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“Dipende da chi sono gli altri 99. Ne sono orgoglioso”. Sempre con la battuta pronta il vice premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini quando gli chiedono di commentare la notizia giunta oggi che il Time, il settimanale statunitense, ha inserito nella lista delle 100 persone più influenti al mondo per il 2019 proprio il suo nome.
“Sono orgoglioso della fiducia degli italiani, al di là del Time, poi non conosco i criteri della classifica, ma vuol dire che non stiamo lavorando male”, ha continuato commentando la lista in cui non compaiono altri nomi di politici italiani.

Il suo profilo è stato curato da Steve Bannon, l’ex capo della strategia elettorale di Donald Trump, anche lui inserito nella Time 100, che usa parole molto lusinghiere per il capo della Lega. Secondo Bannon Salvini ha avuto il pregio di avere “resuscitato l’orgoglio nazionale italiano”. E loda le sue capacità di ministro, che si è fatto strada con umili inizi, riguardo la chiusura dei porti, l’immigrazione illegale, il traffico di esseri umani, ma anche lo scontro con l’Unione europea che lo ha reso, con anche ostacoli economici interni, “il politico più discusso d’Europa e per la fine di maggio, dopo le elezioni parlamentari europee, potrebbe benissimo essere il più potente”.

“Ovviamente con il profilo curato da Bannon, Salvini gioca in casa”, commenta con Formiche.net Massimiliano Panarari, specialista di scienza dell’opinione pubblica e sociologia della comunicazione e autore di “Uno non vale uno. Democrazia diretta e altri miti d’oggi”, edito da Marsilio. “Il riconoscimento che l’ex stratega del presidente degli Stati Uniti pone in essere sono molto logici, è indiscutibile che su questa base il titolare del Viminale rappresenti uno dei protagonisti della politica europea. Non a caso è stato individuato come uno dei leader del sovranismo continentale. La sua strategia comunicativa ha molti punti in comune con quella di Bannon, e ha rappresentato una novità rilevantissima sul fronte sovranista. Un riconoscimento quindi molto realistico in quanto il vice premier è uno dei protagonisti, anche dal punto di vista comunicativo, di questa fase contemporanea”.

Insomma Bannon lo definisce “il più anticonvenzionale dei politici”, che ha condotto “la campagna più anticonvenzionale”, fatta anche con i live su Facebook e con la scelta di “formare un governo con il Movimento 5 Stelle, dando vita per la prima volta a una combinazione tra destra e sinistra, populisti e nazionalisti”.

“Non so – prosegue Panarari – se c’è una griglia con i criteri di scelta della lista. Probabilmente è stata redatta secondo un “sentiment” comune, e il condizionamento di Salvini tanto dal punto di vista comunicativo tanto da quello politico come attore attivo e costruttore della rete sovranista, e del vero ossimoro dell’Internazionale sovranista – una convergenza tra partiti che hanno interessi nazionali contrastanti per avere un peso maggiore negli equilibri sul futuro post elezioni europee – è un dato di fatto. La comunicazione salviniana ha impresso il suo segno in questa fase politica persino di più del M5S, nell’ambito della comunicazione politica populistica che è quella oggi vincente e più persuasiva”.

Il vice premier è insieme ad altri 26 leader, tra cui, come già detto, Trump, la giovane attivista per il clima Greta Thunberg, la leader democratica alla Camera statunitense Nancy Pelosi, il leader dell’opposizione venezualana presidente Juan Guaido, la neodeputata Usa Alexandria Ocasio-Cortez e Papa Francesco.

Altri due italiani però sono presenti nella top 100. Lo chef Massimo Bottura è tra i pionieri, Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della maison Valentino, tra le icone, insieme a Lady Gaga, Michelle Obama, Spike Lee e Taylor Swift. Le altre categorie sono artisti e titani.

salvini, centro

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