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Stanno aumentando le pressioni da parte delle alte sfere militari e diplomatiche sul presidente americano Barack Obama e sul premier britannico David Cameron affinché si apra un canale di dialogo con il presidente siriano Bashar al Assad, unica strada per sconfiggere i jihadisti dello Stato islamico.

LA STRADA DEL NEGOZIATO

Il generale Lord Dannatt, ex capo di stato maggiore della British Army, e Ryan Crocker, ex ambasciatore Usa in Afghanistan e Iraq, sostengono entrambi la strada del negoziato nonché quella della cooperazione militare con il leader siriano, nonostante il bagaglio di atrocità commesse dal regime siriano ai danni del suo popolo durante questi tre anni di guerra civile: “L’Isil deve essere fermato, combattuto e sconfitto in Iraq e in Siria prima che si espanda in tutta la regione”, ha detto Lord Dannatt alla BBC Radio 4. “La dimensione siriana deve essere considerata. Non si può risolvere il problema affrontandone solo la metà”, ha chiarito Dannat.

SPOSTARE LA GUERRA IN SIRIA

Le parole di Dannat giungono all’indomani di quelle pronunciate dal comandante in capo delle forze statunitensi, generale Martin Dempsey, che ieri, al fianco del responsabile del Pentagono Chuck Hagel, aveva parlato della necessità di spostare la guerra in Siria e di bombardare le postazioni dei jihadisti dello Stato islamico nel nord della Siria, per riuscire a sconfiggerli definitivamente. Anche l’ex capo dei marines, il generale Usa John Allen ha detto che l’Isil deve essere “sradicato immediatamente” o il mondo “pagherà il prezzo dopo”. Ieri, in conferenza stampa, il segretario alla Difesa Usa Hagel aveva usato toni fortemente drammatici per chiarire la minaccia “imminente” posta dallo Stato Islamico: “Sono al di là di qualsiasi cosa abbiamo mai visto, dobbiamo prepararci a tutto”, aveva detto Hagel, sottolineando la “visione apocalittica” che è alla base dell’ideologia di questo gruppo

siria, assad, aleppo

Perché Cameron punta sulla Siria parlando dell'Irak

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La lettera di Gustavo Piga sul Financial Times per una moratoria del Fiscal Compact

Caro Direttore, l'Europa è riuscita con successo ad evitare una disastrosa spaccatura dall'euro. Nel farlo, ha soddisfatto una condizione necessaria per continuare ad essere una controparte decisiva negli attuali processi geopolitici globali, in cui l'unione conta per essere al tavolo delle decisioni e non "finire sul menu". "Whatever it takes"  ("Faremo tutto il necessario") è stata la frase simbolo che…

Ecco la strategia di Obama e Hagel contro l'Isis

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Alla fine era stata Hamas a rapire i tre ragazzi israeliani (almeno sembra)

Un alto funzionario di Hamas ha detto a Reuters che furono elementi delle Brigate Ezzedin al-Qassam a "facilitare" il rapimento dei tre studenti israeliani la serata del 12 giugno. I tre yeshiva, Eyal Yifrach (19 anni), Gilad Shaer e Naftali Fraenkel (entrambi di 16), furano catturati mentre facevano autostop in un'area nei pressi di Gush Etsion, tra Hebron e Bethlemme (parte…

L'identità custodita senza fare piccioli

Questo chiude la serie di articoli sulla Sicilia. Perche' della Sicilia a furia di parlarne si finisce col farne indigestione. Come la troppa panna delle troppe granite. Come la troppa luce di troppe albe e tramonti. Una delle cose che ho sentito, con la perentorieta' delle sentenze, e' stata questa: la provincia Iblea ha saputo custodire la sua identita' evitando…

Come affrontare le crisi in Irak e Ucraina

Pubblichiamo un articolo di Affari Internazionali Un convoglio di profughi è stato bombardato in Ucraina, mentre cercava di lasciare la zona dei combattimenti: forse sono stati i miliziani filo-russi, ma questi accusano l’Esercito ucraino. Il gigantesco convoglio di aiuti umanitari messo insieme dalla Russia è ai confini con l’Ucraina, ma ancora non passa, anche se sembra sia stato raggiunto un accordo…

Ecco il tesoro dei terroristi dell'Isis

Da dove arrivano i soldi che finanziano l'organizzazione più ricca e potente del Medio Oriente? Quali sono le fonti economiche dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, capeggiate dall'auto proclamato Califfo Abu Bakr al-Baghdadi? Non è sempre semplice individuarne l'origine. Ecco una prima ricognizione. Il riacutizzarsi del conflitto in Irak, che ha portato a uccisioni di massa di civili e minoranze…

È giusto mostrare il video di James Foley. Parla il compagno di prigionia

"Sono un giornalista. Ho raccontato gli sgozzamenti pubblici di Al Zawahiri e non sono favorevole alla censura. Non è distruggendo il termometro che abbassi la febbre". Parla Nicolas Henin, compagno di prigionia di James Foley dal giugno del 2013 ad aprile 2014, dalle pagine di Repubblica, intervistato da Anais Ginori, quasi a mettere fine al dibattito nato in rete e…

Come muoversi contro il Califfato

Il New York Times riporta che Martin Dempsey (Chairman of the Joint Chiefs of Staff, massimo ruolo nelle Forze Armate americane) non ha escluso la possibilità di estendere i raid contro lo Stato Islamico al territorio siriano. Obama sembra fare sul serio (come non potrebbe, ormai?), e non si lascia intimidire dalle minacce che accompagnavano l'esecuzione del giornalista James Foley:…

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