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Tra le ultime leggi approvate nell’ultima plenaria della Knesset, anche la norma che regolamenta le gestazioni surrogate. Secondo la legge, coppie sposate e donne single potranno iniziare il percorso di gestazione surrogata, ma non uomini single. Nonostante il parere contrario dell’avvocato del governo, che riscontrava già due anni fa una discriminazione tra uomini e donne, il Parlamento ha votato il testo che esclude gli uomini non sposati. In questo modo le coppie omosessuali non potranno usufruire del percorso di surrogazione in Israele.

La comunità Lgbt ha organizzato per domenica una serie di manifestazioni nelle principali città israeliane. Più di 200 organizzazioni e società hanno annunciato uno sciopero in solidarietà a ciò che è stata considerata una legge anti-Lgbt. Tra queste anche Google, Microsoft, Facebook, la compagnia aerea IsrAir, e dipendenti pubblici.

In una società in cui avere figli è un elemento culturale molto forte, anche coppie omosessuali di donne e uomini hanno trovato il modo di creare famiglie. La Corte Suprema nel tempo ha riconosciuto i diritti di adozione dei figli del coniuge (indipendentemente dal loro sesso). Servizi sociali, medici e insegnanti hanno corsi di preparazione per riferirsi a pazienti, genitori e bambini in maniera neutrale, in modo da non dare per scontato che ci siano papà e mamma.

La legge è stata recepita come un passo indietro nel percorso dei diritti Lgbt.

Yossi Shalom, assessore alla municipalità di Haifa per gli affari giovanili e Lgbt, spiega che “la legge discrimina principalmente le coppie di uomini omosessuali, ma anche uomini eterosessuali single, e per questo l’opposizione alla legge si è trasformata in una lotta principalmente di uomini omosessuali e di quanti sostengono la comunità”, nonostante siano colpiti anche uomini eterosessuali single.

Secondo un sondaggio di Panel Politics, pubblicato su Walla News, il 57% degli intervistati sarebbe a favore della surrogazione per tutti, mentre il 13% non ha un’opinione a riguardo. Secondo il quotidiano Haaretz si sarebbero radunati 80mila manifestanti a Tel Aviv domenica sera per protestare contro la legge, dopo una giornata di proteste che ha visto anche bloccare l’autostrada Ayalon.

Shalom sostiene che “il sostegno di associazioni e società alla protesta delle comunità Lgbt dimostra che la maggioranza della società è molto di più che la maggioranza di voti alla Knesset, o più correttamente la disciplina dei membri della coalizione di governo alla linea politica di stabilità dall’alto”. Un tale sostegno arriva anche dalla condivisone di uno dei valori culturali fondamentali, cioè fare una famiglia e fare figli. “Con la protesta noi vogliamo dire che non siamo cittadini di serie B, e ci opponiamo all’idea che esista un solo modello di famiglia: ne esistono altri e non meno di successo, e vogliamo che i nostri diritti vengano riconosciuti”.

Le proteste hanno anche portato tensioni, con attacchi ed esternazioni contro i manifestanti e contro la comunità Lgbt. A Haifa, dice Shalom, hanno partecipato circa 300 persone: “La città ha impiegato tempo a capire l’importanza del coinvolgimento della comunità Lgbt in tutte le questioni sociali, ma il cambiamento è stato ed è continuo. Non è solo una questione di budget per attività, ma vero coinvolgimento, di cui con fierezza posso dire di far parte”.

Nel gruppo delle organizzazioni che hanno portato sostegno alle proteste sono mancati i rappresentanti delle minoranze, anche se l’argomento non dovrebbe toccare le questioni e tensioni etniche. “Ci sono molti elementi che portano le minoranze a non prendere parte a queste manifestazioni, spesso il pericolo che corrono gli stessi membri delle minoranze a esporsi in pubblico come Lgbt”.

Le logiche di coalizione e le pressioni dei gruppi religiosi sono addotte da molti commentatori come principali cause che hanno portato alla legge e in generale come ostacolo al riconoscimento dei diritti Lgbt. “La divisione tra Stato e religione è incompleta in Israele e come conseguenza ci sono discriminazioni e diseguaglianze. Ho molto rispetto per la religione, ma non vedo come una religione che è basata su saggezza e sul principio ‘ama il tuo prossimo come te stesso’ sia proprio quella forza che mi discrimina. Ci sono gruppi che usano la religione contro la comunità Lgbt”. In tono scherzoso, Shalom conclude: “Dio ha creato tutti a Sua immagine e somiglianza, penso che sappia cosa sta facendo”.

Proprio dopo la protesta, la Corte Suprema ha aperto la prima udienza di una causa intentata contro il ministero degli Interni che ha rifiutato di registrare due uomini come genitori di un bambino adottato da uno dei due partner. L’Avvocatura di Stato sostiene che si tratta di discriminazione, ma il ministro degli Interni si oppone. La legge sulla surrogazione arriverà prima o poi alla Corte Suprema – la decisione dei giudici stabilirà un altro precedente che i progressisti sono certi sarà nel senso di un ulteriore progresso per la comunità Lgbt.

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Israele leader dei diritti Lgbt. Conversazione con Yossi Shalom

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