosità con la quale ha seguito i diversi processi elettorali. Questo però può anche voler dire che nelle prossime ore potrebbero arrivare nuove sorprese.

“Ci sono appena 23mila voti di differenza – ha detto Yildirim – e 319mila schede nulle. Credo si debbano ricontrollare tutte”. Dove quel “tutte”, secondo molti, potrebbe portare a un riconteggio complessivo.

Le prossime ore saranno cruciali per determinare il destino non solo della città di Istanbul, ma della stessa Turchia. Il presidente Erdogan, nel suo discorso dopo il voto si è mostrato più mite del solito nei toni, ma nei fatti il suo Akp è sempre più agguerrito e più che mai determinato ad alleviare gli effetti di quella che è la maggiore batosta elettorale dal 2002, anno in cui ha preso in mano la guida del Paese.

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