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Un mese dopo il voto europeo, i temi che stanno più a cuore agli italiani sono quelli, strettamente connessi, relativi alla legge di bilancio e alla nostra posizione in Europa. A segnalarne l’importanza è Enzo Risso direttore scientifico di Swg, protagonista di questa conversazione con Formiche.net.

“In questo momento – spiega Risso – il cuore dell’attenzione dell’opinione pubblica è focalizzato sulla capacità da parte del governo di riuscire a mettere in piedi una legge di bilancio. L’aspetto che sta più a cuore agli italiani è capire se quest’esecutivo riesca realmente a imprimere una svolta nella gestione degli aspetti economici e di bilancio del Paese. Gli italiani hanno un alto livello di aspettativa, sono fiduciosi di poter assistere a un cambio di passo rispetto alle politiche avute e vissute negli ultimi quindici anni. Dopo aver espresso il loro voto in maniera piuttosto chiara, chiedono che cambi l’impostazione pedissequamente legata al rispetto dei conti secondo una impostazione rigidamente europea”.

SQUILIBRIO DELLA RICCHEZZA

Imboccando una strada di estrema sintesi, è come se anche gli italiani volessero passare all’incasso di un successo elettorale.

“Si aspettano che il Paese si rimetta in moto. E, novità da non trascurare, si aspettano che ci sia una presa di responsabilità generale a questo tipo di processo. E per presa di responsabilità generale intendono non soltanto da parte della politica a anche da parte dell’economia, in particolar modo delle grande imprese. È un passaggio di cui si parla spesso poco, ma nell’opinione pubblica è evidente che in questi anni c’è stato uno squilibrio della ricchezza, squilibrio che ha favorito il mondo della grande impresa che ha guadagnato una quota rilevante. Ecco, adesso gli italiani chiedono un riequilibrio, sia pur parziale, di questa ricchezza. In questi anni la consapevolezza degli italiani è cresciuta. Si è affacciata anche la rabbia nei confronti delle multinazionali che godono di condizioni fiscali particolarmente vantaggiose. Sono ragionamenti che hanno avuto e hanno il loro peso al momento del voto”.

Risso spiega che anche questa sensazione di diseguaglianza ha spinto gli italiani e votare in un certo modo. “E adesso pretendono che questo governo mantenga la promessa di rimettere in moto il Paese senza far pagar i sacrifici sempre agli stessi”. Insomma che sia realmente il governo del cambiamento.

SUI MIGRANTI CONTRO L’IPOCRISIA DI BRUXELLES

“Gli italiani si aspettano che ci sia un inasprimento delle sanzioni nei confronti dei grandi evasori, comprese le multinazionali. È questo il tema su cui il governo si gioca gran parte della sua credibilità. Così come se lo sta giocando sul tema dei migranti. La vicenda della Sea Watch sta mostrando la coerenza degli atteggiamenti del governo. Sta portando alla luce non tanto la rigidità del governo ma l’ipocrisia dei governi europei. Gli italiani hanno notato che non si è levata nessuna voce da parte degli altri Paese per accogliere, ad esempio, i migranti della Sea Watch”.

Per Risso non c’è alcuna vergogna da parte degli italiani, anzi. “Chiedono che questo governo tuteli la forza dell’economia italiana. Che cessino i due pesi e le due misure da parte di Bruxelles nei confronti del nostro Paese. Gli italiani avvertono da parte dell’Europa l’eccessiva tendenza di sminuire la nostra economia. Gli italiani sono molto più smaliziati e informati di quel che si possa immaginare. Non accettano lezioni da parte di economie che hanno fatto il bello e il cattivo tempo sul tema delle banche e dello sforamento, nonostante gli italiani abbiano una delle strutture del risparmio più solide d’Europa. Gli italiani sono fortemente diffidenti nei confronti di Bruxelles e sono stufi di veder penalizzato il nostro Paese che viene visto come un pericoloso concorrente per gli altri Stati europei e per questo fortemente avversato».

I PARTITI DI CASA NOSTRA

Dall’orizzonte di Bruxelles a quello di casa nostra. Passiamo poi all’analisi dei principali partiti italiani, cominciando col M5S in cui negli ultimi giorni è tornata in modo prepotente la dialettica interna.

“Nell’elettorato del Movimento sono intervenuti dei cambiamenti. Alle recenti Europee, una parte dell’elettorato è rimasto a casa perché deluso dall’esperienza di governo. Un’altra è transitata invece alla Lega. Possiamo dire che oggi il 31% dell’elettorato pentastellato può essere definito di sinistra; il 35% è apolitico e anti-casta e il restante 34% oscilla tra una  visione centrista o di centrodestra. Abbiamo quindi la novità che un segmento dell’elettorato del M5S è confinante con quello del Pd. Ed è un avvicinamento che potrebbe dar vita a movimenti interessanti. È in atto uno scontro sull’egemonia di questa fetta di elettori”.

LA LEGA

Diverso è il ragionamento attorno alla Lega “che possiamo definire senza dubbio più baricentrica. Salvini ha portato a compimento un doppio processo di trasformazione. Da un lato ha trasformato il centrodestra da formazione politica a matrice liberista a formazione politica a matrice primatista. Si badi bene, primatista non sovranista. Primatista nel senso:  prima gli italiani. Spesso si fa confusione. Il primatismo è una spinta in difesa degli interessi della popolazione, il sovranismo è la difesa dei ceti abbienti che si sentono minacciati. Sono due concetti diversi anche se le indicazioni e le rivendicazioni sono simili. Inoltre Salvini ha modificato la natura del centrodestra che prima aveva una gestione aziendalista con l’idea di un capo manager. Adesso, invece, Salvini è il capitano di questa formazione e antepone una visione politica alla congruità delle scelte economiche”.

FORZA ITALIA

Rimanendo nell’area dei moderati, chiediamo a Risso anche dei recenti movimenti in Forza Italia, con la nomina – da parte di Berlusconi – dei due vice Carfagna e Toti. “Qui – illustra il direttore scientifico Swg – dipende da quel che accade. Di certo esiste uno spazio politico moderato centrista, con una quota di elettori che non si riconoscono pienamente nelle scelte di Salvini, che non sono interessati al M5s e non sono per nulla attratti dal Pd. È una fetta di elettorato che noi valutiamo tra il 10 e il 12%, e che sta cercando un leader o una leader. Così come sta cercando un’identità. Il tema invocato da questo segmento di italiani è la middle class, il riposizionamento del ceto medio al centro del Paese, metterlo in condizioni di tornare a esserne la locomotiva. La sfida è tutta lì. Bisogna vedere se uno dei tra attuali contraenti – Toti, Carfagna e Gelmini – sarà in grado di rappresentare quest’elettorato”.

SALA E IL PD

Ovviamente, dopo l’assegnazione a Milano-Cortina delle Olimpiadi 2026, non possiamo non chiudere chiedendo a Risso delle possibilità di leadership nel centrosinistra del sindaco di Milano Giuseppe Sala.

“A questa domanda, ovviamente, non saprei rispondere. È tutto da vedere. Segnalo che in questo periodo nell’opinione pubblica è sempre meno attrattiva la figura del capo manager. Oggi l’opinione pubblica cerca un leader politico che incarni una identità ideologica ed empatica. Vale per tutti gli schieramenti, sinistra destra centro. Il tema è offrire una visione nuova del Paese e rendere attraente questa visione. Il resto viene in un secondo momento”.

Il ceto medio cerca ancora il suo leader. Parla Risso (Swg)

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