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Il percorso dell’Ucraina per l’adesione all’Unione europea non si ferma, come, però, non accenna a diminuire neppure la tensione sul Mar d’Azov che ha tenuto la tensione alta nell’ultima fase del 2018. Il presidente Petro Poroshenko, ripreso dall’agenzia stampa Ukrinform, ha dichiarato che “l’Ucraina continuerà a muoversi lungo il percorso di riforme che la porterà più vicina all’Europ”.

“Il 2018 è stato un anno particolarmente ricco per quanto riguarda le riforme approntate – ha continuato – abbiamo dato dimostrazione della forte risoluzione dell’Ucraina nel fare passi in avanti. La conclusione del Trattato di amicizia con la Russia, il ritiro dalle strutture della Comunità degli Stati indipendenti e l’attenzione sempre maggiore al percorso di adesione all’Unione europea e alla Nato, inserito nella costituzione, l’adozione della legge sulla reintegrazione del Donbass e di quella sulla sicurezza nazionale del Paese”. Insomma, ha concluso il presidente “tutte queste iniziative rientrano nella nostra strategia per avvicinarci all’Europa”.

Di diverso pensiero però è il ministro degli Esteri Pavel Klimkin che ha voluto precisare come l’Ucraina nel prossimo futuro difficilmente entrerà a fare parte dell’Ue o diventerà membro della Nato. “Questo è cioè l’Ucraina è oggi; mi sento di dire che il Paese non aderirà all’Ue entro il prossimo anno, o i prossimi due, così come per la Nato”. E poi: “Abbiamo bisogno di un consenso nella Nato, e dobbiamo fare qualcosa in Ucraina, dal momento che noi stessi non siamo pronti”, ha continuato.

Opinioni contrastanti comunque sulla questione: il primo ministro di Kiev, Volodymyr Groysman, ha annunciato che il processo di unificazione delle comunità territoriale dovrebbe essere portato a termine prima delle elezioni locali del 2020. “Per proseguire il percorso di riforme, abbiamo lanciato una nuova fase di cambiamenti. Abbiamo in mente di completare il processo di unificazione, che terminerà prima delle elezioni locali del 2020. Nell’anno in corso faremo il possibile per consolidare il processo di decentralizzazione nel testo costituzionale e rendere tali riforme irreversibili”, ha scritto su Facebook Groysman.

Sul fronte del Mar d’Azov e dello Stretto di Kerch, invece, dove lo scontro tra Kiev e Mosca era culminato con la confisca di tre navi ucraine da parte delle forze russe, Poroshenko ha sottolineato come la Russia dovrebbe dare spiegazioni in merito alla presenza del nuovo sistema di difesa S-400 sia a Kerch sia a Feodosia, nel territorio della Crimea. “Non permetteremo alla Russia di decidere come l’Ucraina può utilizzare il Mar d’Azov e lo Stretto di Kerch, e useremo tutti i meccanismi legali per proteggere i nostri interessi”, ha spiegato Poroshenko. “Non riconosceremo mai l’occupazione del Mar d’Azov da parte della Russia, tanto meno l’occupazione dello Stretto di Kerch, e insisteremo sul rispetto del diritto internazionale”, ha aggiunto il presidente ucraino.

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