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Da Johann Wolfgang Goethe ad Alphonse de Sade, da Theodor Mommsen a Felix Mendelssohn Bartholdy, da Vincenzo Cardarelli ad Alfredo Panzini, da Guido Piovene a Guido Ceronetti, da Corrado Alvaro a Mario Soldati, senza dimenticare George Sand e Stendhal, Montaigne e Dickens, il fascino del viaggio in Italia ha contagiato i letterati europei fin da quando la “scoperta” del Belpaese non si è manifestata agli spiriti migliori d’Oltralpe prima e poi agli stessi italiani, come l’occasione per conoscere attraverso la cultura, gli usi, i costumi, la storia, le tradizioni che lo caratterizzavano le radici profonde di una civiltà che coincideva con un sentimento del tempo e della vita che potremmo definire euro-mediterraneo.

Un modo, il Grand Tour, per connettersi ad una formazione culturale da un lato e per scavare all’interno di se stessi come fu per Goethe innanzitutto: “Lo scopo di questo mio magnifico viaggio non è quello d’illudermi, bensì di conoscere me stesso nel rapporto con gli oggetti”, scrisse, intraprendendo il suo Italienische Reise che tra il 1813 ed il 1817 stese così come lo aveva concepito partendo da Karlsbad nel 1786. E sulla sua traccia si mossero coloro che seguirono. Agli oggetti dedicò la sua vita Mommsen che furono i riferimenti della sua monumentale storia di Roma, non meno del grande musicista Mendelssohn Bartholdy che ai reperti rivolse la sua attenzione come se fosse un archeologo, traendo dal viaggio italiano molte delle atmosfere caratterizzanti le sue composizioni.

Insomma, l’Italia è stata madre ispiratrice di coloro che si sono spinti al di qua delle Alpi e si sono giovati delle forme artistiche e del paesaggio e del clima che li ha conciliati con un mondo che dopo il tramonto di Roma e con la rinascenza classica si è quasi miracolosamente ricomposto. Quello stesso mondo peninsulare, vario, ricco, contraddittorio e colorato, caleidoscopio di una umanità non riproducibile in nessun luogo, racchiuso nell’Italia letteraria, visitata da scrittori di regioni e città che l’hanno descritta per come è attraverso la riproposizione di vicende fantastiche e reali, trame di poesia e narrativa che è parte della identità nazionale.

simeoneMaria Laura Simeone il suo Viaggio in Italia (Franco Cesati Editore, pp. 192, € 18) lo ha percorso accompagnandosi ai letterati, visitando con essi tutte le terre del Paese, incontrandoli ai confini tra le regioni, appostati ai piedi di colline amene e ricche di storie, in mezzo ai contrafforti appenninici, tra le aspre cime alpine, sui ruvidi altipiani dove si sono scritte straordinarie pagine di storia, ai bordi di un mare dove la civiltà mediterranea ha partorito miti, poesia, musica, arte, religioni e utopie.

Una scrittura brillante, sostenuta da una cultura letteraria (e non solo) non comune introduce il lettore alla comprensione dell’anima della terra italiana nella maniera migliore: con la letteratura, appunto, in compagnia di scrittori e poeti che hanno stabilito, nella ricomposizione della Simeone, una mappa che è sì prevalentemente letteraria, ma anche civile e storica. Da Nord a Sud, i “luoghi della memoria” degli scrittori vengono amalgamati in una sorta di impastatrice dalla quale viene fuori la fragrante epica di una letteratura connessa al territorio ed alle tradizioni.

Dagli scrittori sulle montagne ai profumi e ai sapori di Sardegna, dalle Langhe al Sannio, dalle suggestioni lacustri prealpine alle passeggiate romane è un itinerario di suggestioni che la Simeone propone avvicendo in lettore come se si trovasse tra le mani un romanzo unitario che forse tale è la storia della letteratura italiana interpretata con vivacità ed intelligenza cui non fa difetto l’indicazione di un’ideale colonna sonora che l’autrice si preoccupa di fornire, consapevole com’è che le canzoni, le canzoni del nostro tempo in particolare, sono autentiche espressioni poetiche (non tutte a dire la verità) che ben si combinano con le opere letterarie propriamente dette.

Vecchi e nuovi paesaggi, magari soltanto accennati, affiorano dalle pagine di questo libro singolare, oltretutto graficamente originale e piacevolmente illustrato, dove un verso di Alda Merini si sposa con una citazione di Giorgio Manganelli e l’eternità di Goethe con quella di D’Annunzio, mentre l’incontro con Orazio commuove fino alle lacrime soprattutto per chi è nato nel Sannio, come Maria Laura Simeone, ed i ricordi si combinano con le gesta e la grande poesia con costumi usati ed abusati lungo la strada che vide trionfi guerrieri e cadute imperiali. Le Forche Caudine e la sconfitta di Manfredi, l’ultimo Svevo, segnano un passaggio amato tra terre amene, amare e di bellezza splendenti, non meno di altre, ovviamente, che non hanno avuto un Orazio che le cantasse, ma si sono accontentate di un Virgilio che le esaltasse.

Per dire che l’Italia letteraria è un doveroso viaggio nello spirito da affrontare alla maniera di Goethe, archetipo di tutti i viaggiatori moderni costretti a smarrirsi in regioni del mondo nelle quali nessuno li conosca. E, magari, trovare l’insospettabile come in quella grande capitale che soggiogò il viaggiatore germanico: “Napoli è un paradiso, ognuno vive in una specie di ebbrezza e di oblio di se stesso”. La stessa impressione che ebbe più di un secolo dopo un altro viaggiatore tedesco, al culmine di una crisi sentimentale, psicologica e di pensiero che lo aveva prostrato, giungendo da quelle parti per portarsi a Sorrento, luogo di rinascita per poi ricadere lontano da quei lidi: Friedrich Nietzsche i cui soggiorni in Italia furono raccontati mirabilmente da Guy de Pourtalés.

E la storia continuerà finché le fragranze della Penisola ispireranno coloro che hanno ancora voglia di cercare qualcosa d’amare. I segni, sempre più nascosti, per esempio, di una civiltà…

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Viaggio in Italia con Maria Laura Simeone. I percorsi letterari alla scoperta di miti e memorie

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