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La voce narrante di Roberto Herlitzka in uno straordinario concerto di Nicola Piovani nella feconda e ferita terra abruzzese mi ha fatto immediatamente pensare alla magnifica interpretazione dell’attore nei panni del prof. Federico Caffè. Il film in questione è “L’ultima lezione” di Fabio Rosi tratto da un libro gioiello, avente lo stesso titolo, scritto da Ermanno Rea grande scrittore, troppo dimenticato sia in vita, sia dopo la sua recente scomparsa e molto rispettoso nei riguardi di Caffè (ha sempre partecipato ai numerosi incontri a lui dedicati). Ebbene i fatti sono noti. Caffè nella notte del 14 aprile 1987 faceva perdere le proprie tracce in maniera talmente misterioriosa da stimolare giallisti a ricostruzioni più o meno fantasiose. Altrettante note sono le analogie sciasciane con la scomparsa di Majorana. Tuttavia ciò che non è mai scomparso è il pensiero di questo enorme intellettuale. Un pensiero universale che ha saputo fuoriuscire dalle aule universitarie con una forza che ancora oggi continua ad attrarre ex studenti, studiosi o semplicemente appassionati al suo prezioso insegnamento. Il mio approccio con l’economia nasce durante i miei studi nel corso di laurea in scienze politiche e, sebbene i testi adottati non fossero di Caffè, questo nome riecheggiava spessissimo. Erano trascorsi pochi anni dalla scomparsa. Ricordo ancora la notizia letta sui giornali del tempo e qualche servizio televisivo. Poi, come accade spesso, il tempo diluisce e attutisce. E allora del professore via via si sono perse anche le ulteriori tracce “istituzionali” del giusto tributo, dell’indispensabile ricordo, del rispetto del capitale umano ancor prima che intellettuale . Ma questo piccolo grande uomo fortunamemnte non è stato mai completamente dimenticato poiché ciò che ha saputo seminare è stato raccolto da tanti che gli hanno voluto e gli vogliono bene come se egli fosse ancora presente anche fisicamente con una alchimia possibile attraverso la sua potente voce capace di uscire dalle sue pagine. Ancora oggi continua ad essere modello, punto di riferimento per enucleare il concetto di serietà, di attenzione verso chi sta peggio, verso i rappresentanti della solitudine.
Con quel suo agire guardando oltre, lontano come un vero Linceo, il professore rappresenta quel faro capace di illuminare a breve e a lunga distanza. L’eccellenza al servizio del Paese. Un Paese che sarebbe stato certamente diverso se i germi del saper fare fossero stati virali al punto tale da contagiare le più disparate realtà sociali e soprattutto istituzionali. Dall’intuizione di uomini visionari come Caffè si poteva davvero fondare una nuova Repubblica attenta ai sentimenti, alle ragioni e esigenze umane. In tutto questo, Caffè ha avuto la non comune capacità di leggere la realtà in modo autonomo ed anticonformista; generoso e permeato da un profondo senso di giustizia e di responsabilità , che gli permette anche nella bruttissima odierna società di fare a lui riferimento”

La sua è una storia dal fascino letterario e dagli aspetti degni della migliore sceneggiatura per una pellicola sulla sua incredibile vita da concreto riformista. A me non resta che parlarne, ogni giorno e in ogni contesto, come una missione.

Federico Caffè: la lezione continua.

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