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Lo chef Anthony Bourdain spiega dalla cucina cosa sono gli “obblighi garantiti da ipoteca” utilizzando un pesce avariato, l’attrice australiana Margot Robbie, da una vasca, racconta cos’è il mutuo “subprime”, la cantante Selena Gómez con l’economista Richard Thaler cercano, da un tavolo da giochi di Las Vegas, di fare capire cosa sono i “CDO sintetici”. Con queste parentesi didattiche, il film “The Big Short” (La grande scommessa) di Adam McKay cerca di fare capire alcuni concetti tecnici che ruotano attorno alla crisi finanziaria del 2007-2008, provocata dalla bolla immobiliare americana.

IL LIBRO

“La grande scommessa” si basa sul libro “The big short: Inside the Doomsday Machine” di Michael Lewis, un’inchiesta che racconta la storia di un gruppo di personaggi marginali al mondo della finanza, che avevano però previsto lo sboom del settore immobiliare e hanno tratto beneficio dalla catastrofe. Si mostra il lato oscuro della speculazione di Wall Street.

IRONIA E COMICITÀ

La grande recessione del 2008 non è un argomento originale in termini cinematografici. È stata la trama di molti film e documentari, tra cui il vincitore dell’Oscar “Inside Job” di Charles Ferguson (2010) e “Margin Call” di J.C. Chandor (2011). Ma raccontare, intrattenendo, quello che accaduto in quegli anni senza mancare di rispetto non era un compito facile. McKay però ci è riuscito anche perché conta su una vasta esperienza: è collaboratore di Will Ferrell in Saturday Night Live, gestisce il sito Funny or Die e ha diretto film come “Anchorman” e “The Other Guys”.

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I PERSONAGGI

Tutti i protagonisti, interpretati da Christian Bale, Ryan Gosling, Steve Carrel e Brad Pitt, sono ispirati a personaggi reali. Le parti della storia che sono state modificate sono indicate in modo divertente, quando il narratore si rivolge direttamente allo spettatore. Ci sono grafici, tavole con numeri, patchworks dinamiche di immagini.

LE LEZIONI

“La grande scommessa” stimola molte domande e mette in mostra l’avarizia che muove il mondo delle finanze. Svincolandosi dalle lezioni accademiche, fa uno esercizio di memoria storica accessibile a tutti. Con leggerezza e una balsamica ironia. McKay sa mantenere il rispetto per le vittime della crisi; tutti i cittadini comuni che hanno perso il lavoro, i risparmi, la propria casa. Al tempo stesso lancia l’avvertimento che bisogna stare allerta quando i profitti sembrano molti perché il rischio c’è sempre.

CAMPAGNA NASCOSTA?

Secondo il New York Post, La grande scommessa è una campagna elettorale a favore del pre-candidato presidenziale Bernie Sanders. Nonostante McKay abbia detto più volte che la produzione non ha un’agenda politica, il film ripete il mantra di Sanders: “Il modello di business di Wall Street è la frode”. In più, alcuni registri federali indicano a McKay e la moglie Shira Piven, anche lei regista, come primi finanziatori della corsa di Sanders per la Casa Bianca. A Hillary Clinton non hanno mai versato un dollaro. Bernie Sanders – ha dichiarato McKay – è l’unico candidato che parla contro la diffusa corruzione legalizzata che ha consegnato il nostro governo a miliardari, grandi aziende e banche”.

“La grande scommessa”, manuale didattico di economia applicata

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