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La Regione siciliana, con legge e nel rispetto della normativa dell’Unione europea, potrà disciplinare le procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, compresa la fase della loro esecuzione, introducendo meccanismi di tutela delle piccole e medie imprese “in quanto importanti fonti di competenze imprenditoriali, d’innovazione e di occupazione”.

A prevederlo sono le norme di attuazione in materia di contratti pubblici dello Statuto siciliano, determinate dalla Commissione paritetica Stato-Regione, presieduta dal professore Enrico La Loggia e che, dopo il via libera del Consiglio dei Ministri saranno approvate con decreto legislativo emanato dal Presidente della Repubblica. Lo rendono noto, con una nota congiunta.

Lo schema di norme di attuazione era stato approvato dalla Giunta il 25 marzo scorso su proposta degli assessorati regionali all’Economia e alle Infrastrutture, guidati rispettivamente dal vicepresidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao e da Marco Falcone, e trasmesso alla commissione paritetica.

Lo Statuto attribuisce competenza legislativa in materia di contratti pubblici alla Regione, ma, dopo l’emanazione delle norme di attuazione, i confini di tale competenza si consolideranno, consentendo, a tutela delle imprese siciliane, interventi sin qui ritenuti in contrasto con la disciplina statale (il codice dei contratti pubblici) e dichiarati per questo incostituzionali. Sarà così recepita la normativa europea in materia di concorrenza, libera circolazione delle merci e prestazione di servizi e libertà di stabilimento.

Sono due gli articoli dello Statuto che dettano le regole per gli appalti in Sicilia: l’articolo 14 (lettera g) attribuisce alla Regione la competenza esclusiva “in materia di lavori pubblici, eccettuate le grandi opere pubbliche di interesse prevalentemente nazionale”; per quanto riguarda, invece, gli appalti di servizi e forniture si deve fare riferimento all’articolo 17 (lettere h e i) che attribuisce alla Regione la competenza legislativa concorrente in materia “di assunzione di pubblici servizi” e di “tutte le altre materie che implicano servizi di prevalente interesse regionale”. Per l’acquisizione di beni e servizi della Regione dal 2015 opera, presso l’assessorato all’Economia, la Centrale unica di committenza (CUC).

Per il vicepresidente della Regione Siciliana e assessore all’Economia, Gaetano Armao, queste disposizioni attuative dello Statuto regionale ne consentono la piena applicazione “garantendo l’obiettivo della tutela delle imprese siciliane, danneggiate da alcune regole fuorvianti come quelle che determinano ribassi eccessivi o che favoriscono i grandi gruppi”. Soddisfazione ha espresso anche l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone: “Il varo del decreto consentirà alla Sicilia di legiferare in maniera più efficace nel settore degli appalti, dando prospettive alle piccole e medie imprese, stritolate da norme nazionali eccessivamente stringenti”.

Contratti pubblici… In Sicilia si cambia passo

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