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Il consiglio di amministrazione dello storico Teatro alla Scala ha deciso: il complesso ha bisogno di nuovi spazi e sarà ampliato occupando le cubature della palazzina adiacente di via Verdi, che la Fondazione aveva già provveduto ad acquistare negli anni scorsi e a demolire dopo un lungo lavoro di bonifica. A dare formalmente l’ok ai lavori il sindaco di Milano, Giuseppe Sala che presiede il cda (composto da: Giovanni Bazoli, Cristina Cappellini, Claudio Descalzi, Alberto Meomartini, Francesco Micheli, Aldo Poli, Giorgio Squinzi e Margherita Zambon) e Alexander Pereira, sovrintendente e direttore artistico dal 1° settembre 2014.

SARA’ ANCORA L’ARCHITETTO BOTTA A OCCUPARSI DELL’AMPLIAMENTO

La scelta per disegnare il nuovo edificio che diverrà un tutt’uno col Teatro Alla Scala è ricaduta nuovamente sull’archistar Mario Botta (nella foto), autore, tra le tante opere, della Biblioteca per le scienze sociali e le discipline umanistiche dell’Università di Tsinghua di Pechino, in Cina e della famosa cappella Granato, in Austria.
Botta firmò già il precedente restauro del Teatro alla Scala del 2002-2004. In quell’occasione, la struttura fu ampliata con due nuovi volumi (un parallelepipede per l’innalzamento della torre scenica e un edificio ellittico posizionato sopra la struttura ottocentesca per accogliere i nuovi camerini) che riuscirono a creare una commistione tra modernità e tradizione, strutture avveniristiche ed edilizia classica.

PROGETTO DA 15 MILIONI DI EURO

Il nuovo progetto – presentato da Botta e dal docente di architettura del Politecnico Emilio Pizzi – prevede la costruzione di una seconda torre visibile da via Verdi, che affiancherà quella precedente costruita nel 2004, cui andrà a uniformarsi anche per colore e stile. La scarsa metratura a disposizione (siamo del resto nel cuore della Milano storica) non consente troppi margini di manovra, quindi le nuove cubature si svilupperanno verso l’alto. Unica concessione artistica uno sbalzo di diversi metri sulla facciata del nuovo palazzo, che richiamerà il profilo irregolare di un altro edificio entrato nel cuore dei milanesi: la Torre Velasca a sua volta omaggio alla Milano medievale. La facciata sarà moderna, affilata, giocherà con le forme geometriche, in netta antitesi con quella principale del Teatro Alla Scala. Presenterà insomma i tratti distintivi di tutti i lavori dell’architetto ticinese, rintracciabili per esempio nella struttura della facoltà di biologia e biomedicina dell’Università di Padova o nella nuova ala di giurisprudenza dell’Università di Trento.

TUTTI I NUMERI DELL’AMPLIAMENTO

Come per i precedenti lavori ultimati nel 2004, anche per realizzare la nuova torre, dall’altezza di 36 metri, si scaveranno fondamenta di 18 metri, oltrepassando la falda acquifera sotto Milano. Il nuovo edificio prevederà sei piani interrati e 11 sopra il livello stradale, tra cui gli uffici dell’amministrazione, oggi dislocati altrove per mancanza di spazio. Il costo d’opera è stimato tra i 10 e i 15 milioni di euro. L’ampliamento avrà una superficie calpestabile di 4.500 metri quadri, vale a dire che il nuovo teatro potrà godere di 4,5 km in più. Secondo il disegno di Botta, nello spazio un tempo occupato dall’adiacente palazzina di via Verdi sorgerà una sala prove interrata e insonorizzata per le incisioni discografiche alta 14 metri (come una abitazione di 5 piani) la cui acustica sarà curata dall’ingegnere nipponico Yasuhisa Toyota, già responsabile della Walt Disney Concert Hall di Los Angeles e della Philharmonie di Parigi. Il palcoscenico del teatro godrà di una profondità record di 70 metri che consentirà un allestimento scenico inedito e un colpo d’occhio assicurato. Il cantiere durerà 3 anni per chiudersi nel 2021.

IL VIA AI LAVORI

L’intero cda si è espresso affinché i lavori partano il più velocemente possibile. Nel mentre, il Teatro Alla Scala continuerà a mandare in scena i propri spettacoli. Sarà Infrastrutture lombarde, società interamente partecipata di Regione Lombardia, nonché uno dei soci della Scala, a fare da stazione appaltante. Il bando partirà già nei prossimi mesi perché i lavori dovranno essere serrati e avranno come obiettivo quello di non causare disagi all’edificio principale, che dovrà continuare a lavorare, a brulicare di talenti all’opera e di appassionati di teatro e balletto. Il prossimo 20 novembre il consiglio di amministrazione tornerà a riunirsi per deliberare in merito alla pianta organica (l’ampliamento dovrebbe comportare assunzioni) e al pre-consuntivo 2017.

Il Teatro alla Scala di Milano raddoppia, tutti i dettagli e i costi del progetto firmato Botta

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