Skip to main content

La vicenda Tav ha assunto, ormai, aspetti paradossali. Difficile anche trovare una chiave di lettura, che non appaia trita e ritrita. Tutto è stato detto. Sia sul fronte, ormai palesemente minoritario, dei contrari, sia su quello di chi è sempre stato favorevole all’opera o si è più recentemente convertito.

Proprio quest’ultimo fenomeno, però, può essere un aspetto interessante da approfondire, in queste ore. L’apertura di credito del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, come la sensazione che il vice premier, Luigi Di Maio, si sia ormai rassegnato alla svolta, non appaiono frutto di riflessioni legate all’opera stessa o alle conseguenze che un No avrebbe sul sistema economico italiano.

Piuttosto, come rivelato questa mattina dal Corriere della Sera e da altri organi di informazione, tutto andrebbe ricondotto allo sconfortante esito, per gli storici fautori del No-Tav, di un sondaggio condotto fra gli elettori del Movimento 5 Stelle. Quando il 70% dei tuoi boccia sonoramente la linea politica così pomposamente perseguita, dichiarandosi a favore della Tav. Quando i tuoi elettori sono per le grandi opere e una visione del nostro sviluppo economico totalmente divergente, hai solo due strade: quella imboccata con entusiasmo dal ministro dei Trasporti, Toninelli, che porta dritto al muro, oppure quella di pura sopravvivenza, individuata dal vicepresidente del consiglio. Perché, è bene dirlo, non si arriverà a un sofferto Sì all’opera, intimamente convinti della sua utilità, ma solo perché terrorizzati da una probabile batosta elettorale e obbligati a gestirne il dopo.

Un calcolo politico, insomma.

Si obietterà, l’importante è che la Tav si faccia, che i lavori continuano e che al Paese si risparmi una magra figura. Vero, anzi verissimo, ma non sufficiente. Resta la sensazione di fondo di una maggioranza priva di un indirizzo economico chiaro e univoco. Si procede per sondaggi, per giravolte, in pratica per tentativi. Con un unico orizzonte: quello elettorale.

Più volte abbiamo lamentato una pericolosa mancanza: l’attenzione alle imprese e alle esigenze specifiche dell’Italia che produce (anche per quelli che aspettano e basta). Il valzer sulla Tav non sembra spostare di un metro l’attenzione, verso il mondo dell’impresa e del lavoro.

È solo politica, bellezza…

tav, Torino

Il valzer sulla Tav, tra sondaggi e giravolte elettorali, dimentica le imprese

La vicenda Tav ha assunto, ormai, aspetti paradossali. Difficile anche trovare una chiave di lettura, che non appaia trita e ritrita. Tutto è stato detto. Sia sul fronte, ormai palesemente minoritario, dei contrari, sia su quello di chi è sempre stato favorevole all’opera o si è più recentemente convertito. Proprio quest’ultimo fenomeno, però, può essere un aspetto interessante da approfondire,…

primarie

Che cosa sono davvero le primarie del Pd

Per tutta la giornata di domenica 3 marzo 2019, nei 7.000 seggi allestiti nei gazebo, in Italia e all’estero, si vota per le primarie del Pd: la scelta è tra i tre candidati alla segreteria Maurizio Martina, Roberto Giachetti e Nicola Zingaretti. Con una donazione di almeno 2 euro, sono ammessi a scegliere il nuovo segretario del Partito democratico tutti…

Salvini

Continua l'idillio elettori-Salvini. Cosa dice il sondaggio Ipsos

La Lega è il punto di riferimento di un elettorato trasversale, e sta per raggiungere il 36% dei consensi, dopo aver vinto una serie di consultazioni locali - elezioni in Abruzzo e poi in Sardegna - attestandosi alla guida non solo del centrodestra, ma anche di un possibile governo futuro. A certificarlo sono i numeri dell'Ipsos, istituto di sondaggi guidato…

ArchiMed lancia l'opa su Bomi Group. Un altro pezzo di Made in Italy finisce ai cugini d’Oltralpe

Un altro pezzo di made in Italy sta per passare di mano, acquistato da un fondo francese di private equity. Si tratta dell’azienda milanese Bomi Group che opera nella logistica e nella gestione di prodotti ad alta tecnologia per la tutela della salute, quotata dal 2015 a Piazza Affari, e sulla quale è scattata un’offerta pubblica di acquisto non ostile…

politica, don Sturzo, centro

A sessant’anni dalla morte di don Luigi Sturzo, l'attualità della sua critica allo statalismo e alla partitocrazia

Si è ricordato, giustamente, agli inizi di quest’anno il centenario della fondazione del Partito popolare italiano, avvenuta il 18 gennaio 1919. E, naturalmente, abbastanza, ma non come ci si attendeva, si è rievocata la figura dell’artefice di quell’importante evento che praticamente immise i cattolici pienamente e legittimamente nella vita politica italiana dopo le note vicende risorgimentali e post- risorgimentali che…

iraq, netanyahu, insediamenti

Come (e se) l’incriminazione di Netanyahu influirà sulle elezioni in Israele. Parla Terzi

1000, 2000 e 4000. Sono questi i nomi delle tre inchieste che pesano sul futuro giudiziario di Benjamin Netanyahu, così come sulla sua carriera politica. Il procuratore generale Avichai Mandelblit ha avviato le indagini che riguardano i sospetti di frode e corruzione, ma anche le accuse più spinose circa l’eventuale rapporto di favoreggiamento mediatico con il quotidiano Yediot Ahronot e…

califfo, siria

Siria, è iniziata la battaglia finale contro il Califfo

È ufficialmente partita quella che potremmo definire la battaglia finale contro lo Stato islamico per come lo conosciamo, ossia nella dimensione statuale che Abu Bakr al Baghdadi è riuscito a dare alla sua organizzazione terroristica autoproclamandosi il 29 giugno del 2014 alla guida del Califfato islamico costruito tra Siria e Iraq. Le Syrian Democratic Force – le Sdf, il contingente…

Tandem Beto-Biden? I democratici cercano la carta vincente contro Trump

Presto Beto O'Rourke "farà un annuncio" che potrebbe essere il lancio di una sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2020. O'Rourke, imprenditore ed ex chitarrista punk, è la stella nascente della politica democratica che alle elezioni di metà mandato (novembre 2018) per poco non strappa il seggio da senatore in Texas a un repubblicano (Ted Cruz). Gli è arrivato dietro…

Venezuela

Colombia e Cuba. In guerra per il Venezuela

Di Carmine Pinto

In Venezuela l’intervento c’è stato venti anni fa. Funzionari, militari, uomini di intelligence, dirigenti politici cubani diventarono una componente centrale del regime chavista. Secondo Luis Almagro, segretario dell’OEA, riferimento della democrazia liberale latina, nel 2018 c’erano almeno 22000 cubani, con ruoli diversi, in Venezuela. Del resto, è condivisa l’opinione che fu Fidel Casto a scegliere Nicolas Maduro come presidente. Era…

Daniel Ortega

Negoziati in Nicaragua, tra l'ombra dei prigionieri politici e la debolezza di Ortega

Questa settimana sono ricominciati i negoziati in Nicaragua. Il nunzio apostolico Waldemar Stanislaw Sommertag è stato uno dei testimoni e ha letto un comunicato – firmato dai rappresentanti del governo di Daniel Ortega e dall’opposizione – nel quale le parti si impegnano a lavorare nella definizione di un meccanismo per continuare il dialogo. Il rappresentante della Santa Sede in Managua…

×

Iscriviti alla newsletter