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MIGRANTI? LA VERA CRISI E’ DEMOGRAFICA

Introdotto dal direttore del Centro internazionale di Comunione e liberazione, il giornalista Roberto Fontolan, Moavero Milanesi (oggi docente di Diritto dell’Ue e direttore della School of Law dell’Università Luiss Guido Carli di Roma) ha dialogato con un grande amico del Meeting come Joseph Weiler, presidente dell’Istituto Universitario Europa, arrivato alla sua venticinquesima partecipazione alla manifestazione. E proprio lo studioso ebreo sul tema dei migranti ha sottolineato come “cento anni fa, circa 10 milioni di europei hanno lasciato questo continente come immigrati economici per andare negli Stati Uniti, dove vivevano meno di 200 milioni di persone. Oggi parliamo di 1 milione di rifugiati in un continente che racchiude 500 milioni di abitanti. Fa ridere pensare che non siamo in grado di risolvere il problema”. Per questo, Weiler ha spiegato come “la vera crisi sia quella demografica: dato che gli europei non fanno più figli, per tenere in piedi i Paesi e i loro stati sociali è necessaria una politica di immigrazione”.

L’EX MINISTRO STA CON L’UE

Davanti a chi professa l’uscita dall’Ue e l’abbandono della moneta unica, in risposta ai politici pronti ogni giorno a puntare il dito contro Bruxelles per scaricare responsabilità, l’ex ministro montiano Moavero Milanesi ha rimarcato come “l’Ue non dispone ad oggi di strumenti operativi, istituzionali e normativi adeguati per affrontare il problema delle migrazioni, le sue dotazioni in questo senso sono assolutamente insufficienti”. Dunque, “è responsabilità dei governi che non vogliono affrontare in maniera condivisa il tema dell’immigrazione, e non si può certo chiedere alla Commissione Ue di intervenire su settori che non le sono di competenza”. Se davanti ai rifugiati politici “non si pongono problemi a livello europeo, dato che si tratta di persone protette da convenzioni internazionali che travalicano i poteri dell’Ue e che quindi vanno accolte per la loro condizione”, lo stesso non si può dire per i cosiddetti immigrati economici, la cui gestione però gli Stati membri non vogliono demandare a Bruxelles.

BREXIT DA ATTUARE IN FRETTA

Moavero Milanesi si è detto poi convinto che per analizzare il fenomeno Brexit occorrerebbe ricorrere all’intervento di uno psicanalista. “E’ una vicenda abbastanza incredibile, annunciata da sempre, con la Gran Bretagna che fin dalla metà degli anni ‘80, quando ho iniziato a lavorare alla Commissione Ue, stava con un piede fuori e l’altro dentro”. Tuttavia, quel referendum “drammatizzato e personalizzato” ha dato un responso chiaro, peraltro “evidenziando una spaccatura generazionale”. Va quindi dato seguito alle decisioni assunte dal popolo, che è sovrano. “La situazione è alquanto curiosa – ha aggiunto l’ex ministro -. I leader politici che si sono impegnati per il ‘leave’, si sono dimessi subito dopo il voto, forse ben sapendo che lo stesso art. 50 del Trattato europeo è scritto in maniera tale che per l’uscita di uno Stato membro dall’Unione sono necessari circa 2 anni di negoziati”. Non bastasse, Moavero Milanesi ha citato uno studio dell’House of Lords britannica che stima in 4-5 anni il tempo necessario per concludere questa procedura. “Si tratta di un’era politica geologica”. “A mio parere – è stato il ragionamento dell’ex ministro – alla Gran Bretagna andrebbe data una possibilità di uscita naturale, non abrasiva e di frizione, offrendogli la piena adesione allo Spazio economico europeo istituito nel 1992 con il Trattato di Porto”. “Ricordiamoci – ha concluso Moavero Milanesi – che questa Europa tanto criticata, è quella che ci ha garantito sessant’anni anni di pace e di benessere, ricordatevi che all’inizio del ‘900 erano gli italiani a migrare in America per la situazione disperata che vivevano nel loro Paese”.

Enzo Moavero Milanesi

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