Skip to main content

È morto sotto le bombe, come le migliaia di vittime degli innumerevoli attentati che aveva personalmente ordinato Hassan Nasrallah, il sessantaquattrenne leader delle milizie libanesi degli Hezbollah, braccio operativo grondante di sangue assieme a Hamas, del regime islamico dell’Iran.

Pianificato nei dettagli e portato a termine con micidiali ordigni in grado di penetrare a grandi profondità nei bunker corazzati sotterranei e sprigionare un’onda esplosiva che scatena temperature termiche superiori a quelle necessarie per la fusione dell’acciaio, il blitz dell’intelligence israeliana ha sorpreso Nasrallah nei bunker segreti ritenuti invulnerabili scavati nelle viscere del sottosuolo del quartier generale Hezbollah alla periferia di Beirut e non ha lasciato scampo alla guida suprema delle milizie filo iraniane.

Dopo una involontariamente tragicomica ammissione che il leader era “irraggiungibile”, diffusa dagli Hezbollah per giustificare la mancanza di notizie sulla sua sorte, le agenzie hanno diramato la notizia ufficiale che l’esercito israeliano aveva la certezza della morte di Nasrallah.

Formatosi nelle madrase del terrorismo islamico dell’Iraq e dell’Iran e da oltre 30 anni, su indicazione personale dell’allora guida suprema dell’Iran l’ayatollah Ruhollah Khomeini, al comando dell’organizzazione paramilitare islamista sciita e antiebraica libanese, Nasrallah proclamava in ogni discorso che aveva un unico scopo esistenziale: la distruzione di Israele.

Una dichiarazione ossessiva di odio e morte per il popolo ebraico, che negli anni ha provocato infinite stragi di civili e militari israeliani, ma che alla fine gli si è ritorta contro.

Precedendo le rappresaglie a colpi di attentati e bombardamenti missilistici contro il territorio di Israele, programmate contro l’intervento a Gaza dopo le stragi compite da Hamas, l’intelligence di Gerusalemme ha stroncato definitivamente la minaccia rappresentata da Nasrallah.

La decapitazione della milizia Hezbollah segue di alcune settimane l’eliminazione a Teheran del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e la successiva probabile soppressione del capo operativo a Gaza del gruppo terroristico, Yahya Sinwar.

È la conferma della risoluta determinazione di Israele di colpire inesorabilmente capi e gregari dei gruppi terroristici che attaccano le comunità ebraiche.

Oltre a evidenziare il notevole potenziale militare, sottolineata dalle sorprendenti capacità dell’intelligence di intervenire direttamente sui dispositivi elettronici del fondamentalismo islamico, la rapida sequenza con la quale è stata azzerato il vertice dei gruppi filo iraniani in Libano e a Gaza fa preventivare analoghi interventi contro gli Houthi yemeniti e successivamente contro lo stesso regime iraniano, considerato l’epicentro ideologico, il finanziatore e l’organizzatore del terrorismo internazionale.

Non più occhio per occhio, ma direttamente la decapitazione sistematica del fondamentalismo.

La morte annunciata di Nasrallah e dei fondamentalisti. L’analisi di D’Anna

Da decenni il leader di Hezbollah viveva nei bunker e proclamava di aver dedicato la vita alla distruzione di Israele. Un odio che gli si è ritorto contro e che ha scatenato il terrificante bombardamento che lo ha ucciso. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Chi è Kimberly Guilfoyle, l'alleata di Trump che conosce molto bene Harris

Avvocato e presentatrice tv, nonché fidanzata del figlio del candidato repubblicano, è diventata uno dei volti più conosciuti della campagna elettorale 2024. La storia (con due versioni) dei tempi in cui lavorava con la vicepresidente alla procura di San Francisco

Mega evento in Medio Oriente. Nasrallah ucciso, Hezbollah in ginocchio, Iran contro Israele?

L’eliminazione di Nasrallah è un fatto particolarmente significativo per il Medio Oriente e non solo. La scelta strategica di Israele potrebbe avere conseguenze tattiche ovunque, aprire a una guerra totale contro lo Stato ebraico, scombussolare i disequilibri regionali

Italia sfasciata o Europa unita? La riflessione di Sisci

Francesco Sisci affida a Formiche.net una breve introduzione del suo “Tramonto italiano. Come un paese si avvia alla disgregazione” con cui analizza e spiega alcune tra le principali tendenze centrifughe del Paese

Penelope, la sua storia dietro il velo. Il racconto in una mostra al Colosseo

Bellezza e cultura unite senza tempo al Parco archeologico del Colosseo, in un dialogo mai interrotto tra passato e presente. È aperta al pubblico, visibile fino al 12 gennaio, la prima mostra interamente dedicata al personaggio omerico “Penelope”, a cura di Alessandra Sarchi e Claudio Franzoni, organizzata da Electa. Circa cinquanta opere esposte negli spazi delle Uccelliere farnesiane e del Tempio di Romolo. Primo atto di una trilogia espositiva dedicata a figure femminili dell’antichità. Seguiranno Antigone e Saffo. Il racconto di Elvira Frojo

Cosa aspettarsi dal duello tv tra Vance e Walz. L’analisi di Graziosi

La sfida di martedì sarà dura per i candidati vice di Trump e Harris. Con la situazione in bilico negli Stati chiave, potrebbe essere l’occasione di imprimere una svolta alla campagna elettorale

Il potere di un criminale sul destino del mondo. La riflessione di Bezruchenko

Di Tetyana Bezruchenko

Il sistema delle Nazioni Unite è ostacolato dal potere di veto della Russia, che compromette la cooperazione internazionale e il perseguimento della giustizia globale, sollevando dubbi sull’efficacia del multilateralismo. L’intervento di Tetyana Bezruchenko, attivista ucraina e autrice del libro “Breve storia dell’Ucraina”

Vi racconto lo scoop su Mastroianni. Il ricordo di Umberto Pizzi a 100 anni dalla nascita dell'attore

Lo ha fotografato in mille e più situazioni, Marcello Mastroianni, ma della prima foto con il suo nuovo amore, Catherine Deneuve, Pizzi non ha neanche i negativi. E poi le foto con la figlia Chiara dopo un diverbio con l’attore. Il ricordo di Umberto Pizzi

Nella manovra il primato della politica nazionale sui vincoli europei. L'analisi di Polillo

I dati del Def dimostrano che l’obiettivo del 3%, nel 2026, è perfettamente raggiungibile. Basterebbe rimanere fermi e tutto si risolverebbe. Nella statistica può darsi, in politica, invece, è semplicemente impossibile. Gianfranco Polillo spiega tutti i nodi della manovra

Una Pontida internazionale per contare in Europa. La versione di Crippa

Una Pontida di popolo. Animata da militanti, sostenitori, simpatizzanti: tutta la grande famiglia dell’elettorato leghista. E, il tema centrale, sarà il proprio il processo al segretario Matteo Salvini. Tanti anche gli ospiti internazionali tra cui il presidente ungherese Orban e il leader della destra olandese Wilders. Serve rispetto per il terzo gruppo parlamentare al Parlamento Europeo. Non chiamateci anti-europeisti. Colloquio con il vicesegretario federale della Lega, Andrea Crippa

×

Iscriviti alla newsletter