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Anche se il trend era da tempo noto, ragion per cui gli appetiti di Ankara hanno provocato la reazione dell’intera comunità internazionale contro la nave Fatih illegalmente presente nella Zee, adesso c’è anche l’ufficialità del governo di Nicosia: Cipro continua a trivellare nella sua Zona economica esclusiva e lo farà per altri due anni in cerca di gas.

Lo ha detto Yorgos Lakkotrypis che non solo è il ministro dell’Energia ma è l’uomo che ha materialmente tenuto i rapporti con tutti i players e che si candida ad un ruolo per il futuro. Sullo sfondo i nodi da risolvere sull’Eastmed, il cambio di strategia per la richiesta di nuove navi gasiere e le nuove minacce di Ankara.

PIU’ GAS

L’occasione è la presentazione a Nicosia del plan ministeriale di Energia e Commercio: le trivellazioni inizieranno alla fine del 2019 con l’obiettivo, e qui c’è il riferimento anche a Eni, di lavorare assieme anche su quei giacimenti dove non c’è ancora una comune partnership. Parole che si incastrano da un lato con i lusinghieri risultati ottenuti da Exxon Mobile sulle potenzialità del giacimento Glauco (una vera miniera di gas) e dall’altro con la strategia complessiva che comporterà una serie di effetti a catena post nuove scoperte.

Uno dei primissimi riguarda la crescente richiesta sui mercati di navi gasiere proprio in virtù del nuovo “oggetto del desiderio” che verrà trasportato, per cui se alcune navi potranno essere riconfigurate altre verosimilmente saranno acquistate ex novo dai players coinvolti.

TREND

Sul giacimento di Afrodite il governo annuncia un accordo in tempi stretti: proprio in questi giorni verrà analizzato il progetto preliminare, con i relativi negoziati che si concluderanno venerdì prossimo sull’isola. Da definire solo alcuni dettagli tecnici, come l’utilizzo del gasdotto sottomarino per il terminale di Intron e il modus per il trasferimento sui mercati. Sul tavolo del ministero anche alcuni progetti infrastrutturali a corredo, come il nuovo terminale di liquefazione che verrà realizzato a Vassilikos e i cinque treni di produzione.

“Ci siamo incontrati la scorsa settimana con i soggetti autorizzati nella nostra Zee – ha osservato Lakkotropis – al fine di valutare come creare un progetto congiunto. È molto importante perché, come abbiamo spesso detto, per il terminale di liquefazione sono necessarie maggiori quantità di gas naturale. Abbiamo avviato un dialogo con le aziende che hanno ottenuto la licenza per valutare questa prospettiva e procedere tutti insieme”, ha aggiunto.

EASTMED

Citando il gasdotto EastMed, uno dei tre progetti di interesse comune per i quali Cipro ha ricevuto 34,5 milioni di euro dalla Commissione europea, il ministro ha detto che attualmente tutti i paper mostrano l’assoluta competitività del nuovo vettore. Sul punto, a domanda specifica circa l’atteggiamento dell’Italia, Lakkotrypis ha detto che la difficoltà sta nel fatto che si tratta di quattro stati diversi: “Non abbiamo ricevuto alcuna informazione ufficiale da parte italiana, dopo le elezioni europee potrebbero sollevare il problema”.

E ha precisato che la partnership tra Eni e Total non tocca solo il blocco 7, ma si può estendere perché l’accordo preliminare prevede chei due player espandano la cooperazione anche in altri blocchi della Zee.

QUI ANKARA

Da Ankara però giungono nuove rivendicazioni su quel fazzoletto di acque: i leader turchi anche nelle ultime ore hanno dichiarato che trivellare al largo della costa di Cipro è un “diritto sovrano” della Turchia. E’ la ragione per cui il ministro degli esteri della Turchia, Mevlut Cabusoglu, ha inviato una lettera all’alto commissario della politica estera dell’Ue, l’italiana Federica Mogherini, per replicare proprio alle parole con cui Lady Pesc stigmatizzava la provocazione di Ankara che oltre ad aver inviato la nave Fatih nella Zee cipriota sta effettuando la sua più imponente esercitazione aero-navale con più di cento mezzi impegnati e 25mila soldati.

Le operazioni, si legge nella missiva, sono effettuate a 75 chilometri al largo della costa occidentale dell’isola di Cipro e “l’area di perforazione non ha nulla a che fare con nessuna delle cosiddette aree di licenza dei ciprioti greci”. E accusa soggetti terzi di schierarsi in “frontiere marittime sovrapposte, violando così il diritto internazionale”. “Nessuno si aspetti che la Turchia resti a guardare” ha minaccato il ministro.

Raddoppia la dose il presidente turco Recep Tayyip Erdogan secondo cui “anche se alcuni circoli considerano ancora il Mediterraneo orientale una questione di ciprioti, sappiamo molto bene che l’essenza della questione non è così”.

SCENARI

Per cui, dal momento che le vecchie e nuove scoperte (Zohr, Glauco, Afrodite) sono strategiche perché influenzeranno la geopolitica e le alleanze dei prossimi anni, Nicosia ha proposto la nascita della piattaforma del Forum del gas del Mediterraneo orientale.

L’obiettivo è poter disporre di un soggetto dotato della forma di un’organizzazione internazionale in grado di discutere di questioni infrastrutturali, di rapporti diplomatici, di interlocuzioni con soggetti pubblici e privati. Il Forum sarà anche il luogo deputato per analizzare le criticità dell’intero sistema, come le interferenze turche che proprio in questi giorni registrano un’altra “risposta atlantica”. A breve infatti si svolgerà un’esercitazione militare congiunta fra vari paesi a cui prenderanno parte anche due F35 inglesi giunti oggi a Cipro.

twitter@FDepalo

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