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Jordan Bardella al posto di Marine Le Pen (che si collegherà in video), il leader dell’ultradestra tedesca Tino Chrupalla e il vincitore – per ora solo morale – delle elezioni olandesi Geert Wilders: a Firenze, domenica, ci sarà il gotha del sovranismo europeo al gran completo. Ad annunciarlo alla stampa estera è Matteo Salvini, che per il lancio della campagna elettorale in viste delle Europee ha voluto al suo fianco tutti gli amici dell’internazionale sovranista di “Identità e Democrazia”.

Duemila le persone attese alla Fortezza da Basso da 14 Paesi per la kermesse con cui il Carroccio darà ufficialmente il via alle ostilità per il voto di Strasburgo in un clima che già si preannuncia incandescente a dispetto degli appelli e dei proclami all’unità lanciati dallo stesso leader leghista in conferenza stampa (“Non sono in competizione interna né con Meloni né con Tajani”). Il tutto mentre la premier – sempre a proposito di clima – sarà impegnata nella trasferta di Dubai per la Cop28.

Restando invece a Firenze, oggi è il grande giorno di Eike Schmidt: nel pomeriggio, infatti, il direttore degli Uffizi riceverà la cittadinanza italiana dal sindaco Dario Nardella, di cui rischia seriamente di diventare il successore. Già, perché da qualche tempo Herr Direktor – in scadenza a Natale – è entrato nelle simpatie del centrodestra impegnato nella ricerca della solita candidatura civica per cercare di strappare Palazzo Vecchio alla sinistra. Ne è riprova – ove non bastassero le dichiarazioni rilasciate questa mattina alla Nazione da Giovanni Donzelli – la sua presenza al Forum del Turismo andato in scena lo scorso fine settimana sul Lago Maggiore, occasione in cui Schmidt si è ritrovato a condividere il palco con Gennaro Sangiuliano. E proprio il ministro della Cultura potrebbe apparire a sorpresa questa sera al brindisi organizzato dal numero uno del museo fiorentino a Palazzo Budini Gattai per festeggiare il nuovo status di cittadino italiano.

In via della Scrofa, intanto, si continua a lavorare alla lista degli ospiti per Atreju 2023 in programma dal 14 al 16 dicembre. Giorni cerchiati in rosso sul calendario di Palazzo Chigi, con l’approdo della manovra al Senato e il question time della premier alla Camera. Incassato – non senza fastidio – il niet di Elly Schlein, Meloni si prepara ad accogliere a Castel Sant’Angelo il leader di Vox Santiago Abascal in attesa di un sì da parte del premier britannico Rishi Sunak. Non figurano invece tra gli invitati l’ex capo del governo polacco Mateusz Morawiecki – alle prese con un disperato tentativo di reincarico che si prefigura fallimentare in mancanza di numeri in Parlamento – e il presidente ungherese Viktor Orbán, figura troppo compromettente nell’ottica di un eventuale sostegno di FdI a una nuova “maggioranza Ursula”.

A proposito di Ursula: nelle ultime ore sono circolate voci su una possibile presenza ad Atreju proprio della “nuova amica” von der Leyen, oltre che della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Al di là delle buone intenzioni – di cui, come si sa, è lastricata la strada per l’inferno – la linea ufficiale del partito è quella di accantonare la pur apprezzabile idea onde evitare di prestare il fianco al fuoco amico di Salvini, pronto ad accusare Giorgia di essersi piegata ai diktat di Bruxelles: l’offesa peggiore che si possa lanciare a un patriota. Considerando poi che c’è ancora un Mes da approvare (la discussione è calendarizzata giovedì a Montecitorio, in teoria), decisamente meglio lasciar perdere.

La Fortezza sovranista, Salvini lancia la campagna per le europee

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