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Zero come Pil. L’economia italiana continua a rimanere nelle sabbie mobili, nonostante lo spread al ribasso abbia reso un poco più sostenibile il nostro debito pubblico. Questa mattina, quando l’Istat ha diffuso le stime preliminari sull’andamento del nostro Pil nel secondo trimestre, non è che ci si aspettasse qualcosa di diverso.  Dall’Istituto di via Cesare Balbo hanno ribadito qualcosa di molto semplice e drammatico allo stesso tempo: questo Paese ha smesso di crescere.

ZERO COME PIL

Secondo i dati diffusi dall’Istat il Pil italiano nel secondo trimestre del 2019 è rimasto fermo sia rispetto ai tre mesi precedenti che su base annua. Dunque si registrano variazioni nulle, la cosiddetta e temuta crescita zero, in entrambi i confronti: congiunturale e tendenziale. “Nel secondo trimestre del 2019 è continuata la fase di sostanziale stagnazione dell’economia italiana che prosegue ormai dal secondo trimestre dello scorso anno”, ha annotato l’Istituto di statistica, precisando come il dato odierno “si basa su una valutazione dal lato dell’offerta che indica cali dell’attività per l’agricoltura e per l’industria e un contenuto incremento per l’insieme del terziario”.

IL PROBLEMA TEDESCO

La storia comunque è di quelle già viste.  L’economia del nostro Paese segue a distanza quella del Continente: quando l’Europa corre noi avanziamo, ma più lentamente e quando frena noi rallentiamo di più, fino ad arretrare. Che poi in questa fase i guai vengano soprattutto da fuori è certamente vero. Proprio ieri il Centro Studi Confindustria collegava l’andamento negativo della produzione industriale italiana (-0,6% nel secondo trimestre) con le deboli prospettive del settore manifatturiero tedesco ed in particolare dell’auto, comparto nel quale i legami tra il mondo produttivo italiano e quello tedesco sono particolarmente evidenti. La Germania infatti, e non è un mistero, è il principale mercato di sbocco continentale per il nostro export. Se i tedeschi hanno il fiatone, finiamo per averlo anche noi.

REBUS MANOVRA

Con un Pil rasoterra sarà più complicato allestire una manovra in grado di soddisfare le esigenze dei due azionisti di governo, Lega e 5 Stelle. I quali pretendono che la legge di Bilancio (alla quale si sta già lavorando), porti in dote le misure più care ai due schieramenti. Il Carroccio vuole a tutti i costi la flat tax, che però può costare fino a 60 miliardi, mentre il Movimento punta forte al salario minimo. Problema, in assenza di Pil e con le privatizzazioni al palo (l’Italia ha promesso sette mesi fa all’Ue 18 miliardi tra cessioni e Ipo), sarà difficile non ricorrere al deficit. Si potrebbe sperare nei soldi risparmiati con la minor spesa in interessi sui nostri Btp collocati, ma non basterà. Alla fine i conti, al netto delle promesse elettorali, li dovrà comunque fare il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

IL MERCATO DEL LAVORO

Nonostante i cattivi segnali giunti dall’economia, dal mercato del lavoro (qui l’intervista al sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon) sono invece arrivate buone notizie e sempre dall’Istat. La disoccupazione a giugno segna la quarta flessione consecutiva, scendendo al 9,7%, in calo di 0,1 punti percentuali su maggio: si tratta del tasso più basso da gennaio del 2012, ovvero da sette anni e mezzo. I disoccupati sono così scesi di 29 mila nel corso dell’ultimo mese, con un calo che ha riguardato gli uomini come le donne e tutte le fasce d’età, ad eccezione dei giovani tra 25 e 34 anni. In calo, questa volta ai minimi dall’aprile del 2011, anche il tasso di senza lavoro tra i più giovani: nella fascia 15-24 anni, la disoccupazione scende di 1,5 punti percentuali e si porta infatti al 28,1%.

FORZA ITALIA ALL’ATTACCO

Il primo attacco all’esecutivo, reo agli occhi dell’opposizione di aver portato il Paese nel pantano, è arrivato da Forza Italia. “E anche il secondo trimestre ce lo siamo giocato: Istat dice zero. Zero crescita sul trimestre, zero crescita acquisita per il 2019. Il governo dello zero assoluto, altro che anno bellissimo. Mentre a Roma discutono su tutto il Paese si ferma. Ma andare a casa no eh”, ha fatto sapere il presidente dei deputati azzurri, Maria Stella Gelmini.

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