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Notizie, smentite e scenari: cosa c’è dietro il tam tam sull’ictus di Haftar in Libia? Prima la notizia del grave malore che avrebbe colpito il generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica e capo dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), poi le numerose smentite fatte circolare su agenzie e siti web. Infine le conferme sul suo ricovero in una clinica militare di Parigi.

Sullo sfondo la nuova composizione di truppe e strategie intorno a Derna e le influenze di Mosca, Il Cairo e Teheran sulla terra che fu di Gheddafi e che ancora fatica a imboccare la strada della normalizzazione istituzionale. E con il rischio di una nuova crisi libica proprio adesso che lo scenario siriano si infiamma.

IL MALORE

In Libia è di nuovo caos sul presunto ricovero del generale che invece secondo i media locali godrebbe di ottima salute. Khalifa al Abadi, portavoce delle forze militari di Haftar, è stato il primo a smentire dai microfoni dell’agenzia di stampa libica Lana. A stretto giro, però, arriva la conferma da Parigi: Haftar è giunto all’ospedale militare Val de Grace della capitale francese come ha detto pubblicamente il giornalista del quotidiano L’Express, Hugeux Vincent. Le sue condizioni sarebbero gravi, anche se al momento non ci sarebbe pericolo di vita

Ma ecco sullo sfondo la cornice: proprio adesso che in Siria si è vicinissimi a uno scontro totale, ecco che ci potrebbe essere una nuova crisi in Libia proprio per la vacatio di Haftar.

Le forze di Haftar hanno iniziato ad ammassare truppe intorno a Derna, come osservato dal portavoce del Consiglio della Shura, Mohammd al Mansuri, dopo che quindici giorni fa l’aviazione da lui comandata aveva bombardato le postazioni del gruppo armato ciadiano ribelle Consiglio del comando militare per la salvezza della Repubblica (CCMSR).

In quell’occasione erano stati colpiti una serie di obiettivi come una postazione dei ribelli ciadiani a più di 400 km a sud-est di Sebha ed altre in un’oasi nella regione di Terbu. Una mossa, quella concretizzatasi a sud del Paese, che faceva presagire una nuova fase collaborativa di Haftar con il presidente del Ciad Idriss Déby Itno. Ma dopo il malore cosa cambia?

GLI SCENARI

Appare evidente come le cattive condizioni di salute di Haftar rappresentino un elemento di ulteriore destabilizzazione in un fazzoletto di Libia assolutamente strategico. Non va dimenticato infatti che il ruolo sino ad oggi giocato dal generale vicino a Mosca e al Cairo è stato non secondario in chiave anti Serraj (sostenuto da Onu e Occidente) e anche riguardo alla “bonifica” di presidi dell’Isis nel Paese. Che Haftar ormai giocasse in proprio è provato da una serie di interlocuzioni avviate in tutto il continente. Giorni fa il Generale aveva inviato una delegazione di suoi fidatissimi ufficiali in visita riservata presso Khartum con l’obiettivo di ricucire con il Sudan, anche grazie ai buoni uffici di Egitto ed Emirati, dopo che le accuse di fiancheggiamento al terrorismo avevano inasprito i rapporti.

L’obiettivo era quello di ripristinare relazioni bilaterali, accreditarsi come voce autorevole che dalla Libia guarda la macro regione indirizzandone strategie e direttrici di marcia, sotto l’ombrello del generale egiziano Al Sisi la cui influenza cresce costantemente. Che il “corridoio” Serraj-Haftar necessitasse di una nuova fase era stato ribadito giorni fa anche da Mosca, che si era candidata a farsi arbitro per bocca di Lev Dengov, capo del gruppo di contatto russo sull’insediamento intra-libico, con l’obiettivo di promuovere un incontro tra i due.

Sul piatto della bilancia la volontà di Haftar di essere nominato comandante in capo dell’esercito libico sotto un nuovo consiglio presidenziale, così come era stato discusso 20 giorni fa al Cairo in un meeting tra alti papaveri dell’esercito di Haftar e del governo del Consiglio presidenziale guidato da Al-Serraj. Passaggio che era stato rifiutato dal portavoce del consiglio militare di Misurata Ibrahim Baytelmal (“nessun prigioniero di guerra può essere il comandante dell’esercito”).

Ma se fino a ieri la Libia era ormai diventata sempre più terreno di scontro tra vari players del mondo arabo (come Egitto, Turchia, Qatar, Sudan e Iran) dopo il malore del generale si fa concreto il rischio che lo scontro diventi plasticamente un secondo campo di battaglia mediterraneo in un momento particolarmente grave, con venti di guerra ormai imminenti in Siria.

twitter@FDepalo

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