Skip to main content

Mentre si trascina il dibattito sulla manovra del popolo ci piace soffermarci sullo stato di applicazione di un altro provvedimento, varato nella scorsa legislatura e sul quale ancora oggi c’è (tutto sommato) scarsa chiarezza. Parliamo del credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo, misura di incentivazione fiscale contenuta nel pacchetto Impresa 4.0: uno strumento di potenziale interesse per le nostre aziende, sulla cui adozione – almeno in termini di numeri assoluti – pesa tuttavia probabilmente una endemica sfiducia “all’italiana”, che descrive bene un nostro tipico modo di pensare ed agire.

Alcune brevi premesse tecniche. La misura, peraltro cumulabile con un’ampia serie di incentivi fiscali di diversa natura (Nuova Sabatini, Super e Iper ammortamento ecc.), si rivolge a una platea che include i soggetti titolari di reddito d’impresa “indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano”. Si tratta di imprese che svolgano attività di Ricerca e Sviluppo in proprio o per terzi, o che a loro volta la commissionino.

Il credito si computa su una base fissa data dalla media delle spese in Ricerca e Sviluppo sostenute negli anni 2012-2014, e si compensa in sede di pagamento di imposte e contributi. Risultano agevolabili molti tipi di spese (relative a ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale), includendosi – tra gli altri – i costi per un personale altamente qualificato, i contratti di ricerca con università, enti di ricerca, imprese, start up e Pmi innovative, le quote di ammortamento per l’acquisto di strumenti e macchinari. La misura, recita la norma, è applicabile per le spese in Ricerca e Sviluppo che saranno sostenute nel periodo 2017-2020.

E qui viene il punto, cui facevo riferimento in premessa, del limite “culturale” con cui il beneficio si scontra. Spesso i consulenti, in un’ottica assai garantista (anche un po’ di se stessi), scoraggiano i clienti, cioè le aziende, ipotizzando tetri scenari di verifiche in cui sarebbe tutto sommato arduo, spiegano a) ascrivere le voci di spesa sostenute alle voci indicate in norma, e soprattutto b) ricostruire con puntualità le spese sostenute nel triennio 2012-2014, sulla base delle quali si calcola appunto la base fissa del credito detraibile.

L’idea stessa che possano sorgere conflitti con l’Autorità preposta al controllo diventa cioè un elemento fortemente dissuasivo all’accesso al beneficio; conseguentemente, il timore di una eventuale contestazione si dimostra infine assai più forte dell’interesse al possibile risparmio fiscale. Se in questo atteggiamento da principio rinunciatario ci fosse soltanto la scrupolosa verifica della mancanza dei requisiti necessari per accedere alla predetta misura non vi sarebbe nulla di male, anzi.

Tuttavia pare più frequente un diniego fondato sulla mera sfiducia “di sistema” da parte delle aziende: che tanto si rivolge ai controllori quanto principalmente a loro medesime, nella veste di controllate, risultando spesso assai poco convinte delle scelte operate e della relativa qualificazione da un punto di vista tecnico.

“Preferisco rinunciare”, insomma, “poichè non sono convinto di poter dimostrare che quel processo costituisca R&S”. Di fronte a un dilemma come questo, certamente non banale, servirebbero consulenti capaci di fugare il più possibile i dubbi dell’imprenditore, aiutandolo a districarsi nel caos magmatico di norme e statuizioni tecnico/giuridiche – impresa, va detto, tutt’altro che semplice – e al limite dissuadendolo, sì, ma con piena consapevolezza della situazione reale dell’azienda (attraverso un’analisi che potrà comunque costituire un passaggio virtuoso e premiante in termini gestionali); ancor più importante, tuttavia, sarebbe l’intenzione di capire – da parte dell’imprenditore medesimo – cosa sia accaduto, cosa stia accadendo e soprattutto cosa potrà accadere nella e alla propria azienda.

Un impegno che implicherebbe una forte capacità di concentrazione, di comprensione dei processi e delle opportunità, e quindi uno sforzo di indiscutibile utilità ma davanti al peso del quale si è tuttavia spesso portati a rinunciare in partenza: per scarsa fiducia nel buon esito finale, senza dubbio, ma forse ancor prima per scarsa fiducia in se stessi e nella medesima capacità di rappresentarsi, di manifestarsi consapevoli e credibili.

Un atteggiamento in fondo non dissimile dal rifiuto preventivo di alcune amministrazioni pubbliche di fronte ad importanti opportunità di investimento o di organizzazione di eventi internazionali, per quella che si stima ormai essere la conclamata incapacità del nostro sistema a gestire processi complessi. Un sentimento di sfiducia che è proprio dei politici, dei cittadini che li votano e delle stesse aziende, e che si sintetizza fondamentalmente in una parola: nichilismo.
Nichilismo che se non fa bene a politica e cittadini, certamente priva anche le imprese di opportunità importanti. Dove l’opportunità principale non è poi tanto il beneficio fiscale cui si decida di rinunciare, quanto la capacità stessa di credere nel proprio lavoro, di riconoscerlo, e quindi in definitiva di investire convintamente nel futuro.

Industria 4.0, tutti i limiti del credito d'imposta per ricerca e sviluppo

Di Gabriele Molinari

Mentre si trascina il dibattito sulla manovra del popolo ci piace soffermarci sullo stato di applicazione di un altro provvedimento, varato nella scorsa legislatura e sul quale ancora oggi c’è (tutto sommato) scarsa chiarezza. Parliamo del credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo, misura di incentivazione fiscale contenuta nel pacchetto Impresa 4.0: uno strumento di potenziale interesse per le nostre aziende,…

I gilet gialli e l'accordo sul clima di Parigi. Un nuovo capitolo del muso duro di Trump con Macron

Il presidente americano Donald Trump è entrato di nuovo oggi, sabato 8 dicembre, nella questione delle proteste dei Gilet Gialli francesi usando ancora come porta d’accesso l'accordo sul clima di Parigi, e sostenendo che i cittadini francesi stanno protestando perché non vogliono pagare "grandi somme di denaro, molto ai paesi del terzo mondo". "L'accordo di Parigi non sta funzionando così bene per Parigi.…

huawei frusone

Huawei (e non solo), perché serve dare più forza all'intelligence economica. Parla Manciulli

In un mondo sempre più connesso e globalizzato, la difesa dell'interesse nazionale - come dimostrano le tensioni tecnologiche tra Usa e Cina sul caso Huawei - necessita di una nuova strategia che metta al centro l'intelligence economica. A crederlo è Andrea Manciulli, presidente di Europa Atlantica e senior fellow dell'Ispi, che in una conversazione con Formiche.net spiega cosa possono fare…

Cosa serve (e quanto) alla Libia per il referendum costituzionale

In Libia potrebbe essere possibile organizzare un referendum costituzionale nel prossimo febbraio. Lo ha detto il numero uno della commissione elettorale, Imed al-Sayeh, considerata una delle poche istituzioni indipendenti nel paese. Ma c'è da superare lo scoglio dei fondi da utilizzare per la logistica e la sicurezza, dopo che nel maggio scorso alcuni kamikaze avevano fatto irruzione nel quartier generale…

Trump sta (di nuovo) per licenziare Kelly, il capo dello staff

Aggiornamento delle 20:30. Il presidente Trump ha annunciato ai report che il suo capo dello staff, John Kelly, lascerà l’incarico alla fine dell’anno. Trump ha definito il suo assistente principale “a great guy”, e non ha dato spiegazioni sui perché dell’uscita di scena. La Casa Bianca tempo fa aveva detto che Kelly sarebbe rimasto in carica fino al 2020, ma…

Tempest

Difesa europea e Pesco. Il bagliore in fondo al tunnel secondo Leonardo Tricarico

Di Eva Donelli

La seconda mandata di progetti comuni della cooperazione strutturata permanente (Pesco) approvata nell’ultima riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa dell'Unione europea a fine novembre, più della prima, comincia a far intravedere qualche bagliore in fondo a uno dei tanti tunnel dell’Europa comunitaria. È l’opinione del generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare.…

usa, siria isis iran, protezionismo, trump, dazi, cina, economisti, singapore

Chi è Mark Milley, il prossimo capo delle Forze armate Usa scelto da Trump

Dopo aver riempito le caselle per il procuratore generale (William Barr) e l’ambasciatore all’Onu (Heather Nauert), Donald Trump rende nota la decisione sul prossimo capo di Stato maggiore della Difesa. A partire dal prossimo anno, sarà Mark Milley a guidare le Forze armate più potenti al mondo. Negli ultimi tempi, guardando con apprensione a Russia e Cina, il generale dello…

Cattolici nel mondo post-cristiano. I racconti di Roberto de Mattei sull’eresia modernista

Il modernismo, veicolato dalle società segrete dalla fine del Settecento agli inizi del secolo scorso, è il “vizio d’origine” della decadenza, ormai evidente, della Chiesa cattolica. Tutte le “criticità” che stanno emergendo con drammatica sequenza temporale, al punto da non lasciare respiro a molti credenti, sono riconducibili a una fase storica culminata nell’Ottocento e diramatasi nel primo decennio del Novecento…

Luca Peyrano

ELITE COSI' L'IMPRESA ATTRAE INVESTIMENTI

Questo l'articolo che mi ha chiesto Il Mattino per il suo speciale sul Sud (il pdf a questo link: http://new.ecostampa.net/imm2pdf/Image.aspx?imgatt=8YAP8M&imganno=2018&imgkey=B1V1EAHNX4POL&tiplink=3). Sono più di 112 le società del Sud, che rappresentano un fatturato aggregato superiore ai 7 miliardi di euro e più di 29 mila dipendenti, ammesse ad ELITE, il programma internazionale del London Stock Exchange dedicato alle aziende ambiziose con…

Berlusconi in grande spolvero. Con Salvini è odio e amore, e con il Quirinale...

"Sono stato alcuni giorni fa dal Capo dello Stato e mi ha detto che, in tal caso, consentirebbe al centrodestra di trovare una maggioranza in Parlamento che lo sostenesse perché dopo meno di un anno non sarebbe il caso di tornare alle urne". Apre a un ritorno del centrodestra al governo il Presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi intervenuto alla…

×

Iscriviti alla newsletter